Facciamo le valigie che si va in Florida!

Cosa sta succedendo ai Magic?
Questo il primo istintivo pensiero che mi è venuto spontaneo alla notizia dell’ennesima sconfitta inaspettata perché subita contro una squadra decisamente inferiore come Philadelphia. Sei le sconfitte nelle ultime dieci gare e una sola vittoria nelle ultime sette.

Se le sconfitte in trasferta su campi storicamente ostici come Denver e Utah si potevano preventivare, le sconfitte con Bucks, Portland e quella casalinga con Atlanta lo erano meno.

Un virus intestinale che ha colpito la squadra ha costretto Howard, Pietrus, Redick e Nelson a casa per la gara con i Bucks e ha lasciato sicuramente strascichi anche sulla partita di due giorni dopo contro gli Hawks. Casualità che ha influenzato l’esito solo di due gare di regular season ma la sensazione è che i Magic avessero perso l’inerzia positiva e stessero lentamente ma inesorabilmente cadendo, quarti ad Est dietro Celtics, Heat e Bulls.

Invece nel momento meno atteso è arrivata la notizia di due “blackbuster trades” come le definiscono negli States orchestrate dal GM Otis Smith.

I movimenti hanno coinvolto giocatori di primo piano come Lewis e Carter e ottimi giocatori di rotazione come Gortat e Pietrus. In arrivo Arenas, Jason Richardson, Earl Clark e il ritorno di Hedo Turkoglu.

Gli spunti di riflessione sono tantissimi ma prima di approfondire le conseguenze delgli scambi entriamo nei particolari.

Rashard Lewis è stato mandato ai Wizards in cambio di Gilbert Arenas. Orlando scarica un contratto oneroso come quello di Lewis, il secondo in assoluto di tutta la Lega, per uno più lungo alleggerendo però di qualche milione il monte salari per i prossimi due anni.

Carter, Gortat, Pietrus e una prima scelta 2011 ai Suns per Turkoglu, Richardson e Clark l’altro movimento.

Richardson arriva con un contratto in scadenza che fa risparmiare ai Magic un paio di milioni rispetto a quello di Carter, soldi che però servono per il contratto di Turkoglu leggermente più alto di quello di Gortat.

Con il roster rinnovato i Magic dovrebbero scendere in campo con Nelson, J. Richardson, Turkoglu, Bass, Howard. Dalla panchina Arenas, Redick, Duhon, Williams, Q. Richardson, Anderson, Allen, Clark e Orton.

Se Richardson ricalca il prototipo del tiratore che tanto s’incastra nel gioco dei Magic e Turkoglu è un ritorno, l’arrivo di Arenas può portare una nuova dimensione al gioco di Orlando, quello che non si è riusciti a fare con Carter.

I buoni rapporti tra Arenas e Smith nati ai tempi dei Warriors sono stati sicuramente alla base della scelta fatta dal GM. I dubbi su Arenas sono ancora tanti, come innegabile è il talento dell’ex Arizona. Il suo recupero dall’infortunio sembra ormai pieno e la convivenza con Wall ai Wizards sembrava togliere sostanza ad entrambi.

I dubbi che solo il campo potrà dissipare sono sull’efficacia di Arenas e se tornerà ad essere quel giocatore decisivo visto nella capitale fino a tre stagioni fa.

Le medie di questa prima parte di stagione con i Wizards sono discrete anche se le percentuali al tiro sono deficitarie. Ora a Van Gundy il compito di inserire Arenas forse dalla panchina, ruolo che dalle prime dichiarazioni la guardia sembrerebbe accettare di buon grado, visto che un impiego contemporaneo con Nelson, titolare nello spot di point guard, è poco probabile.

Arenas è un ottimo giocatore di pick and roll, non un tiratore mortifero ma un “shoot-maker”, uno che mette i tiri che contano ma ha caratteristiche molto simili a Nelson. Entrambi preferiscono avere la gestione del pallone e poco prediligono il gioco sui blocchi.

Lewis, ai minimi in carriera per punti con poco più di 12 di media, ora vestirà la casacca di una squadra con pochissime ambizioni e in fase di ricostruzione. Il suo contratto lo lega ancora per tre anni e rischia di chiudere la carriera nella mediocrità.

La sua cessione è la presa d’atto che un gioco basato su un’ala grande atipica non può portare a vincere un titolo,anche se ci si può andare vicino, ma soprattutto non da continuità nei risultati.

La stagione dei Magic è iniziata con l’idea di dare maggiore spazio a Brandon Bass togliendone un po’ a Lewis o spostandolo in ala piccola, situazione che non ha giovato al gioco dell’ex Sonics.

Van Gundy vede così deviare il sistema di gioco impostato da quattro anni. Vero è che Turkoglu potra prendere il posto di Lewis ma è più probabile che giochi in ala piccola.

Anche il ritorno del giocatore turco lascia ampi dubbi visto il recente passato. Dopo le finali del 2009 Turkoglu ha preferito Toronto ed un contratto più remunerativo ma in due anni è già alla terzo cambio di maglia. Sia ai Raptors che ai Suns non ha mostrato quella leadership che tutti si aspettavano. Spento, quasi svogliato, ad Orlando sperano tutti che ritrovi la forma di un tempo.

L’idea di Van Gundy è quella di utilizzare il turco come ala piccola, spostando Quentin Richardson in rotazione dalla panchina. Lo stesso Van Gundy spiega la flessione del rendimento lontando dalla Florida come una conseguenza del ruolo svolto nei nuovi team.

Sia a Toronto che a Phoenix Turkoglu veniva sfruttato solo come tiratore piazzato e non come point-forward, limitando le sue doti di regista. Ad Orlando con un playmaker finalizzatore come Nelson, Turkoglu dovrebbe tornare a svolgere un ruolo principale nella gestione del gioco.

