I Bulls attendono Rose ad una stagione da vero leader

Avanti. Un passo alla volta. La meta è ancora distante, ma forse non così tanto come si crede. Di certo servirà un grande lavoro e si dovrà proseguire nella ricostruzione anche la prossima estate, questo è palese. Ma i Chicago Bulls ora sono proprio sulla strada giusta.

Nell’estate dei mille affari conclusi (e di quelli mancati), John Paxson e Gar Forman, rispettivamente vice presidente esecutivo e general manager dei Bulls, hanno portato a casa quello che era certamente un obiettivo importante, e cioè Carlos Boozer. Che forse non sarebbe stato neppure l’unico, per carità, ma le concorrenti, mai come quest’anno, erano numerose e agguerrite.

E’ chiaro che avere in quintetto l’ex Jazz insieme a Derrick Rose, Luol Deng e Joachim Noah, guidati da Tom Thibodeau in panchina, aiuta chi vuole ripercorrere i fasti di un tempo, quando i Bulls dominavano la Nba. Con calma. Un passo alla volta.

Dopo i Big Three di Boston, e il nuovo super trio di South Beach, anche a Chicago si è formato, in qualche modo, un gruppo nuovo. Da un paio d’anni conosciamo le potenzialità e i numeri di Rose, così come la duttilità e la grinta di un giocatore come Noah, qualità (non mi stancherò mai di dirlo) enormemente sottovalutate al suo arrivo nella Lega, ma ora riconosciute da tutti, tanto che, a quanto pare, sono state rifiutate anche svariate proposte giunte nell’Illinois.

Con questi due, l’aggiunta di Boozer vale molto più di quanto dica il suo ruolo: i Bulls, che in parte già lo erano, diventeranno una delle squadre più difficili da incontrare, temibili nel pitturato e con un nuovo playbook fatto su misura per l’ala cresciuta a Duke. Non è poi così complicato capire cosa potrà uscir fuori dall’attacco dei Tori: le opportunità sul pick&roll con Rose si moltiplicheranno perché, a differenza dell’anno scorso, sull’uscita dai blocchi il folletto dei Bulls troverà Boozer e il suo tiro dalla media. Particolare tattico che fino ad ora mancava. E non è poco.

CONFERENCE: Eastern
DIVISION: Central

Arrivi: Omer Asik, Keith Bogans, Carlos Boozer, Ronnie Brewer, Kyle Korver, John Lucas, Roger Powell, Brian Scalabrine, CJ Watson, Kyle Weaver, Kurt Thomas.
Partenze: Joe Alexander, Devin Brown, Aaron Gray, Kirk Hinrich, Lindsay Hunter, Acie Law, Brad Miller, Ronald Murray, Jannero Pargo, Chris Richards, Tyrus Thomas.

Probabile quintetto base
PG- Derrick Rose
SG- Ronnie Brewer
SF- Luol Deng
PF- Carlos Boozer
C- Joakim Noah

ROSTER
Guardie: Keith Bogans, Ronnie Brewer, Kyle Korver, Derrick Rose, CJ Watson.
Ali: Carlos Boozer, Luol Deng, Taj Gibson, James Johnson, Brian Scalabrine, Kurt Thomas.
Centri: Omer Asik, Joakim Noah.

Head Coach: Tom Thibodeau

Ripartiamo dall’estate, che ha rimesso al loro posto altri tasseli del progetto Bulls. Un progetto vero, di medio-lungo periodo, iniziato con la scelta di Rose, e non basato soltanto sulla scelta, e relativo ingaggio, di una superstar dietro l’altra. Nell’Illinois è arrivata pure quella, per carità, ma è stata una scelta mirata. Le ipotesi di un possibile approdo a Chicago di Lebron James, nel suggestivo ruolo di erede di Jordan (cosa che sarebbe comunque molto difficile) non si sono tramutate in realtà.

Scelte mirate sul mercato dunque, così come si è dimostrata meditata e molto intelligente la chiamata del coach. Le possibilità sarebbero state tante, si poteva puntare su coaches con esperienza da capo allenatori (Avery Johnson, per esempio, ma anche altri), o magari provare a portare su una panchina certamente molto ambita un affermato tecnico Ncaa. Nulla di tutto ciò.

