RiuscirĂ  Sterling a costruire una squadra competitiva attorno a Griffin?

“Enjoy every minute of your life because any time you can get traded to Cleveland”.
Così ha twitterato un insider pochi minuti dopo lo scambio che ha visto Baron Davis tradato verso il “mistake on the lake” insieme alla prima scelta di quest’anno in cambio di Mo Williams e Jamario Moon.

Una cosa che non avrà certo fatto piacere al Barone, che non molto tempo fa si rese protagonista del clamoroso passaggio (tradimento?) come free-agent da Golden State (della quale era diventato l’idolo indiscusso) alla seconda squadra di Los Angeles, i Clippers, proprio per tornare a casa.

Ma la cosa forse ha fatto ancora meno piacere ai tifosi dei Velieri, che finalmente stavano iniziando a vedere la luce in fondo al tunnel, dopo i draft che hanno portato gente del calibro di Griffin e Gordon, che col Barone pronto a innescarli sembravano una squadra pronta se non a dettare legge quantomeno a poter dire energicamente la sua nei prossimi anni nella corsa ai playoff della Western Conference.

Ma non si erano fatti i conti con l’oste, il proprietario Donald Sterling.
Fin dalla firma il contratto del Barone pare non essere mai andato giù all’owner de Clips, che ha spesso provato a liberarsene senza successo, e ci è riuscito solo ora dovendo però regalare la propria prima scelta (senza protezioni) ai Cavaliers nell’ambito dell’affare, anche se questo potrebbe essere il male minore visto che a detta degli esperti questo potrebbe essere uno dei peggiori draft degli ultimi 15 anni, oltre a un lockout che fa paura da dietro l’angolo.

E la non particolare dedizione a tenersi in forma durante l’estate del Barone non ha aiutato…
In cambio si è visto recapitare l’expiring contract di Jamario Moon (in realtà una team option da 3,2 milioni che di sicuro non sarà esercitata) che potrebbe essere addirittura buyouttato subito, e quel Mo Williams rimasto orfano di Lebron sulle rive del lago.

Williams ha una doppia player option nelle prossime due estati a 8,5 milioni (9,3 è il salario di quest’anno), e voci di corridoio dicono che gli è spiaciuto molto lasciare i Cavs e potrebbe anche non esercitare il rinnovo quest’estate, anche se pare difficile che qualcuno possa offrirgli un pluriennale più ricco, tanto più che questa è la sua peggiore stagione nella Lega da quando era sophomore…

Dal punto di vista salariale non si può negare che sia un buono scambio per le tasche del proprietario dei Clippers, che si libera dei quasi 29 milioni che avrebbe dovuto versare sul conto del Barone nelle prossime due stagioni, prendendo Mo che è comunque più giovane e se anche esercitasse il rinnovo darebbe un risparmio di 5-6 milioni per entrambi gli anni. E’ evidente anche il fatto che c’è molta fiducia in Eric Bledsoe come franchise point guard per il futuro.

Il problema è che una volta di più Donald Sterling ha pensato appunto alle sue tasche piuttosto che al bene e alle prospettive della squadra. Dopo un inizio di stagione in salita da un po’ di tempo i Clips si stavano mettendo in bella mostra, cogliendo vittorie importanti e dimostrando un ottimo gioco corale grazie al trio Barone-Gordon-Griffin che dava spettacolo, faceva divertire e si, vinceva pure.

Si ipotizzava addirittura di scambiare la prima scelta per il nostro Danilo Gallinari prima che i Nuggets confermassero la sua incedibilità, ma alzare il monte salari piuttosto che abbassarlo non sarebbe proprio stato da Sterling, anche se ciò avrebbe reso la sua squadra ancora più competitiva in un anno in cui gli analyst auspicavano addirittura un clamoroso recupero verso la zona playoff nella seconda parte di stagione.