Altro giocatore tagliato dal sarto per il sistema Magic è Jason Richardson. Tiratore da tre dall’angolo aggiunge fisicità nel ruolo di guardia. Quello che sperano nello staff tecnico dei Magic è di poter sviluppare situazioni nuove anche con conclusioni dalla media distanza.

Uno dei problemi evidenziati negli scorsi play-off dai Celtics è stata l’incapacità dei Magic di trovare altre soluzioni che non fossero il tiro da tre o il gioco interno di Howard. Solo Redick si è mostrato pronto e capace di leggere la difesa di Boston scegliendo soluzioni dalla media. Richardson al pari di Redick è un tiratore capace di segnare da tre e di prendersi conclusioni anche nella zona intermedia.

L’ultimo giocatore inserito nella trade con i Suns è Earl Clark.
Da due anni a Phoenix non ha mai mostrato grandi doti anche se al tempo del college era stato paragonato a Odom per caratteristiche tecniche. Difficilmente troverà spazio nella rotazione.

Chi potrà giovare della partenza di Lewis invece è Ryan Anderson che dovrà essere bravo a sfruttare l’opportunità che gli si presenta. Chiuso in quasta stagione da Bass ora Anderson potrà giocare i minuti come cambio dello stesso Bass ma anche i minuti in cui Bass sarà schierato da centro.

Infatti la partenza di Gortat lascia un vuoto nel ruolo di centro di riserva. A meno di altri movimenti come un possibile scambio di Malik Allen per un centro veterano, Bass dovrà giocare minuti da centro. Nonostante l’altezza che supera di poco i due metri ha già giocato nel ruolo negli anni a Dallas a fianco di Nowitzki.

Qual è la motivazione alla base di queste due trade che hanno cambiato radicalmente l’assetto dei Magic? Il miglioramento di Heat e Bulls in estate e la conferma dei Celtics hanno retrocesso Orlando a squadra con poche speranze di titolo. Nell’immediato futuro si spera di dare di nuovo l’assalto all’anello ma quello che Smith ha tentato di dare è un segnale a Howard.

Il centro dei Magic non si è mostrato contento dell’immobilismo di quest’estate mentre le altre franchigie di punta ad Est si rafforzavano. Howard ha la possibilità di uscire dal contratto nell’estate del 2012 e se non vedrà i miglioramenti sperati da questi ultimi movimenti non è da escludere che possa decidere per diventare free agent e lasciare Orlando.

Quell’estate infatti potrebbero liberarsi altri All-Star come Chris Paul, Deron Williams e Derick Rose e non è impossibile che Howard possa scegliere di seguire uno di loro per poter portare a casa finalmente il titolo.

7 thoughts on “Revolutionary Magic

  1. frontline magic: howard-bass-allen
    frontline celtics: garnett- perkins-o’neal-o’neal-davis-erden

    in una trade di queste proporzioni i magic dovevano cercare di portare a casa anche un lungo serio, possibilmente un 4, invece hanno ancora imbottito il roster di esterni.

  2. deron

    non sono così d’accordo..Howard (toccandoci) non ha più problemi di falli, e vista anche la sua età, DEVE avere un minutaggio da allstar, intorno ai 37 minuti..quindi, ci basta un veterano che dia 10 minuti di energia + bass che ha già dichiarato di preferire lo spot di 5 da difendere…

    Per quanto riguarda Jameer, i suoi minuti varieranno dinamicamente in base a cosa farà Gilbert dalla panca…Posto il fatto che, secondo me, anche Nelson sta giocando troppo pochi minuti! In 30 min di utilizzo cmq l’ex st. Joseph sta mettendo cifre importanti (7.2 ast e un ottimo rating ast/to) con 15 punti.

  3. bah… io personalmente la giocherei in un modo differente… gli orlando possono schierare una squadra di tiratori da paura, è vero, in un quintetto di tappi, ma nelson, arenas, richardson, turkoglu e howard non sarebbe male… tre possibili gestori di palla (nelson, arenas e turkoglu), 4 tiratori con tonnellate di coglioni (nelson, arenas, richardson e turkoglu), gioco sia dentro che fuori la linea con arenas, richardson e turkoglu e una circolazione di palla invidiabile. si, in questo caso rischi di subire parecchio sotto, ma le possibilità offensive, soprattutto in transizione, diventano infinite.

  4. comunque ci pensavo oggi, non dimentichiamoci di Ryan Anderson che all’occorrenza può farci ritrovare quella strana dimensione di quattro tiratori fuori che a volte, se dosata, può scavare dei solchi nelle partite. Ricordo che SVG l’anno scorso ha provato a schierarlo da 3 con buoni risultati, ma in ogni caso con turk da 3 e lui da 4, diventiamo ancora più pericolosi in determinati casi!

    GO MAGIC!

  5. Non avendo cambiato assetto pensavo ad una r.s. con meno sconfitte.
    La trade è giustificata e rimane interessante.
    Richardson atleta continuo-Turkoglu non avrà bisogno di adattarsi. L’interrogativo rimane Nelson-Arenas.
    Condivido con la ricerca di un 5 in sostituzione di un Howard sempre presente. Alla fine quello che ha sempre fatto Gotard fino a ieri.

    • Anch’io la vedo un pò così….fino all’influenza il loro passo era quello giusto.
      Ma è anche vero, sbagliandomi, che i p.o. rimanevano difficili affrontarli con gli interrogativi Lewis-Carter.
      Lo sono tuttora vedendo Boston favoriti. Ma turkoglu può dare l’apporto giusto che portò Orlando in finale. Richardson lo trovo molto più continuo e Arenas…..tutto da scoprire.
      Interessante.

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