La rifondazione dei Jazz si baserà anche su Al Jefferson nelle prossime stagioni?

Dopo tanto, tanto tempo, il giochino si è rotto. Era stato costruito bene, con pazienza ed intelligenza, ma era molto vecchio, quindi inevitabile che prima o poi accadesse. I primi segni di cedimento si sono visti quando l’allenatore con la più lunga permanenza sulla stessa panchina degli ultimi 20 anni aveva deciso di ritirarsi.

 

Da lì in poi si era capito che molte cose sarebbero andate a sud e difficilmente i pezzi sarebbero rimasti uniti. Nonostante una proprietà presente e sana, nonostante uno dei migliori GM in giro per la Lega.

 

Ma partiamo dall’inizio: Jerry Sloan, il terzo allenatore con più W nella storia della NBA (1221 vinte, 803 perse), il 10 febbraio 2011 annuncia le sue dimissioni, si dice a causa di una lite con il leader della squadra Deron Williams.

 

Con lo stile che lo ha contraddistinto in tutti questi anni, Sloan però non alimenta la polemica e, nella conferenza stampa, fa sapere che la decisione non dipende dagli screzi con il suo play-maker ma dalle difficoltà di tenere alte le motivazioni dopo tanto tempo e la mancanza della giusta energia per stare in panchina.

 

Lo sostituisce l’assistente allenatore Ty Corbin, all’esordio come primo ma conosciuto e apprezzato all’interno dello spogliatoio. La svolta però non arriva. Partita come una possibile contender, i Jazz non riescono a dimostrare il loro valore in campo.

 

Il gruppo sembra disunito, i due lunghi titolari, Jefferson e Millsap, fanno fatica a coesistere insieme e spesso una partita buona di uno dei due corrisponde a quella sottotono dell’altro.

 

Il centro titolare, Okur, proveniente da un lunghissimo infortunio, non riesce a tornare in forma e, nonostante la strapotenza atletica e tecnica di Deron, continuano ad arrivare le sconfitte.

 

Intanto si avvicina minacciosa la trade-deadline. Tutti gli occhi sono concentrati sul Melo-dramma e nessuno si accorge che nel sottobosco NBA qualcosa di molto grosso si sta muovendo, aspettando che cada la prima pedina per poi scatenare un domino di movimenti, uno correlato all’altro.

 

Anthony sceglie i Knicks, lasciando a mani vuote i cugini del New Jersey, a cui però non piace fare la figura dei parenti poveri e decidono di completare una delle più rischiose mosse di mercato degli ultimi anni.

 

Mandano nello Utah la loro prima scelta di questa stagione ed il play-maker titolare, più due futuri pick al prossimo draft per Deron Williams. L’intera NBA è completamente sconvolta, Deron totalmente incredulo.

 

Se già in precedenza non vedeva di buon occhio giocare per una squadra che non aveva praticamente alcuna ambizione di vincere il titolo, ora essere catapultato in una franchigia senza presente e fuori addirittura dai PO lo ha lasciato senza parole.

 

Le possibilità che rinnovi il suo contratto in scadenza nel 2012 alla corte del russo sono davvero esigue, ma con il nuovo proprietario e le sue manie di protagonismo anche al di là dell’oceano non si può dare nulla per scontato.

 

I Jazz senza il loro go-to-guy vengono ridimensionati ulteriormente ma la scelta è chiara: si è voluta sacrificare questa stagione, che in ogni caso non avrebbe dato le soddisfazioni sperate, per un giocatore di prospettiva futura, un play-maker di gran lunga meno costoso e la possibilità di presentarsi al draft in posizione di forza, sperando di ricavarne quanto di meglio possibile.

 

È, a tutti gli effetti, una rifondazione. E questo potrà anche non piacere ai tifosi (uno di questi è colui che scrive), ma a mio avviso e visto soprattutto col senno di poi, la rivoluzione andava fatta.

