Domenica prossima, sullo stradale di St.Petersburg, prenderà il via la stagione 2016 della Verizon IndyCar Series, che anche quest’anno sarà composta da 16 gare, con le novità dei ritorni di due circuiti molto amati come Phoenix e Road America e quella assoluta del cittadino di Boston. La stagione riparte ancora dal duello tra Honda e Chevrolet, con quest’ultima che appare ancora leggermente avanti, nonostante le pesanti novità presentate dal costruttore giapponese.

CHIP GANASSI RACING (Chevrolet)
#8 Max Chilton (R)
#9 Scott Dixon
#10 Tony Kanaan
#83 Charlie Kimball

Ancora una volta nel duello con Penske è riuscito ad uscirne vincitore a fine stagione. Dixon è un mostro, lo scorso anno a metà stagione sembra spacciato, al via dell’ultima gara le sue speranze sembravano prossime allo zero, invece alla fine è riuscito a portarsi a casa il quarto titolo. Perciò si presenta ancora come il grande favorito. Il punto debole del team (o forse è il punto di forza?) è che il neozelandese è sostanzialmente l’unica vera cartuccia in mano per il campionato. Kanaan non sembra sentire il peso dei 40 anni e nella singola gara è ancora un brutto cliente, ma in una prospettiva a lungo termine sembra difficile possa inserirsi nella lotta al titolo. Molto più plausibile una seconda vittoria alla 500 Miglia di Indianapolis. Kimball resta un buon pilota che in qualche gara può regalare qualche acuto. Ha invece lasciato delusi molti appassionati la scelta di sostituire, per motivi di budget, il promettente Sage Karam con Chilton. Il pilota inglese, con esperienza anche in Formula 1, non sembra avere lo spessore per correre in un super top team come Ganassi. Starà a lui smentire gli scettici.

TEAM PENSKE (Chevrolet)
#2 Juan Pablo Montoya
#3 Helio Castroneves
#12 Will Power
#22 Simon Pagenaud

Uno squadrone impressionate, quattro tra i migliori piloti in circolazione, eppure ancora una volta il titolo è sfuggito. Qual è il problema? Forse appunto la troppa qualità, che impedisce di concentrarsi su un solo candidato al titolo, come fatto da Ganassi, e rischia di disperdere risorse ed energie? Sulla carta tutti e quattro i piloti possono vincere titolo e 500 Miglia di Indianapolis, compreso Pagenaud che ha vissuto una prima stagione un po’ difficile. Ma il francese ha dimostrato in passato di essere un pilota vincente, e lo scorso anno senza un po’ di sfortuna poteva vincere anche ad Indy. Montoya e Castroneves sono due vecchi marpioni, ogni anno qualcuno li vede vicini al ritiro, ma restano supercompetitivi, come dimostrano la vittoria ad Indy e il titolo sfuggito solo all’ultima gara per il colombiano. Power sulla carta resta forse la vera prima punta, ma ogni tanto sembra eclissarsi e sparire dalle gare, o commettere ancora qualche errore di troppo. Comunque non si capisce come quasi ogni anno possa sfuggirgli il titolo, a lui ed alla squadra.

ANDRETTI AUTOSPORT (Honda)
#26 Carlos Munoz
#27 Marco Andretti
#28 Ryan Hunter-Reay
#98 Alexander Rossi (R)

Il fatto di essere team di punta della Honda finora è stata più una zavorra che altro. Lo scorso anno ne ha risentito soprattutto Hunter-Reay, l’unico serio pilota da titolo della squadra, che ha vissuto un inizio 2015 da incubo prima di vincere due gare e risalire al sesto posto in campionato. Munoz ha vinto la sua prima gara in carriera, nel diluvio di Detroit, ma per il resto anche lui ha faticato a destreggiarsi tra i problemi Honda. Quest’anno bisognerà capire se è stato solo un problema di inferiorità tecnica, cosa che al momento sembra la spiegazione più plausibile. Andretti resta un pilota molto costante, attento, che commette molto meno errori del passato, ma gli manca la zampata per vincere qualche gara. Il team si è poi unito a quello di Herta e insieme schiereranno la vettura di Rossi. Il pilota americano, tramontato al momento l’obiettivo Formula 1, ha ripiegato sulla IndyCar, dove era atteso da molti appassionati. Le novità della Honda e qualche miglioramento intravisto durante i test invernali rendono il team speranzoso di vivere una stagione meno agitata del 2015, e magari inserirsi nuovamente nella lotta per il titolo e la 500 Miglia di Indianapolis, anche se come detto per il titolo l’unico pilota realmente completo sembra essere Hunter-Reay.

