L’estate passata ad ascoltare gossip sulla destinazione finale di Machado si è conclusa poi con l’astronomica firma in California, non sponda L.A., dove l’ancora 26enne natio della Florida è transitato di passaggio per tentare l’assalto alle World Series, ma ai Padres di San Diego.

Scelta che ha lasciato molti dubbi tra gli analisti e critici, parecchi dei quali hanno soprannominato il formidabile jolly dell’infield “Manny Money”, ma che invece si è dimostrata giusta per più di un motivo. Ovvio che 300 milioni per dieci anni aiutano ad accettare un’offerta, ma probabilmente un asso di questo calibro deve aver preso una decisione così importante e forse decisiva per altri motivi.

A San Diego non si raggiunge il 50% di vittorie da quasi dieci anni e il titolo di campione non è presente nell’albo d’oro del club, ma dopo il rebuilding del 2017, due stelle sono oggi presenti nel lineup oltre al dominicano/americano: Eric Hosmer arrivato nel 2018 dai Royals e Fernando Tatis Jr.

Quest’ultimo, ventenne tra i maggiori top prospect MLB, è stato subito aggiunto ai 25 men – nonostante il pericolo arbitrato – proprio per competere a buoni livelli istantaneamente e forse per invogliare l’ex Dodgers a sbarcare da queste parti, a costo di emigrare dall’amato ruolo di shortstop.

Prima del suo infortunio, arrivato meno di un mese fa per difendere in spaccata una base e che lo lascia oggi in ulteriori 10-day DL, il suo start è stato positivo e convincente secondo previsioni.

La difesa da interbase si è rivelata potente e veloce al pari dell’offesa, come si evince dalle 6 stolen bases con le quali conduce ancora le stats di gruppo, il suo passo cadenzato ma ricco di classe inoltre da l’idea di quanto il ragazzo abbia una tecnica e qualità da hall of famer.

Tra i meriti di un immediato posizionamento ai vertici della NL West, un record ampiamente sopra la media e una griglia playoff a portata di mano, c’è proprio il rendimento ad inizio stagione del giovane dalla Repubblica Dominicana, che ha battuto a .300, creato 10 run salvandone 4 (al pari di Baez tra gli SS), colpito 30 valide con 6 fuori campo e generato un WRC+ a 126. Lui e Guerrero Jr interpretano il baseball in modo opposto ma affascinante alla stessa maniera; il tutto aspettando l’esordio di Eloy Jimenez!

Con lo spostamento di Machado, ancora magistrale guanto, re degli assist e difensivamente privo di errori, Greg Garcia e Ty France hanno visto le loro apparizioni al piatto aumentare, contribuendo con più di 20 valide e 10 Rbi combinate. Manny è leggermente in calo per la maggior parte delle stats d’attacco ma quel che finora preoccupa di più sono i troppi strikeout subiti, dovuti ad una prima fase in sordina.

Lo stesso Hosmer, nonostante sia leader per valide, è ancora lontano dai ritmi a Kansas City del 2017, idem Ian Kinsler arrivato dagli Angels e in crisi al piatto.

Oltre a Renfroe e Myers tra gli esterni, chi sta completamente esplodendo è invece lo slugger Franmil Reyes, centerfield 23enne seguito da molti, che sta sfruttando le occasioni offertegli nello starting lineup, contribuendo agli ottimi piazzamenti del team nei fuori campo.

Hedges è il catcher titolare anche perché Mejia è ai box, insieme a Cordero, Loup e i lungodegenti Castillo, Diaz, Jankowski, Kennedy, Lamet, Nix e Garrett Richards.

Al posto di quest’ultimo nella rotazione dei partenti si presentano nell’ordine Lucchesi, Lauer, Paddack, Strahm e Margevicius, tutti starter giovanissimi che rispetto alle previsioni se la cavano egregiamente.

Non è l’attacco infatti finora il segreto di San Diego, ventitreesima per punti segnati, Rbi, hits e un posto sotto per batting average, ma il rendimento dei lanciatori, che mantengono il gruppo di Andy Green tra le prime 10 posizioni di ERA totale, coadiuvati da una dignitosa difesa del diamante e dell’esterno di Machado e soci. Chris Paddack – mastodontico col suo 1,93 m per 90 kg – è la sensazione stagionale e tra i top player dell’intero roster visti i 46 K in quasi 41 inning pitched al primo anno ed una media Pgl di 1.55; viene inserito nei primi rumors per il Cy Young insieme al solito Verlander, al veterano Ryu e all’asso dei Reds Luis Castillo.

Gli esperti Stammen (4 W e 9 Holds) e Warren, il closer Yates (16 salvezze), Erlin, Wingenter e Wieck compongono il solido bullpen con Quantrill e Avila opener saltuari.

A fine Giugno si vedrà se San Diego sarà esplosa, se così non fosse sarebbe questione di tempo, vista la giovane età della rosa e delle sue stelle già esplose (Tatis Jr, Paddack, Reyes). La franchigia californiana, grazie ad un ottimo farm system e all’egregio lavoro di AJ Preller da GM, si ritrova in rampa di lancio ed è già un pericolo per tutta la National League, sperando che il lineup cominci a performare anche il contatto oltre che la potenza.

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.