Il nuovo look di Dirk Nowitzki

Non si può certo dire che i Mavs non siano costanti: negli ultimi anni sono sempre stati ai vertici della Lega, nonostante gli innumerevoli cambiamenti nel roster.

Il problema è che essersi imposta come una delle migliori squadre della NBA non è più (almeno da quando vennero distrutti da Dwayne Wade nelle Finali del 2006) abbastanza per la franchigia, i giocatori, i tifosi e la città: ora bisogna vincere.

Difficile che questo sia l’anno buono, visto il livello delle avversarie ma, magari, non partendo con i favori (assoluti) del pronostico, i Mavs potrebbero (finalmente) sorprendere tutti: il talento, come al solito, non manca.

Conference: Western
Division: Southwest

Arrivi: Alexis Ajinca (Charlotte Bobcats), Brian Cardinal (Minnesota Timberwolves),Tyson Chandler (Charlotte Bobcats), Ian Mahinmi (San Antonio Spurs), Steve Novak (Los angeles Clippers)
Partenze: Erick Dampier (Charlotte Bobcats), Matt Carroll (Charlotte Bobcats), Eduardo Najera (Charlotte Bobcats)
Rookie: Adam Haluska, Dominique Jones

Probabile quintetto base
Playmaker: Jason Kidd
Shooting Guard: Caron Butler
Small Forward: Shawn Marion
Power Forward: Dirk Nowitzki
Center: Brandan Haywood

Roster
Guardie: José Barea, Rodrigue Beaubois, Dee Brown, Adam Haluska, Dominique Jones, Jason Kidd, Jason Terry, DeShawn Stevenson
Ali: Caron Butler, Shawn Marion, Steve Novak, Dirk Nowitzki
Centri: Alexis Ajinca, Tyson Chandler, Brendan Haywood, Ian Mahinmi

Head Coach: Rick Carlisle

 

Quante squadre NBA, negli ultimi anni, possono definirsi tanto schizofreniche quanto i Dallas Mavericks? Per averne conferma, basta guardare alla stagione appena conclusa: l’estate 2009 aveva, infatti, portato dei cambiamenti (soprattutto legati all’arrivo di Shawn Marion) e lasciato dei dubbi sull’effettiva possibilità di trovare una chimica efficace con il nuovo assetto.

Questi dubbi, però, sono stati spazzati via dalla stagione regolare. I Mavs, infatti, hanno quasi subito ingranato, imponendosi come una forza all’Ovest: squadra che vince non si cambia? Assolutamente no, visto che i Mavs hanno di nuovo sconvolto la squadra a  febbraio, con gli arrivi di Caron Butler e Brandan Haywood. Sembravano avere, così, il roster giusto per arrivare fino in fondo ai playoffs (55-27 il record finale, secondo nella Western Conference), ma il risultato non è stato quello sperato: 4-2 per gli arcirivali Spurs e cocente eliminazione al primo turno.

La delusione per questa sconfitta ha portato, ancora una volta, a cercare di migliorare il roster, continuando ad investire: le possibilità di movimento dei Mavs sul mercato erano date principalmente dal contratto di Erick Dampier, 13 milioni di dollari non garantiti in scadenza nell’estate 2011. Non essendo riusciti ad arrivare ad uno dei free agent appetibili del mercato estivo, hanno quindi intavolato uno scambio con Charlotte per far arrivare in Texas Tyson Chandler.

Senza svenarsi (oltre a Dampier sono partiti Matt Carrol ed Eduardo Najera) i Mavs hanno sicuramente migliorato il loro roster, aggiungendo un giocatore che può essere estremamente utile.

Infatti, pur avendo avuto, nelle ultime stagioni, svariati problemi fisici, se sta bene Chandler è un upgrade rispetto a Dampier: Dallas non ha bisogno che sia un importante terminale offensivo, e comunque in attacco non danneggia la squadra (e di sicuro trarrà vantaggio da tornare ad avere un playmaker come Jason Kidd, dopo aver sfruttato per anni i lob di Chris Paul a New Orleans), ma necessita della sua presenza difensiva che, per giocare al fianco di Nowitxki, è una qualità a dir poco fondamentale.

Nowitzki è, probabilmente, ”l’ acquisto” più importante di questa off season: il suo rinnovo (80 milioni di dollari per quattro anni), pur non essendo così scontato, nonostante le dichiarazioni d’amore (rilasciate dopo la firma del contratto stesso) nei confronti della città e dell’organizzazione, rappresenta un segno di continuità. Il suo ritorno era fondamentale per avere i Mavs ad alto livello: ormai, a trentadue anni e dopo dodici stagioni nella Lega, tutte passate a Dallas, è una vera bandiera della franchigia, e il punto di riferimento per tutti.

Oltre a Nowitzki i Mavericks hanno rinnovato il contratto all’altro free agent Brandan Haywood (54 milioni di dollari per 6 anni), riconfermando quindi il nucleo base della squadra che ha finito la scorsa stagione.

