Nonostante il recente il walk-off single di Gio Urshela contro gli Yankees, che ha allontanato per un attimo i Rays dalla leadership dell’American League East proprio a favore dei bombers di New York prima che Austin Meadows rimettesse le cose a posto nel remake successivo, lo start stagionale qui nella baia di Tampa non può essere visto come negativo, assolutamente.

In particolar modo perchè la lega dei campioni in carica di Boston, in questo primo quarto di campionato regolare, si sta rivelando più equilibrata del solito e ricca di colpi di scena, con le big ad arrancare e a cercare un imprevisto assestamento (Red Sox stessi e Astros all’inizio), le probabili rivelazioni a mantenersi scostanti (Angels, Mariners, Athletics) e gli infortuni a limitare i roster (NY e Indians)!

Alla luce di tutto ciò non sorprende che nella AL l’unico team pronto al salto di qualità dopo un’ambiziosa campagna acquisti (Twins) stia confermando le attese rispetto ad esempio a San Diego (con le stesse prospettive estive) o Atlanta e Colorado (in procinto di consacrarsi) nella National, dove il livello si è elevato e di franchigie d’alta classifica è piena tutta la conference.

Tampa Bay ha rappresentato invece l’unica squadra a mantenersi continua rispetto all’anno passato dove, tra lo stupore generale, si rivelò una delle più piacevoli sorprese di stagione, ottenendo le 90 W e sfiorando la qualificazione ai playoff, sfuggita solo nell’ultimo mese e lontana alla fine 7 vittorie; un record – quello di 97 – col quale quest’anno molto probabilmente si arriverà in testa a tutta la lega americana.

Il primato di 12-4 di un mese fa piazzò i ragazzi di Kevin Cash al vertice dell’intero baseball a stelle e strisce, grazie soprattutto alla rinomata gestione del front office nel pitching staff, un’elite imitata da tutta la MLB e che ha fatto storia lo scorso campionato quando, a parte l’asso Snell, non si possedevano starter affidabili e con una serie di rilievi ed opener saltuari, si superò l’ostacolo mantenendo medie al lancio eccellenti.

Incontrare i favoriti rivali divisionali di Boston e New York e performare sotto media a Kansas City in un paio di sedute ha rovinato le statistiche e soprattutto il piazzamento in classifica che vede ora Pham e soci aver ceduto lo scettro della leadership generale a Houston e Minnesota e come detto trovarsi affiancati nel proprio girone gli Yankees.

E’ proprio dal lineup che Cash si attende prestazioni migliori ma soprattutto solide e costanti rispetto a quelle difensive ancor oggi pregevoli nonostante Blake Snell, comunque sempre lucido e affidabile, venga affrontato con piglio diverso rispetto al passato, dopo aver vinto il Cy Young Awards: 3.31 di media punti guadagnati sul lanciatore, 12 basi ball e 13 strikeout per 9 inning sono stats dignitose ma al di sotto delle possibilità dell’incontrastabile mancino di Seattle, al solito inarrivabile con 71 K in 49 inning pitched.

Se i Rays dominano e fanno dunque un campionato a parte al lancio – aiutati da una quasi immacolata fielding percentage – con la miglior ERA totale di tutta la MLB (2.85 rispetto comunque a 2.44 dello start prima accennato), la seconda BAA dietro soltanto a Houston (.211) e la terza per SO della NL, lo si deve anche all’aggiunta di due formidabili inserimenti tra i partenti, il veterano Charlie Morton dagli Astros – fantastico con 2.32pgl/10.9K-9/61K – e Tyler Glasnow, ora acciaccato, giunto finalmente alla consacrazione dopo la vecchia trade per Chris Archer coi Pirates, che produce inimmaginabili statistiche nonostante un leggero calo a Maggio (ERA 1.86, 6 W, 0.91 WHIP) per merito della sua portentosa cut fastball a 97 mph.

I due, insieme a Snell, formano il sensazionale trio col quale aggredire gli hitter avversari, lasciando poi lo spot da 4 e 5 ai formidabili rilievi medio lunghi di cui il roster trabocca (Yonny Chirinos, Ryne Stanek e Hunter Wood), fantastici al pari degli starter. Beeks, Roe, Castillo e Alvarado – a parte una debacle allo Yankee Stadium – sono le certezze che compongono un bullpen profondo e di qualità.

Le difficoltà del Tropicana Field, da sempre incubo per i battitori (destri maggiormente), da un lato giustificano i dati sugli home run (22° posizione con Yandy Diaz leader di squadra) e Rbi (21ma) ma non quelli su altre performance offensive, in calo rispetto al passato, come run segnate (21mo posto dal 16mo) e valide (19° dal 6°), malgrado la presenza di un asso come Tommy Pham, già avviato a progredire rispetto alle 136 dell’epoca Cardinals, suo primato personale!!

Buona la media in battuta, tra le prime dieci, grazie alle produzioni di Brandon Lowe, rivelazione annuale, della stella Meadows e di Avisail Garcia, l’esterno ex White Sox lontano dalla grande stagione a Chicago 2017 ma ottimo innesto. Discreto anche Michael Perez, catcher al secondo anno, meglio della new entry Zunino per stats ed entrambi ai box ora, sostituiti da d’Arnaud. Ci si aspettano progressi da Adames, interbase 23enne atteso da tutti, ottimo con guanto ma non ancora esploso come hitter.

Houston sembra aver ingranato la marcia e pare inarrivabile, New York lato Bronx ha sopravvissuto agli infortuni ed è pronta a riabbracciare le sue stelle, Boston è in ripresa e Minnesota fa sul serio: l’American League per Tampa da adesso in poi diverrà feroce al pari dello scorso torneo!

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