Steve Nash, a 37 anni, può ancora essere il play di una squadra da titolo?

Quante volte abbiamo sentito parlare, nel corso degli anni, di quei giocatori dal grande talento, eppure incapaci di vincere un titolo NBA nel corso della propria carriera? Tante, tantissime.

Se scorriamo questa lista di grandi nomi ci vengono i brividi: Karl Malone, John Stockton, Patrick Ewing, Charles Barkley, Elgin Baylor, Reggie Miller…e chissà quanti altri nomi potremmo fare. Sono tutti giocatori che hanno ampiamente dimostrato il proprio valore sul campo di basket, ma che vengono sempre considerati un gradino sotto rispetto ad altri fuoriclasse che spesso hanno una sola cosa in più di loro: la vittoria di un anello.

Nel giro di pochi anni rischiano di entrare a far parte di questa categoria una serie di giocatori, tuttora in attività, che hanno scritto pagine importanti della storia del basket. Uno di loro si chiama Steve Nash, ed è il protagonista di questo articolo.

Nel caso di Nash basta far parlare i numeri.
Il playmaker canadese ha vinto 2 volte il trofeo di MVP della Lega, è stato inserito 3 volte nel primo quintetto e per ben 7 volte si è guadagnato la convocazione per l’All-Star Game.

E che dire dei suoi 4 titoli di miglior passatore, con il quinto che potrebbe arrivare quest’anno dato che, a 37 anni, è attualmente in cima a questa speciale classifica? E potremmo andare avanti a lungo.

Fin qui abbiamo parlato di premi vinti nel corso della stagione regolare.
Anche ai play-off Nash si è tolto diverse soddisfazioni, arrivando per ben 4 volte alle Finali della Western Conference: nel 2003 con i Dallas Mavericks e nel 2005, 2006, e 2010 con i Phoenix Suns. Purtroppo per lui, non è mai uscito vincitore da questi confronti.

Malgrado la mancanza di un titolo, è davvero difficile sostenere la tesi secondo la quale Nash sarebbe un giocatore poco propenso alla vittoria. Anzi, spesso ha mostrato di avere un carattere da vero guerriero, pronto a scendere in campo e a dare battaglia nonostante gli infortuni e dei compagni non sempre all’altezza.

Senza scordare gli avversari incontrati lungo il cammino in questi anni, a partire dai solidissimi San Antonio Spurs passando per i Los Angeles Lakers dell’anno scorso o i Dallas Mavericks del 2006.

Intendiamoci, anche questo geniale playmaker canadese ha le sue responsabilità nei fallimenti delle squadre.

Spesso è stato criticato per le sue scarse abilità difensive, e in effetti non mi sento di contestare queste affermazioni. Parliamo di un attaccante fenomenale ma anche di un difensore mediocre, nessun dubbio a riguardo.

D’altronde, se una squadra si affida ad un regista di questo genere sa che dovrà giocare in un certo modo: tale tattica ha anche portato a dei buoni risultati, sia a Dallas che a Phoenix, ma non al titolo.

Questo perchè, tanto per utilizzare un detto molto in voga nel mondo dello sport, “gli attacchi vendono i biglietti, le difese vincono le partite”.

Ecco, diciamo che Nash è un giocatore prettamente offensivo e che inevitabilmente ti porta a giocare per segnare un punto in più degli avversari, ma questa non si è rivelata una strategia vincente. O almeno, non così vincente da arrivare all’anello.

Egli ha un contratto con i Suns anche per l’anno prossimo, quando guadagnerà 11.6 milioni di dollari. In teoria, il suo contratto in scadenza potrebbe essere scambiato quest’estate o comunque da luglio fino al febbraio prossimo, in modo tale da dargli una chance di vincere il tanto agognato titolo. Ma come si evolverà la faccenda?

E’ difficile individuare una squadra da titolo che potrebbe acquistarlo. Tutte sono coperte nel ruolo di playmaker, e non inserirebbero mai un elemento così “ingombrante” all’interno del proprio gruppo, per non minare gli equilibri.