Haywood, così come Caron Butler, dovrà ora dimostrare di essersi inserito meglio nel sistema dei Mavs rispetto alla fine dell’anno scorso: partendo dall’inizio della stagione sarà più facile capire i meccanismi della squadra.

Per quanto riguarda in particolare Butler, sarà importante soprattutto migliorare la convivenza con Shawn Marion con il quale inevitabilmente, nel corso della passata stagione, si sono un po’ pestati i piedi, avendo caratteristiche simili.

Ma la cosa più bizzarra dei Mavs è che la loro forza, vale a dire la notevole lunghezza della rosa, potrebbe anche essere il loro peggior nemico: una caratteristica, questa, ormai tipica delle squadre di Mark Cuban.

Con sette giocatori di assoluto livello (Kidd, Terry, Haywood, Chandler, Marion, Butler e Nowitzki), oltre che a uomini come Beaubois (atteso all’esplosione, dopo aver recuperato dall’infortunio al piede), Barea e Stevenson, coach Carlisle potrà sperimentare svariati quintetti e soluzioni differenti, ma allo stesso tempo faticherà per dare a tutti un minutaggio adeguato alle loro caratteristiche, al loro talento ed alle loro aspettative.

In ogni caso, anche in questa stagione 2010/11 che inizierà fra una ventina di gironi, i Mavs si presenteranno come al solito come una possibile contendente: portare a casa quel tanto agognato Larry O’Brien Trophy è nelle loro mani.

9 thoughts on “Dallas Mavericks: Preview

  1. Forse sarĂ  un’altro anno da buttare ma attenzione a Dallas.
    Partono da inizio stagione Caron Butler e Brandan Haywood e si sono mossi bene sul mercato liberandosi del centro assente rimpiazzandolo con Tyson Chandler e Alexis Ajinca.
    Roster completo che può andare avanti.

  2. Play-off sicuri. Ammirevole come Cuban cerchi sempre e comunque di migliorare la Squadra. Però sono sempre quelli e, secondo me, non vincono il titolo neanche per sbaglio.

  3. aspettiamo febbraio…cuban un colpo all’ultimo lo regala sempre. sono forti ma secondo me manca sempre il centesimo per fare il dollaro

  4. Come al solito da 7-8 anni a questa parte arrivano ai nastri di partenza con un roster da leccarsi i baffi.. Pero’.. pero’ da quelle maledette Finals 2006 e soprattutto dal quell primo turno coi Warriors l’ anno dopo hanno perso quell’aria da semi-invincibili, quell’aura da predestinati.

    Kidd in continua parabola discendente ma ancora in grado di esprimere buon basket (pero’ Butler e Marion quanto avrebbero bisogno di un Kidd versione New Jersey Flyin’ Circus eh..). Comunque Barea e Beaubois
    ottimi rincalzi.
    Butler dovrebbe essere maggiormente addentro i meccanismi di gioco al secondo anno in Texas, il Jet e’il Sesto Uomo per antonomasia.
    Matrix ha poco da dare oramai tranne un po’di difesa e qualche gesto atletico (veramente straordinaria la sua involuzione da quando ha lasciato Phoenix, ampia dimostrazione di come Nash faccia sembrare bello anche Alvaro Vitali).
    Siamo sempre li, la squadra e’ sempre Wunderdirk-dipendente, e comunque bella storia essere dipendenti da un giocatore cosi’.
    Sotto canestro Haywood e Chandler sono il complement ideale di Nowitzki, atletici e difensivi, una versione migliorata della storica coppia Diop-Dampier.

    Imprevedibili, possono battere tutti (beh i Lakers no dai) e venire battuti da tutti.

    48 W perche’si risparmiano

  5. Forti, non fortissimi…. Mi spiace, xchĂ© tifo Dallas, ma nemmeno quest’anno mi sembrano da Titolo…

    Finale di conference la massima aspirazione!

  6. dallas sotto dal punto di vista dell’organico è ormai da 6-7-8 anni nelle prime 3 dell’intera LEGA. Tra errori societari (vd. rinuncia a nash per dare gli stessii soldi a ErikA dampier) ed episodi sfortunati (gara 3 nba finals 2006) non ha mai ottenuto quanto seminato.
    Secondo me. oramai sono lontani dal titolo, ma non solamento dal punto di vista dell’organico, ma soprattutto a livello mentale.
    Hanno avuto la loro occasione e l’hanno sprecata.

  7. Avete giĂ  detto tutto, aggiungo solo un mio parere, secondo me Haywood non vale neanche la metĂ  dei soldi che prende.

    • Concordo, ma e’ una costante applicabile a buona parte dei lunghi NBA al giorno d’oggi

      • E hai ragione anche tu (se per “lunghi” intendi centri puri)… salverei solo Howard, Bogut, Lopez, a tratti Kaman e Horford + i due costantemente rotti.

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