Tutti attendono di vedere cosa farà Wade in questi playoffs...

Quest’estate The Decision ha cambiato la geografia NBA presente e probabilmente futura, affermando definitivamente la moda dell’accorpamento di stelle in una stessa squadra per lanciare l’assalto al titolo NBA, iniziata coi Boston Celtics (vincitori dell’anello nel 2008) e che sta proseguendo coi New York Knicks di Melo e Stoudemire, in attesa di Chris Paul. Almeno stando ai gossip sui brindisi da matrimonio.

Chris Bosh e Lebron James come noto hanno quindi deciso di trasferirsi, o più modestamente “di portare i propri talenti”, a South Beach in Florida raggiungendo Dwyane Wade, draftato con loro nel lontano 2003 in quello che verrà ricordato come uno dei migliori draft della storia per i giocatori che portò in NBA.

Nonostante i proclami di Bosh in fase di free-agency, dove più volte dichiarò che lui non sarebbe stato secondo violino di nessuno (quando i giornalisti gli chiedevano se sarebbe andato a Miami a fare la spalla di Wade o a NY o Chicago insieme a Lebron), dopo le tre firme più importanti dell’estate è stato chiaro a tutti che lo stesso Chris avrebbe svolto un ruolo tutto sommato di secondo piano, mentre il vero dubbio era su chi avrebbe avuto in mano le chiavi della squadra tra Wade e il due volte MVP in carica James.

Ora, una regular season dopo, alle porte dei playoff troviamo Miami in lotta con Boston per il secondo seed della Eastern dietro agli ottimi Bulls di quest’anno, e in competizione anche contro il record dei Lakers (che tutti vedono come i vincitori della Western in barba alle oltre 60 vittorie degli Spurs), cosa che darebbe il vantaggio del fattore campo nell’eventuale finale NBA.

Un discreto risultato senza dubbio, anche se molti (primi tra tutti i bookmakers) vedevano per gli Heat una stagione di dominio in carrozza a Est e un titolo che sarebbe arrivato senza troppi problemi: per fare un esempio, a settembre chi scommetteva su Miami vincitrice del campionato veniva pagato 2.48 volte la puntata, i bicampioni in carica dei Lakers (che avevano aggiunto Barnes e Blake nel motore puntellando il loro punto debole, la panchina) erano dati a 4.20…

In ogni caso nonostante record e posizione la stagione degli Heat è stata travagliata, con serie di sconfitte e serie di vittorie. Con il coach Erik Spoelstra che dopo la sconfitta coi Bulls, culmine di una brutta serie, dichiara che alcuni giocatori in spogliatoio piangevano per la situazione, beccandosi le dichiarazioni di scherno di Phil Jackson (“This is the NBA: No Boys Allowed. Big boys don’t cry. But, if you’re going to do it, do it in the toilet where no one can see”). Con Lebron James che mette su statistiche impressionanti e viene investito dal coach de ruolo di clutch player, fallendo.

Wade dopo l’ultima serie nera di marzo è salito notevolmente di colpi (come pure Bosh, più cercato dai compagni nella metà campo offensiva), risultato sempre più spesso decisivo (in particolare coi Lakers), alzando la media punti quasi fino a quella di Lebron e dimostrando una leadership clamorosa.

E soprattutto il pallone è finito molto più spesso nelle sue mani negli ultimi 5’, quando prima era quasi esclusivo appannaggio di James. La risposta a livello di risultati è arrivata di conseguenza e la rincorsa su Celtics e Lakers è stata quasi completata, pur con alti (la seconda vittoria appunto su L.A. reduce da 8 W di fila, la famosa partita dei Big Three tutti con almeno 30+10) e bassi (la sconfitta coi Cavs, dove c’era una squadra contro una città).

La manovra offensiva rimane abbastanza lenta e macchinosa se gli Heat non riescono a partire veloci in contropiede, Spoelstra insiste nel cambiare spesso stile di gioco cercando la configurazione ottimale per la sua squadra: per questo James sta avendo più minuti da 4 tattico, anche se pare una situazione estemporanea e non utilizzabile se non per pochi minuti nei playoff.

Ormai ha mangiato il panettone ed è impossibile vedere Riley cacciarlo per prendere il suo posto come fu nell’anno del titolo, se l’allenatore di origini multietniche (olandesi e irlandesi i nonni per parte di padre, flippina sua madre) vuole restare seduto sulla sua panchina anche la prossima stagione ha solo un risultato possibile nei playoff, arrivare fino in fondo.

E se vuole farlo i destini di questi Miami Heat devono necessariamente passare per la mani di Dwyane Wade.

Probabilmente Lebron è il miglior giocatore della squadra (e dell’NBA): come completezza fisico/tecnica una cosa del genere difficilmente è stata avvistata su un campo da basket, ma mentalmente più di una volta James ha dimostrato di soffrire la pressione.

Wade al contrario è il classico giocatore che più il cronometro si avvicina alla sirena e più sale di colpi, la sua clutchness non è mai stata in discussione ed è parso abbastanza strano che Spoelstra, conoscendolo bene avendolo in squadra da diverse stagioni, abbia più volte affidato il possesso decisivo a James.

Strano più che altro per il fatto che Lebron non ne ha azzeccato uno (con Chicago due volte, con Orlando, coi Knicks… solo per citare gli ultimi), e uno dei maggiori punti di forza di Miami di cui si parlava in sede estiva post –mercato era appunto l’avere tre personaggi così pericolosi in campo insieme e che quindi offrivano più soluzioni in caso di possesso decisivo ai fini del risultato finale.