 

Deron è un atleta fantastico, il migliore nel suo ruolo all’interno della Lega, ma il rapporto con dirigenti, società e squadra era logoro. Le voci che si rincorrevano riguardo un suo probabile trasferimento ai Knicks al termine del suo contratto erano troppo insistenti e, tenendolo in squadra, si sarebbe rischiato l’ennesimo caso Melo/LeBron per tutto il corso della prossima stagione.

 

Inoltre, in cambio del numero 8 sono arrivati due giocatori di complemento, certo, ma che possono dare un buon contributo nonostante il talento nettamente inferiore.

 

Devin Harris, combo-guard che fece la fortuna dei Mavs parecchi anni or sono ma che non è più riuscito a trovare la continuità di quel periodo, ha spiccate doti offensive soprattutto nell’aggredire il canestro, un buon ball-handling e un discreto gioco middle range.

 

È decisamente carente nella gestione del gioco (nonostante i 7,2 apg ha difficoltà a mettere in ritmo la squadra), ma se non deve essere lui il franchise player, può far parte di una squadra con ambizioni.

 

Derrick Favors invece, da quando è arrivato nello Utah, ha dimostrato di poterci stare all’interno di questa Lega: favorito dall’infortunio di Millsap, ha più volte superato la doppia cifra nei punti, dando un buon contributo sotto canestro.

 

È, come si dice in America, “a prospect”, ma nel futuro potrebbe ritagliarsi un ruolo importante nello spot di ala in questi Jazz, vista anche la scadenza nei prossimi anni dei contratti di Kirilenko e Okur.

 

Con questo non intendo dire che bisogna essere soddisfatti della dipartita della propria stella, ma anche i risultati recenti mostrano come la squadra ce la stia mettendo tutta per cercare di accalappiare una moneta per la post-season, anche dopo il periodo di crisi intercorso successivamente ai trasferimenti.

 

Per questo si pone l’eterno dilemma: cercare di raggiungere un posto al sole per le partite di fine aprile oppure far parte di quelle squadre che non hanno alcuna ambizione, neanche raggiungere i Play-Off, per poi ricostruire da zero?

 

Solo il tempo dirà se le scelte effettuate produrranno un futuro migliore, nel frattempo attendiamo la fine di questa infausta stagione, sperando che il draft riporti il sole nello Utah.

 

 

 

8 thoughts on “Rivoluzione in casa Jazz

  1. Non mettendo in discussione la bravura di D. Williams (come non si può apprezzare) in campo ma quella comportamentale bene la società a mandarlo via. Alla fine una società, che si rispetti, non può permettere nulla di quello che è successo, anche se sei la 1° stella. Sloan aveva capito che avrebbe lasciato? lui era insoddisfatto? voleva i NYk? bene, te ne vai ai Nets e tanti in bocca al lupo. Ora tocca a loro soddisfarlo entro il 2012 e non sarà semplice perchè non solo loro stanno puntando Howard (giusto da parte loro provarci, avendo buone possibilità di movimento + Lopez).
    Alla fine Harris non è sicuramente Williams ma neanche da buttare, anzi e Favors da osservare. Possibilità di movimenti futuri ci sono. Certo non sarà semplice ma, come giustamente riportato nell’articolo, era è una scommessa da prendere. Possono far bene.

    Non sono tifoso di una franchigia NBA ( già ho tanti “problemi” con la Lottomatica ) ma, sicuramente sbagliando, quello che ha fatto la società non è da sottovalutare anche solo come gesto a riguardo di un coach che ha dato sicuramente di più di DW. Quello che oggi è successo ai Jazz domani capiterà da altre parte, fa parte del gioco.

    ps: un sentito grazie a Jerry Sloan e ai suoi Jazz sempre un piacere vederli giocare.