Chicago ha puntato dritto su colui che, negli ultimi anni, ha plasmato buona parte della mentalità vincente dei Boston Celtics, e tenendo fede al vecchio detto secondo cui la base di un titolo Nba si costruisce proprio sistemando e organizzando come si deve la difesa.

Tom Thibodeau è riconosciuto ormai da mezza Nba come uno degli artefici principali dei recenti successi celtici. Gli ingredienti? Semplici, quasi alla vecchia maniera: lavoro, organizzazione, difesa.

E c’è da scommettere che proprio su queste fondamenta verrà costruito il nuovo corso dei Bulls. Un percorso che il nuovo head coach non dovrebbe avere difficoltà ad intraprendere, visto che già lo scorso anno Chicago ha fatto grossi passi in avanti, soprattutto in fase difensiva.

Due, e lo abbiamo sottolineato più volte nei nostri report della scorsa stagione, erano i principali problemi dei “vecchi” Bulls: innanzitutto il tiro dalla distanza, e le conseguenti modalità di costruzione dell’azione per arrivare alla conclusione da fuori. E poi la mancanza di un uomo-punti, di quel go-to-guy capace di costruirsi e chiudere da solo un’azione. Quello che non è stato John Salmons nella sua breve permanenza a Chicago.

E’ arrivato Kyle Korver, tiratore per eccellenza, e non sarà certo lui a risolvere tutti i problemi dei Bulls, ma certamente potrà trovare spazi importanti e sfruttare gli scarichi sulle penetrazioni di Rose, per esempio.

Un sostanzioso contributo dovranno darlo anche Ronnie Brewer, che si porterà dietro l’esperienza maturata nello Utah, proprio al fianco di Boozer, e CJ Watson, che sarà la prima riserva delle guardie.

Fondamentale anche il ruolo del giovane Taj Gibson, piacevolissima sorpresa della passata stagione; partito Brad Miller, ci saranno minuti per Scalabrine e l’esperto Kurt Thomas, che saranno chiamati in campo per far rifiatare i lunghi titolari. Questo sarà il loro ruolo, e nulla più.

Poi è chiaro che la squadra potrebbe anche muoversi sul mercato, a gennaio, qualora capitasse l’occasione, ma molto dipenderà dall’andamento dei primi mesi di regular season. Pur aggiungendo Boozer, Chicago è riuscita a contenere il salary cap, lasciando spazi di movimento anche per la prossima stagione.

Obiettivo

Qui è inutile nascondersi. Possiamo considerare di un altro livello Miami e Boston, come pure Orlando, se riuscirà a correggere gli errori dell’anno passato. Con questo quadro, l’obiettivo dei Bulls può e deve essere la quarta posizione ad ovest.

Partito Lebron, nella Central Chicago non dovrebbe avere troppi problemi, almeno sulla carta. Nella parte Est della Nba, sarà interessante vedere come se la caveranno i Tori nel confronto con una squadra di grande solidità come Atlanta, o con squadre di medio livello, ma comunque in crescita, come Charlotte o Washington, da cui ci si attendono miglioramenti.

Di sicuro Chicago non può più accontentarsi della semplice qualificazione alla post-season, ma deve puntare più in alto.

Serviranno costanza nel lavoro e determinazione, e per questo non ci dovrebbero essere problemi; servirà un po’ di fortuna, che non guasta mai; ma soprattutto i Bulls devono augurarsi che gli infortuni restino alla larga dallo United Center, perché la panchina di coach Tibodeau non è così lunga come quella delle principali rivali. E basterebbe poco per vedere il progetto sgretolarsi in un attimo.

7 thoughts on “Chicago Bulls: Preview

  1. Peccato per l’infortunio di Boozer. Sicuramente meglio della passata stagione ma non una contender

  2. Una delle squadre più interessanti da seguire. I temi, riportati peraltro nell’articolo, sono tanti: la leadership di Rose, l’integrazione di Boozer e Korver che sembrano due giocatori molto utili ai Bulls, Thibodeau come nuovo allenatore sono le principali novità.