La squadra fin da quando è entrato nella Lega dal draft 2003 è sempre stata del nativo dela Windy City, e ha un titolo a dimostrarlo (a proposito di esempi di clutchness… I tifosi di Dallas si stanno ancora strappando i capelli dopo 7 anni) e un totem come Shaq che si mise al suo servizio capendo l’eccezionalità del compagno di squadra.

Ora la palla inizierà a scottare per davvero e probabilmente le mani in cui finirà saranno proprio quelle di Wade, in barba all’ego dei suoi due famosi compagni di squadra rispetto ai quali è sicuramente più vocale e trascinatore. Se Wade segna 13 o più canestri dal campo Miami è 10-1 ed è sintomo che se la palla transita spesso da lui (anche 8-1 quando ha più di 8 assist) le possibilità di vittoria si alzano.

Vediamo come finirà, intanto durante la stagione qualche malumore c’è stato: dalle dichiarazioni dello stesso Wade, prima spazientito con la squadra che si faceva spesso rimontare, e poi contro tutti e tutto (“the world is happy because the Heat are losing”), le già citate dichiarazioni sui pianti in spogliatoio, Lebron che ironizza sulla serie di L e per ultimo Bosh e le voci di una possibile trade con lui coinvolto già quest’estate.

I playoff ci diranno se il secondo progetto Big Three avrà funzionato. Ma l’ingranaggio fondamentale è e resta Dwyane Wade.

9 thoughts on “Dwyane Wade e il destino degli Heat

  1. Che dire, a mio viso un’analisi perfetta della “realtà” Heat. Sottoscrivo tutto, ogni sillaba! Gli Heat arrivano dove li porta Wade, punto.

  2. Adesso, con i play-off, vedremo effettivamente di che pasta sono fatti questi 3. Su Wade ho pochi dubbi, dato che come dice giustamente l’autore dell’articolo ha dimostrato in questi 7 anni di saper decidere le sfide che contano. James ha ottenuto risultati importanti, ma ormai gli si chiede il titolo e soltanto quello, e finchè non arriverà non si avranno certezze sulla sua grandezza. Bosh è nella situazione più comoda probabilmente, perchè non gli viene chiesto di fare miracoli come agli altri due e non ha tutti gli occhi puntati addosso.

  3. per motivi di lavoro , quest’anno degli HEAT ho visto soltanto 1 partita , quella famosa dei 30+10×3 , e mio dio son rimasto sballordito , era dai tempi dei MITICI BULLS che non assistevo ad una partita del genere , calma col dire che WADE è il motore degli HEAT , JAMES nei play-off si trasforma come un STRASFORMERS

    go RAPTORS go

  4. “ma mentalmente più di una volta James ha dimostrato di soffrire la pressione.”

    non so che nba hai seguito negli ultimi 7 anni!

  5. concordo, è il secondo articolo anti james che leggo in tempi recenti. ognuno è libero di esprimere la sua opinione, però non mi pare che le cose dette in questo articolo possano essere considerate verità evidenti.

    spoelstra ha scelto lebron come clutch player e james ha fallito?

    i momenti decisivi son di wade?

    boh…

    io avrei detto che il rendimento di james è stato costante mentre verso la fine dell’anno è salito quello di wade e quindi gli heat sono migliorati.

    così difficile fare un complimento a wade senza sminuire lebron?

  6. A dir il vero penso sia sotto gli occhi di tutti il numero di tiri dati (da Spoelstra) a Lebron negli ultimi secondi e falliti… Poi ognuno la pensa come vuole, ma gli errori con Chicago e Orlando, la stoppata subita da Stat sono dati di fatto.

    Ah, e ho pure scritto che Lebron è il miglior giocatore dell’NBA probabilmente, non mi sembra sia sminuirlo :)

  7. no ma infatti non ero polemico.
    però direi che

    ” James ha dimostrato di soffrire la pressione.” opinabile se non addirittura falso

    “Wade al contrario è il classico giocatore che più il cronometro si avvicina alla sirena e più sale di colpi” a me pare che in carriera leborn abbia sempre segnato moltissimo nel quarto quarto.

    “Wade, in barba all’ego dei suoi due famosi compagni di squadra rispetto ai quali è sicuramente più vocale e trascinatore.” non credo che wade sia più vocale e trascinatore di james.

    ” l’ingranaggio fondamentale è e resta Dwyane Wade.” non sono d’accordo. dando per scontata il rendimento di james e anche quello di wade (che però ha cominciato a giocare così nella second parte di stagione) secondo me l’ingranaggio fondamentale è bosh, proprio perchè quegli altri due il loro lo danno sempre anche quando si perde. invece quando funziona bosh gli heat sono praticmaente imbattibili, non perchè chris sia migliore degli altri ma paradossalmetne proprio perchè è meno forte.

    queste le mie opinioni e le civili critiche al pezzo.

  8. ben accette :)

    -la pressione di cui parlo io non è quella dell’ultimo tiro coi Clippers in regular season… è data dalle sue prestazioni nei playoff in cui nonostante statistiche a volte mostruose, quando c’era da fare il passo in più per vincere è stato fermo lì! è falso che si sia sciolto coi C’s l’hanno scorso? o che quando tutti pubblicizzavano già la finale Lebron-Kobe nel 2009 non riuscì a portare i suoi oltre i Magic? poi ci vorrebbero ore per parlare di coach, supporting cast, tifosi ecc… E’ per giustificare il mio pensiero.

    – vedi ciò che ho detto sopra, i punti nell’ultimo quarto son diversi dai tiri decisivi

    -io credo di si, non rispetto al Lebron di Cleveland ma rispetto a quello di Miami

    – bosh… vedremo :)

  9. Skip
    Spero che la 1° dei playoff ti abbia convito…James ha giocato benino(4-14)a 5 min i phila stavano riacchiappando Miami…palla a Wade giocata da 3 punti e successivamente stappata su ripartanza!!

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