Forse l’unica destinazione possibile sono gli Atlanta Hawks, che non hanno un playmaker di grosso calibro (anche se Kirk Hinrich è comunque un buonissimo giocatore), e potrebbero affidare tutto l’atletismo dei vari Josh Smith, Al Horford, Jamal Crawford e via dicendo al genio di questo regista 37enne.

Staremo a vedere…finora Nash non ha ancora dichiarato cosa vuole fare, e d’altronde ha un contratto in essere…sarà disposto a guadagnare di meno nei prossimi anni pur di vincere il titolo?

Troverà qualche squadra disposta ad affidargli le chiavi del gioco?
Ma soprattutto, inciderà anche lui il proprio nome in quella lista di “grandi perdenti” oppure no?

Forza Steve, hai ancora tempo per stupirci…

8 thoughts on “Il bivio di Steve Nash

  1. Vai ai Lakers l’anno prossimo (se ti vogliono…) sei troppo forte, anche a 37 anni, ti meriti un anello!

    • Da tifoso Lakers sarebbe quasi un sogno, ma sulla carta non funzionerebbe, Nash è un playmaker che corre e sopratutto deve avere la palla in mano per creare gioco.
      Queste sono due caratteristiche che non si sposano per niente con l’attaco triangolo applicato da Phil Jackson che si svolge prettamente a metà campo e non ha un vero portatore di palla.
      La squadra poi non si adatta, c’è Kobe che gestisce la palla la maggior parte del tempo e gli altri sono troppo anziani per passare 40 minuti a correre come pazzi sul parquet.
      Nash si ritroverebbe a fare la comparsa come specialista dall’arco. Un finale di carriera indegno per un giocatore di quel livello.

      Piccola nota a margine:
      a NBA 2k11 ho avviato un MyPlayer e un Associazione, in entrambi i casi la CPU ha autonomamente messo in atto uno scambio che ha portato Nash ai Celtics in cambio di Nate Robinson e altra fuffa.
      Inquietante.

  2. Da simpatizzante Phoenix ritengo che Nash meriti l’occasione anche subito, se fosse possibile. Ha un Q:I. cestistico superiori a molti di quelli che vinceranno il titolo quest’anno ed è un professionista coi fiocchi. P:S. Ora ditemi chi è quello che considera Karl Malone, John Stockton, Patrick Ewing, Charles Barkley, Elgin Baylor, Reggie Miller inferiori ai loro rispettivi che hanno vinto un anello? Che Thomas lo consideriamo più forte di Stockton forse? :D

  3. la maledizione dei play bianchi. dopo Bob “the poet” Cosey l’apripista della categoria dei play geniali e fantasiosi ma non fortissimi fisicamente continua la maledizione dei play che dopo di lui non ha visto nessun altro vincere un titolo.
    pestol pete, jason kidd, nash e sopratutto il + grande di sempre John Stockton non hanno potuto coronare i loro sogni di gloria.
    Steve, tra questi, è stato quello che nella velocità + alta ha dimostrato maggiore controllo e creatività. il suo basket incadescente ha segnato la generazione in corso e onestamente come per John preferisco di gran lunga che rimanga padrone in casa sua fino alla fine della carriera anche se senza titolo piuttosto che fare da comparsa altrove e conquistare un anello non suo.
    bell’articolo e tra i grandi giocatori che alla fine molto probabilmente non vinceranno nulla metterei pure Dirk anche se capisco che la mia è una previsione che può essere ancora smentita.

  4. Io direi Orlando, Jameer Nelson non e’ un play puro e potrebbe giocare con Nash, oppure potrebbero dare lo stesso Nelson a Phoenix: altri posti non ne vedo, forse Portland con Miller in scadenza di contratto…

  5. Blocksteal, ci sono molti grandi giocatori che rischiano di finire la carriera senza un anello tra quelli in attività…tu citi Nowitzki, ma anche Kidd se è per questo. Per non parlare di Iverson…e mi fermo a quei giocatori che smetteranno nel breve periodo.

  6. A gia’ detto tutto il commento dell’articolo purtroppo Nash e’ un grande attaccante ma non e’
    completo perche’ un grande dovrebbe essere anche in grado di difendere e purtroppo per
    lui nel suo ruolo ci sono sempre stati grandi campioni che possono farti fare brutta figura.

    saluti

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