E allora siamo di fronte ai soliti Clips e al loro solito proprietario?
Ancora una volta quando all’orizzonte si vede la luce ricalerà subito il buio?
Resteranno ancora la barzelletta di L.A.?

Solo il tempo può dirlo, certo è che le mosse paiono andare nella direzione sbagliata… Il Barone era un’ottima chioccia per i due giovani e pareva aver ritrovato la voglia e il piacere di giocare, e andarsene dalla sua Los Angeles per finire nel gulag sul lago non gli avrà fatto piacere, come pure ai tifosi.

Mo Williams deve decidere se tornare quello dell’anno scorso (in cui, anche se molto sponsorizzato, disputò la partita delle stelle) o restare il giocatore in difficoltà di questa stagione, e a lui si chiederà una leadership enorme, mai stata il suo cavallo di battaglia mentre era intrinseca nel cuore di Baron Davis. Inoltre se veramente vuole uscire dal contratto ha bisogno di una seconda metà di stagione molto convincente per il suo futuro economico.

La free agency di quest’anno, oltre al lockout probabile, non presenta fenomeni assoluti ora che Melo ha finalmente firmato l’estensione, e quindi viene meno pure l’idea che si sia liberato spazio per fare il salto di qualità in estate.

Nei prossimi anni ci saranno da rinnovare Gordon e Griffin, e di sicuro per entrambi si dovrĂ  andare in doppia cifra come milioni annui. Sterling sarĂ  disposto ad accontentarli e provare finalmente a portare a casa qualche risultato oltre ai soldi?

Chissà, certo è che il Barone era la sua firma più importante, un nativo di L.A. come bandiera della squadra, ma per vari motivi non ha reso ciò che ci si aspettava (cioè un rendimento da top player, non solo da buon giocatore) ed è stato scaricato proprio quando sembrava si fossero trovare le sue spalle ideali coi due giovani leoni in rampa di lancio. Per risparmiare.

Forse sarebbe il caso di bussare dall’altro lato della strada a casa Buss e chiedere se spendendo qualcosa in più per trattenere i giocatori migliori ci sono più possibilità di vincere. Ovviamente a patto che attraversando la strada stessa non incontriate Isiah Thomas…

7 thoughts on “Ancora anni bui per i Clippers?

  1. Personalmente non credo che Griffin rinnoverĂ  con questi Clippers, mi pare evidente che abbia voglia di vincere, e altrove le superstar (giovani) si sono unite per dare vita a squadre estremamente competitive. Sarebbe ingenuo da parte sua sperare che Sterling cambi direzione proprio ora se non lo ha fatto ai tempi di una line-up giovane e (ai tempi si credeva) futuribilissima come Maggette – Odom – Andre Miller – Olowakandi – Quentin Richardson – Elton Brand.
    Sterling non ha mai fatto nessuno sforzo economico per vincere sul campo, ma dalla sua può certamente rivendicare il fatto che i Clippers in mano sua sono stati una delle franchigie che hanno speso meno nella storia recente dello sport americano.

  2. condivido dalla A alla Z. Sebbene non mi piacciano, mediamente, le superstar capricciose che si raggruppano per vincere “facile”, qualsiasi fuoriuscito dai Clipps sarebbe giustificato ai miei occhi: è evidente che finchè non cambierĂ  dirigenza non cambierĂ  nulla in quella franchigia. Guardando i giocatori che hanno tutt’ora, potrebbero fare veramente bene giĂ  in questa seconda fase della RS, per non parlare del prossimo anno. Ma sono sicuro che Sterling riuscirĂ  anche questa volta a fare schifo, con la sua condotta speculativa e basta. Prima se ne vanno i giocatori validi, meglio sarĂ  per loro. Spero che lo faranno da FA, così quel buffone non ci guadagna neanche. Come aveva giĂ  scritto un commentatore sul sito NBA: “Run Blake Run”…e come Griffin pure Gordon, Kaman etc…restando lì sprecheranno il loro talento per una dirigenza imbarazzante, andando in altre squadre, non necessariamente a fare “grupponi”, sarĂ  un piacere vederli gareggiare per le posizioni nei PO, perchè per primi Griffin e Gordon se lo meriterebbero davvero!