RAHAL LETTERMAN LANIGAN RACING (Honda)
#15 Graham Rahal
#16 Spencer Pigot (R) (St.Petersburg, Indy GP, Indy 500)

La resurrezione di Rahal ha del misterioso, inspiegabile ancor di più se si pensa al disastro che è stata la Honda nel 2015. Dopo un paio di stagione da ultimo, o quasi, del gruppo, Rahal è risorto arrivando a giocarsi il titolo fino all’ultima gara, tornando ad essere qual grande talento che era considerato ad inizio stagione. Ora c’è curiosità per capire se riuscirà a confermarsi in una stagione in cui, in teoria, la Honda dovrebbe mostrare dei progressi. In un paio di gare sarà affiancato da Pigot, campione Indy Lights 2015, un pilota molto veloce ed attento che potrebbe stupire e meriterebbe di correre l’intera stagione.

ED CARPENTER RACING (Chevrolet)
#20 Ed Carpenter (ovali)/TBA (stradali e cittadini)
#21 Josef Newgarden

Le squadra ha perso l’appoggio di Sarah Fisher e dello sponsor Hartman, il che potrebbe portare alla riduzione dell’impegno perlomeno sulla vettura n.20. Carpenter assicura che questo però non danneggerà la competitività del team. Si spera che abbia ragione, perché sarebbe davvero un peccato che dopo la stagione della consacrazione Newgarden dovesse trovarsi in una situazione di poca competitività. Il pilota americano nel 2015 ha vinto due gare e lottato per il titolo fino all’ultima gara, e molti lo vedevano già quest’anno in un top team. Invece è restato ancora con Carpenter, in attesa che qualche “grande vecchio” si ritiri lasciando libero qualche sedile importante.

SCHMIDT PETERSON MOTORSPORTS (Honda)
#5 James Hinchcliffe
#7 Mikhail Aleshin

Il grande tema ovviamente sono le condizioni fisiche di Hinchcliffe. Nelle prime gare dello scorso anno il canadese aveva impressionato, vincendo a New Orleans e risultando molto competitivo. Se l’incidente di Indy non ha lasciato strascichi può essere la sorpresa della stagione, Honda permettendo. Dopo un anno di assenza torna Aleshin, pilota dal budget importante ma anche molto competitivo (nelle formule minori battè pure Daniel Ricciardo). È una delle squadre più solide ed esperte del campionato, Schimdt un appassionato vero, e il 2016 la squadra è attesa a tornare ai risultati che ottenne ai tempi di Pagenaud.

KVSH RACING (Chevrolet)
#11 Sebastien Bourdais

La squadra si è ispirata a Rahal, decidendo di passare da due ad una vettura full time per potersi concentrare sul solo Bourdais. Il francese lo scorso anno ha vinto due gare, una addirittura sull’ovale di Milwaukee, e la convinzione di Vasser e di tutta la squadra è che nel 2016 potrebbe vivere una situazione simile a quella di Rahal ed inserirsi nella lotta la titolo. Le qualità, la passione il materiale tecnico (leggasi competitività della Chevrolet) ci sono tutte.

A.J. FOYT RACING (Honda)
#14 Takuma Sato
#41 Jack Hawksworth

Lo scorso anno, per la prima volta dopo tanti anni la squadra è tornata a schierare due vetture. Un po’ per la poca competitività Honda, un po’ per la novità del passaggio da una a due vetture, la squadra ha faticato abbastanza, ed a parte qualche isolato acuto ha portato a casa poco o nulla. Però ha una buona coppia di piloti, ben amalgamata tra l’esperienza ma anche l’irruenza di Sato e la gioventù ma anche la grinta di Hawksworth. Specialmente quest’ultimo in questa stagione potrebbe sorprendere, sempre al netto della competitività della Honda.

DALE COYNE RACING (Honda)
#18 Conor Daly
#19 TBA

Al momento non ha annunciato il secondo pilota, ma dopo i test tutti noi speriamo sia Luca Filippi. Per il pilota piemontese avere la possibilità di correre tutta la stagione, ovali compresi, sarebbe un gran colpo. E anche per la squadra, avere la possibilità di schierare due piloti competitivi dopo le porte girevoli dello scorso anno non potrebbe che essere un bene. Daly è uno dei favoriti di fans, e lo scorso anno nelle poche gare disputate in sostituzione di Hinchcliffe non è andato affatto male. Resta la squadra più piccola e forse per questo anche quella che merita i maggiori attestati di stima.

 

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