Qualche giorno fa i Dodgers sono stati il primo club a raggiungere le 50 vittorie stagionali. Nulla di nuovo per una squadra da anni dominante in National League, se non fosse che il primato è avvenuto in sole 75 partite disputate!

La magica notte di mercoledì nella serie contro gli arcinemici di San Francisco ha permesso a Los Angeles di staccare dalla vetta generale Minnesota e di entrare nella storia della MLB. Sono divenuti infatti la seconda franchigia più rapida a ottenere questo numero di W nel baseball a stelle e strisce, secondi solo ai fenomenali Mariners del 2001, più veloci di 5 giorni.

In quel torneo Seattle raggiunse il fantasmagorico record di 116 successi regolari; eguagliarono così i Cubs di inizio secolo, che compirono il miracolo disputando solo gli allora 152 match ufficiali. Entrambe andarono poi incontro a un destino crudele: i primi vennero sconfitti dai diabolici Yankees in 5 sfide nell’ALCS mentre i secondi persero le World Series coi cugini White Sox.

Ecco, ai Dodgers non si chiede di performare statistiche per entrare nella leggenda visto che vincere la propria division dal 2013 è già un’impresa, ma di conquistare il premio più importante solo sfiorato nei lustri recenti.

Con Dave Roberts al timone i californiani hanno dato sempre l’idea di dominare la propria lega, riuscendo lo scorso anno ad arrivare miracolosamente alle WS nonostante un ritardo in classifica notevole. Oggi invece si primeggia un po’ ovunque! La differenza tra gli ultimi due tornei la racchiudiamo in quattro nomi: Justin Turner, Corey Seager ma soprattutto Cody Bellinger e Hyun-Jin Ryu!!

Le assenze dei primi due per gran parte del 2018 sono stati la causa della marcia claudicante in regular season: perdere due top infielder ha tolto sia la sicurezza difensiva di due prodigi col guanto ma anche eccezionali prestazioni offensive, con JT (frattura al polso) che aveva accumulato qui un 18.8 di WAR dei 19.7 totali e l’interbase (gomito) ed ex rookie of the year quasi 50 fuori campo e un 30% di media in battuta in due anni! Il 25enne di Charlotte è ai box anche in questo momento per un problema meno serio (bicipite femorale), arrivato per raggiungere la terza base su una singola del caldissimo Verdugo.

Al suo posto Chris Taylor non lo fa assolutamente rimpiangere! Ha comunque effettuato già 270 apparizioni al piatto ottenendo 21 doppi, 66 valide, 8 hr e 38 rbi: grandi numeri al pari di Justin, che può vantarsi di una Avg di .310 e quasi 80 hit!

Bellinger è in pratica il Deus Ex Machina dell’intero roster! Meno di un paio di mesi or sono e sempre contro i Giants, il 23enne esterno e first base-man ha raggiunto i 37 punti battuti con una singola che è valsa la run di Joc Pederson (altra piacevole conferma): è stata la prima volta che un giocatore compie l’opera entro il primo Maggio. Superati Mark McGwire e Juan Gonzalez, che nell’aprile 1998 si fermarono a 36. Cody è arrivato a 1 fuoricampo dal 14° per eguagliare il record entro il 30 aprile.

E’ vicinissimo al .360 di batting average (leader MLB), è terzo assoluto per home run e rbi e stacca tutti per WAR! Se aggiungiamo la giovane età, la grandissima annata appena trascorsa e chiusa da dominatore ai playoff e quella di due anni fa dove fu il primo rookie nella storia della NL a compiere 39 fuori campo, possiamo concludere che Bellinger è avviato non solo a divenire un incontrastato MVP, ma anche ad essere il “best in baseball”, raggiungendo la già leggenda Mike Trout!!

Il pitcher mancino sud coreano è praticamente incontrastabile e con le stesse partenze della scorsa stagione migliora le ottime e vecchie stats! Rimarchiamo soprattutto le sue performance contro i battitori destri (.180); inoltre nel mese di Maggio ha avuto una media pgl di 0.59! Tra i suoi highlights lo scontro coi Diamondbacks, dove è uscito immacolato in sette riprese (3H, 2K), mentre contro i Rockies è stato tradito dai numerosi drop dei colleghi nell’infield. Conduce la Major per ERA e la National per vittorie: il Cy Young ha un serio candidato e Clayton Kershaw, che come Chris Sale è in progressivo miglioramento tecnico (2.85 e più di 80 strikeout), non è dunque l’unico asso sul monte!

Rotazione che viene completata dai soliti Buehler – complete game e 16 K contro il lineup di Colorado –, Maeda e Rich Hill (out per 3-4 settimane), tutti chi più chi meno con ottime medie.

La stella Jansen è al solito infallibile e dietro solo a Yates per salvezze, coadiuvato dall’ottimo bullpen composto dai saltuari opener Stripling e Urias – ripresosi dopo numerosi problemi fisici – e da Pedro Baez, Garcia, Floro, la new entry Kelly e Ferguson (questi ultimi due unici in difficoltà). Scott Alexander è fuori per due settimane e si parla di Brad Hand come possibile alternativa di valore in deadline.

Il gruppo dei lanciatori è primo per ERA totale e Win, secondo per BAA e SV: un dominio!

Il lineup eccede in potenza, contatto e clutch time; a questo proposito segnaliamo come sia l’unico nella storia ad aver vinto consecutivamente con 3 walk-off hr un tris di partite, grazie fra l’altro al pinch hitter del rookie Will Smith: in battuta pregevoli Muncy e la sua striscia di 31 match on-base, il giĂ  citato Verdugo, Hernandez (11 hr) e il sempre verde David Freese (tutti limitrofi al .300) ma anche il nuovo catcher Martin – migliore di Barnes per media –, Matt Beaty e di recente Garlick! Infortunato al gomito il nuovo esterno centro AJ Pollock, firma importante della off season.

L’attacco è secondo in NL per fuori campo, terzo per Rbi e secondo per AVG.

La dirigenza è riuscita a mantenere il payroll sotto ai 200 M immaginando migliorie dai recuperi e dalle conferme di cui abbiamo parlato e oggi si gode il giocattolo. I californiani non sembrano avere rivali nella propria conference e puntano alle terze World Series consecutive, senza però tribolare come nel 2018 e arrivando col fattore campo a favore! Se così fosse e vedendo l’atroce lotta a cui andranno invece incontro in AL Yankees, Astros, Red Sox, gli outsider Twins e perché no Rays e A’s, potrebbe essere veramente questa la volta buona per i Dodgers.

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