  3. Qualcuno mi spieghi cosa ci guadagna Sterling nel non sviluppare la sua franchigia? Ha un crack come Griffin ora, cosa aspetta a provare il tutto per tutto!

  4. ci guadagna a non pagare gli stipendi (facendo andar via i giocatori) e a tenere la franchigia in attivo come se fosse un’azienda… guadagnando soldi ma non reinvestendoli…

    • quoto e sottoscrivo….la differenza tra un imprenditore con la I maiuscola e uno speculatore…

  5. Bell’articolo e interessanti gli spunti ma tutti i fatti di cui parli potrebbero essere visti anche sotto un’altra chiave. La cessione di Baron Davis, che potenzialmente potrebbe essere uno dei primi 5 play della lega, ma nella realtĂ  si sta rivelando per etĂ  (va verso i 32 anni) e per una certa rilassatezza da giocatore arrivato ed un fisico che non gli garantisce piĂą l’esplosivitĂ  di un tempo con la stessa continuitĂ , e che reca con se un contratto da super big non penso che sia così deleteria per la squadra. Si certo si perderĂ  un po’ di leadership, ma quella dovrĂ  andare sulle spalle del buon Blake, e la sua capacitĂ  di dare gioco alla squadra, (che in questi due anni di permanenza ai clippers peraltro non si è mai vista molto) ma ci permette di acquistare un ottimo giocatore mortifero da fuori come Mo Williams (+ giovane e piĂą integro fisicamente) che con le sue doti aggiunge una dimensione alla squadra. Certo la perditĂ  della prima scelta del quest’anno sarĂ  dolorosa ma il draft non sempre ha dato giocatori irresistibili (vedi i vari turner e favors wesly johnson Epke udoh per citare gli ultimi) se vuoi vincere, ed essendoci almeno 7 squadre con un record peggiore dei Clippers non è che abbiano tutte ste chances di prendere una scelta bassissima (prime 5). Oltrettutto è un draft molto incerto perchè non ci sono giovani, anche a causa del probabile lock-out, che stanno emergendo. Inoltre i Clippers hanno una lineup molto giovane, contando che i due rookie di quest’anno (Bledsoe e Aminu) sono in panchinari. I Clippers per essere piĂą temibili avrebbero bisogno di qualche giocatore un po’ piĂą esperto e non solo di giovani. Ritornando a Baron Davis può sembrare una scelta di comodo dettata dai soldi (ma per quale motivo non si deve stare attenti ai bilanci) ma secondo me, un giocatore che sta dimostrando di essere nella parabola discendente della sua carriera (ha 11 stagioni nba sulle sue spalle) per un giocatore meno costoso ma forse piĂą funzionale al progetto non è da vedersi così negativamente. Certo Sterling finora non ha mai dato prova di essere un buon proprietario, ma questa mossa non mi sembra così negativa come si potrebbe intendere.

    Faremo i conti l’anno prossimo

    • Non è che non si debba guardare ai bilanci, ma una questione di prioritĂ .
      I Clippers di Sterling non sono mai stati una squadra, ma un porto dove spesso sono arrivati giovani talentuosi lasciati a loro stessi fino al momento della sicura cessione o del mancato rinnovo del contratto.
      Come squadra non hanno mai avuto un progetto che sia durato piĂą di due stagioni, non hanno mai neanche tentato di avere un uomo franchigia in campo (Maggette e Brand erano li eppure sono andati a finire le loro carriere altrove).
      A Sterling gli va di culo che non esiste il concetto di “retrocessione” nell’NBA altrimenti la sua squadretta sarebbe finita presto fuori dal radar.

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