Con un finale a sorpresa Alexander Rossi vince la centesima edizione della 500 Miglia di Indianapolis. Il pilota americano è stato capace di conservare quel mezzo giro di carburante in più e di beffare tutti gli avversari, costretti ad un pit stop nei giri finali. La gara si è decisa sui consumi. Al giro 163 Takuma Sato va a muro in curva 4, tutti decidono di rientrare al pit, tranne JR Hildebrand e Alex Tagliani. Al restart è chiaro che la gara si giocherà sui consumi se non uscirà una caution. Tony Kanaan prima, Josef Newgarden poi ed infine Carlos Munoz si alternano in testa, ma tutti usano troppo carburante e sono costretti a fermarsi negli ultimi giri. Rossi, che era leggermente fuori sequenza da un paio di pit stop, è invece capace di mantenere il ritmo giusto per tagliare il traguardo in prima posizione. Il pilota americano, che era partito 11°, ha regalato così a Bryan Herta, proprietario della sua vettura insieme a Michael Andretti, la seconda vittoria ad Indianapolis dopo quella di Dan Wheldon nel 2011. Secondo ha chiuso Carlos Munoz, davanti a Josef Newgarden, Tony Kanaan e Charlie Kimball.

La gara è partita in maniera molto combattuta, con James Hinchcliffe e Ryan Hunter-Reay che si scambiano la prima posizione quasi ogni giorno per i primi 30 giri. I due rimarranno nelle primissime posizioni per oltre metà gara, giocandosi le prime posizioni con Townsend Bell, Simon Pagenaud  e Helio Castroneves. Poi il primo serio colpo di scena sconvolge la gara e apparentemente le ambizioni dell’Andretti Autosport: al pit stop seguente l’incidente di Mikhail Aleshin e Conor Daly Bell esce dal pit troppo aggressivamente, si tocca con Castroneves e finisce addosso al compagno di squadra Hunter-Reay, rovinando la gara di entrambi. In seguito a questa caution tra l’altro per la prima volta Rossi si porta in testa. Giornata da dimenticare per il Team Penske: sia Will Power che Pagenaud sono stati rallentati da penalità in pitlane, entrambi protagonisti di uscite giudicate troppo aggressive; Castroneves è stato toccato da Hildebrand nelle fasi finali ed è stato costretto a cambiare le ali posteriori; Juan Pablo Montoya è invece finito a muro al giro 63 dopo una gara incolore passata a centro gruppo. Anche per Ganassi una giornata no, con il solo Kanaan a lottare per le primissime posizioni.

Gara che ha visto numerose lotte, ed anche diversi incidenti. Il più violento quello che ha messo ko Sage Karam, in quel momento in battaglia con un Bell che è apparso in gran forma ma anche troppo aggressivo. Grossa delusione per il giovane pilota americano, che era riuscito a risalire dal 23° posto in griglia fino alla top 5 in gara. Al traguardo dietro i primi cinque sono stati invece Hildebrand, Hinchcliffe, Scott Dixon, Sebastian Bourdais e Power a completare la top 10.

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