    Il quarto posto ad Est è un obiettivo credibile, anche se Atlanta è una squadra molto rodata con buone possibilità di vincere 50 e più partite. Certo è che questi Bulls sono sicuramente migliorati, e hanno ottime possibilità di fare bene…

  3. ciao, ragazzi a qualcuno interessa partecipare a un fanta nba?
    mancano altri posti e stasera c’è il draft,se qualcuno fosse interessato vada su USB-ITA e vai alla sezione fanta basket e fate l’iscrizione, dai che ci divertiamo piu siamo e meglio è…ciao.

  4. Manca la 1° stella. Qui James, a mio avviso, era perfetto con Rose-Boozer-Noah.
    Ma Realy e Jordan l’hanno portato da altre parti.
    Rose non è una 1° stella ma il miglior o tra i primi 3 secondi violini dell’intera Nba, tantomeno Boozer.
    Sul mercato si sono mossi bene oltretutto acquistando un allenatore che può dire la sua.
    Possono lottare per la 4 piazza con Atlanta o la 5 con Washington (se non succedono cose strane) ma sono già avanti ai Bobcats che difficilmente avranno dei miglioramenti consistenti e,anzi, dovranno vedersi bene alle spalle non solo dai Bucks.
    Manca “l’innesto giusto”. Può anche non essere,forse, per forza una 1° stella assoluta dato anche dal concetto e modo di far basket di Tom Thibodeau.

  5. Bella squadra i Bulls di quest’anno, da Playoff e, forse, anche da Finals. Ottimo l’arrivo del mago difensivo Thibodeau come coach. Arriveranno a 50 W, se non di più, e saranno la squadra che darà più problemi a Miami, Orlando e Boston.

  6. squadra che mi piace parecchio.
    probabilmente qualche anno fa sarebbe bastato già questo roster per giocarsi il titolo,oggi invece vedo tre squadre che sembrano venire da un altro pianeta,soprattutto per talento e profondità del loro roster…

    comunque i bulls già erano in crescita,grazie soprattutto all’asse rose-noah che ha già fatto intravedere ottime cose nella scorsa stagione.
    coppia giovane,quindi con ancora ampi margini di miglioramento,soprattutto noah…

    la novità ovviamente si chiama carlos boozer,giocatore che a me non piace,però resta sempre un lungo da 20+10,quindi un miglioramento sensibile rispetto all’ultima stagione dove noah sembrava un pò solo sotto al canestro…

    brewer non sarà un fenomeno,però e un giocatore concreto,mentre deng deve uscire dal letargo di queste ultime stagioni.
    fino a 4 anni fa sembrava che potesse diventare una stella di questa lega,invece negli ultimi anni e sembrato “solo” un buon giocatore.
    anche lui come bargnani e reduce da un ottima estate con la propria nazionale.
    curioso di vedere anche i miglioramenti di gibson dopo la sua più che positiva stagione da rookie…

    non sono da titolo,però possono dare fastidio.
    ma se prendono anthony?

  7. Col senno di poi essersi liberati aggratise di Salmons, Gordon e Hinrich e stato un errore, se poi ti sei cuccato un Boozer qualsiasi e quest’anno devi giocare con Ronnie Brewer e Korver in spot guardia.
    Pero’, anche se se lo son pigliati nel di dietro, dai diciamo che il gioco valeva la candela.

    Quintetto: Rose gia’ fra i primi 15 giocatori NBA e crescera’ ancora. Deng secondo me non diventera’ mai il perfetto giocatore per questi Bulls (anche se quest’anno il ruolo di terza opzione offensive potrebbe essere ritagliato a perfezione per lui). Nel pitturato Noah-Boozer sono straordinariamente sotto dimensionati ma, second me, anche straordinariamente compatibili e complementari, uno tecnico, testa di minchia e ottimo per il pick ‘n’ roll con Rose, l’altro lottatore rimbalzista (anche Carlos pero’ ottimo nei rebotes) idolo della folla.
    Panchina lunga e piena di specialist.

    Squadra costruita bene nonostante tutto, deve pero’ fare un ulterior passo per passare da cacciatorpediniere a corazzata.

    50W

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