  2. Buonissimo articolo, compliment Davoz. Lucido, essenziale, mai noioso…è stato un piacere leggerlo.

    Tornando sull’argomento, io credo che i Jazz si trovino in una posizione molto delicata, il che non vuol dire per forza negativa: diciamo a metà del guado. Hanno molti giocatori di buon impatto e io penso che possano trovare una buona continuità l’anno prossimo, dato che il talento è di tutto rispetto. Millsap, Jefferson, Favors ed Okur è un reparto lunghi di quelli rispettabilissimi e soprattutto molto completi, e anche tra gli esterni la situazione è tutt’altro che negativa, nonostante la partenza di Williams. Basti pensare ad Harris e Kirilenko…

    Il fatto è che, pur essendo i Jazz una buona squadra, hanno due problemi: uno è l’allenatore, dato che Corbin si dovrà dimostrare all’altezza della situazione così come lo era Jerry Sloan, il quale rappresentava un valore aggiunto con la sua intelligenza, le sue capacità e la sua esperienza. Il secondo problema deriva dal fatto che manca un po’ di qualità a questa squadra, e quindi due giocatori di buono spessore oppure una stella. E i giocatori da prendere sono nelle posizioni di playmaker, guardia ed ala piccola: ma la base è davvero ottima, e a Utah secondo me non manca molto per essere una protagonista della NBA.

  3. Purtroppo non si poteva fare altrimenti, non esistono più giocatori come Stockton che restano tutta la vita nella “propria” franchigia. Utah ha fatto bene a mandare via DWill (una gioia per gli occhi), ma la prossima stagione sarebbe rimasta con il classico pugno di mosche e una scelta bassa al draft dato che si sarebbe andati ai PO quest’anno e non in lotteria come invece quasi sicuramente accadrà. Voglio far notare che il sistema del salary cap (che le squadre dei mercati più grandi ignorano), ci ha tagliato le gambe quest’anno (parlo da tifoso). Le cose non sarebbero andate così se fossimo riusciti a trattenere i vari Matthews, Brewer, Boozer, Korver. Con un terzo di squadra che ti va via da una stagione all’altra come puoi competere? Ai Lakers Celtics Knicks Bulls ste cose non succedono. Ecco perchè alla fine anche nella NBA vincono sempre le stesse. Ora bisogna fare scelte che ci condizioneranno per il prossimo futuro, occorrono una guardia e ala piccola da quintetto e magari riuscire a prendere al draft una futura superstar, cosa di cui adesso si sente urgentemente l’esigenza, cosa faranno con i contratti in scadenza? Sono tutte cose nelle quali occorre tempoper verificare, purtroppo. Poi mi sembra che sia anche un anno dispari per quanto riguarda il talento proveniente dall’ncaa….che dite?

  4. L’errore fu fatto a suo tempo…sull’asse Boozer-Williams dovevano inserire un centro con caratteristiche diverse da Okur….
    La cessione di Williams ha fatto capire che si riparte….fortunatamente non ripartiremo da zero..la base è buona….però c’è il rischio di vivacchiare….perchè con questa squadra non penso si possa andare oltre il 1° turno in un futuro prossimo…
    Manca la stella…il primo violino…difficile che possa arrivare con il Draft…l’unico con questi requisiti mi sembra Barnes…ma non arriverà…
    O’Connor dovrà lavorare bene anche con la merce di scembio..le scadenze di Okur e Miles e Millsap potrebbero tornare utili…
    Questione Harris: non è male, ma nel sistema dei Jazz non c’entra nulla….ma nulla nulla….
    Se O’Connor riesce a piazzarlo in cambio di qualcosa di buono allora la cessione di Williams potrebbe aver avuto un senso…altrimenti si fa dura…

  5. ringrazio per i complimenti xandro e rispondo un po’ a caso :)
    per prima cosa darei un occhio al cap, poichè nei prossimi 2 anni si alleggerirà di due contratti che ci hanno levato completamente ogni prospettiva per il futuro: stanno infatti andando in scadenza quest’anno i 17 di AK47 (il contratto più assurdo che abbia mai visto, anche peggio di quello di francis) e l’anno prossimo quello di Okur, che libererà una decina di milioni. questo ci permetterà di muoverci sul mercato più liberamente, tenendo conto anche dei vari giocatori magari poco utili alla nostra causa ma buoni per altre squadre. Jefferson non mi ha soddisfatto completamente, gran realizzatore ma non riesce a trascinare la propria squadra alla vittoria, inoltre ha stravolto un po’ il sistema e con Millsap sembra che non ci pigli molto. Penso terremo questa coppia di lunghi fino alla scadenza di Al e verrà sacrificato per qualcosa di buono Okur, che sinceramente non ho mai apprezzato più di tanto, nonostante sia un’arma tattica incredibile (ma per uno che sa “solo” tirare, quelle cifre mi sembrano un po’ esose). Spero si riesca a trattenere Miles e riportarlo al ruolo di sesto uomo, serve un play che sappia far girare a dovere la squadra in campo ed una guardia o ala piccola educata cestisticamente e con punti nelle mani. sono d’accordo con jimpsy quando dice che harris non è male ma con il sistema jazz ci piglia poco. magari un felton in uscita dai nuggets non sarebbe male se affiancato da un 2/3 di livello…

  6. Facendo un passo indietro concordo sul discorso di Jimpy su Okur accanto a Boozer. Sul presente d’accordo con Davoz sulle possibilità salariali dei prossimi anni e quindi di movimento.
    Su Harris che a me non dispiace ma non seguendo i Jazz come voi non mi sento di intervenire, al quel punto anche lui può rimaner utile per scambi. Possibilità di movimento ci sono.

  7. Bell’articolo, complimenti. Che dire, rivoluzione dolorosa, ma forse inevitabile: jerry aveva i suoi anni e prima o poi doveva smettere (non in questo brutto modo però….), DW grandissimo, ma come tutti i grandissimi dotato di un bel caratterino che con il tempo ha contribuito a logorare i rapporti un po con tutti (allenatore, squadra, società , tifosi…). Resta una discreta base e se dovessimo essere fortunati nella lottery (molto meglio andare in lottery che 8° e fuori al 1 turno!!!) e abili con i contratti in scadenza già l’anno prox questa squadra può dare soddisfazioni. A mio pare occorre tenere solo 1 tra big al e millsap: io propendo, anche se con dolore, per il primo (impiegato da ala grande però)…paul è un grande, ma troppo sottodimensionato per giocare in quel ruolo, andrebbe bene da 6 uomo, ma con quello stipendio è un lusso che i jazz non possono permettersi….poi via kiry (ormai l’ombra del giocatore che fu) e okur che non ho mai potuto soffrire (per me un centro che tira da 3 è l’antibasket….). Serve come il pane una guardia con punti nelle mani e un buon centro da affincare a big al, oltre ad una buona ala piccola. harris non è il massimo per il sitema di utah, ma se non si riesce a scambiarlo per qcs di meglio diamogli una possibilità. Favors invece puà crescere tantissimo come riserva di jeff. Go Jazz

  8. Questione Jefferson-Millsap: Solitamente ad una buona/grande prova di uno si contrappone la prova mediocre dell’altro….
    Millsap secondo me è un superbo 6° uomo in una squadra con ambizioni….
    Io proverei a sacrificare uno dei dei 2…considerata anche la presenza di Favors che il prossimo anno dovrà avere qualche minuto in più…e anche per me il sacrificabile è Millsap….che quest’anno difensivamente ha sofferto moltissimo i 4 più alti…

    Questione Favors: a me sembra molto grezzo….non ha nessun movimento offensivo…per ora c’è solo uno straripante atletismo….
    Difensivamente invece mi sembra un pochino più avanti…

    Questione Kirilenko: oggi il contratto è assurdo…ma 7 anni fa nello Utah c’era soltanto lui….era l’idolo…giocò un All Star…era un giocatore totale….e nello Utah solitamente è difficile portare qualcuno…quindi uno come lui dovevamo tenercelo stretto….sfiorammo i PO con Arroyo e Ben Handlogten….!!!

    Serve come il pane un esterno che sappia creare dal palleggio…che possa mettersi in proprio…un Paul Pierce…un Mc Grady vecchia maniera….so bene che sia un’utopia…però con Harris e questi lunghi ciò di cui avremmo bisogno è proprio quello…Hayward, che mi piace, non è quel tipo di giocatore…
    Parlano bene di Burks che alla 12-13 potrebbe essere disponibile…ma io non lo conosco…

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