Mai come in questa stagione si può dire che una Lega è stata molto più forte dell’altra, e che quindi probabilmente la vincitrice delle World Series sarà una delle squadre della American League.

4 delle 5 squadre andate ai playoff hanno collezionato più vittorie di tutte le formazioni della National, ed anche un paio di squadre che non li hanno raggiunti (Tampa e Seattle) avrebbero vinto una qualsiasi delle Division della National League.

Questo strapotere è stato chiaro per tutta la stagione, con una corsa serrata al ribasso nella NL ed alcune fughe prorompenti nella AL.

Alle ALDS, dopo la vittoria convincente degli Yankees nella Wild Card, vedremo due sfide affascinanti: la secolare Boston-New York e la recente Astros-Indians.

Tutte e 4 sono reduci da una post season 2017, con gli Astros campioni del mondo, e che in questa stagione hanno raggiunto le 103 vittorie, record di franchigia.

La stagione, vissuta sempre in testa alla Division, nonostante il ritorno roboante degli A’s che erano arrivati ad un soffio dall’aggancio, ha visto le conferme di Altuve e Springer, Marvin Gonzalez e Gurriel, l’annata monstre di Bregman, e il down year di Correa, limitato dagli infortuni, che dal 10 agosto, giorno del suo rientro, batte solamente .180.

Sul monte Verlander si è confermato un fantastico acquisto, e sarà quasi certamente lui il partente in gara 1, con Cole che ha compiuto il salto di qualità con il cambio di casacca, con Morton autore della miglior stagione in carriera e Keuchel di una buona annata. Sono loro certamente i 4 che comporranno la rotazione dei playoff.

McCullers, nonostante 10 vittorie ed un’ERA sotto il 4.00, sarà il rilievo lungo, mentre nel bullpen l’abbondanza e la qualità è tale che facilmente l’escluso (probabilmente Devenski) farebbe parte di qualsiasi altro playoff roster. Ma come lasciare fuori Pressly, ottimo acquisto da Minnesota, Tony Sipp, Osuna, McHugh, Harris, Rondon, Peacock o Joe Smith? Nessun giocatore è in lista infortunati, pertanto è tutto nelle mani dello skipper.

In stagione hanno vinto 4 dei 7 incontri con gli Indians, che hanno dalla loro una annata regolare disputata senza patimenti, con le altre squadre della Division che non si sono mai nemmeno avvicinate alla vetta. Agosto e settembre sono quindi stati amministrati al meglio in vista dei playoff.

Sì perché Cleveland è l’unica squadra della AL ad avere diversi uomini in lista infortunati, come gli esterni Martin, Naquin e Chisenhall, il lanciatore partente Salazar e il catcher Ian Gomes.

Nonostante Lindor e Ramirez abbiano effettuato una stagione fantastica, contro le formazioni diverse dalla AL Central, Cleveland è sotto il 50% di vittorie! Con la seconda ERA della AL, se la dovrà però vedere contro la prima (Houston).

Gli Indians sono la prima squadra della storia a finire la stagione con 4 lanciatori oltre i 200 K, e se per Kluber 20 vittorie e 2.87 di ERA è normale, quanto fatto da Bauer e da Clevinger era totalmente inaspettato.
Carrasco completa una ottima rotazione, mentre nel bullpen ci sono stati più problemi del previsto, con il closer Allen e il mancino Miller che hanno stentato, e pertanto si sono rese necessarie alcune acquisizioni, come quella del closer Hand dai Padres. Oliver Perez è l’unico altro rilievo affidabile (un altro mancino), mentre tutta la batteria dei destri ha ERA superiore al 4, e toccherà a Francona decidere su chi puntare e chi lasciare a casa.

Offensivamente vanno sottolineate le buone annate di Brantley, Alonso, Encarnacion, Yan Gomes, e la strana stagione di Kipnis, da esubero a jolly indispensabile, fino a probabile esterno centro per questi playoff visti gli infortuni. Gli esterni sono particolarmente deboli in difesa, mentre negli interni c’è fin troppa abbondanza dopo l’arrivo di Josh Donaldson, che potrebbe essere l’arma in più di Cleveland (con lo spostamento di Ramirez in seconda base).

Alcune statistiche sono molto simili tra i due team, come l’average, gli HR e gli RBI, mentre nelle stolen base gli Indians hanno un buon vantaggio. Dal monte di lancio gli Astros hanno ricavato il meglio, e sono primi in quasi tutti i valori, con gli Indians in buona posizione ma distanti dai rivali odierni. Serie non scontata, ma certamente Houston parte nettamente favorita.

L’altra ALDS vede invece Red Sox e Yankees alla prova del nove: dopo la partenza sprint di entrambe in stagione regolare, i Red Sox hanno chiuso con il miglior record di sempre, 107 vittorie, mentre gli Yankees si sono dovuti accontentare della tripla cifra e della wild card.

La serie stagionale è finita però solo 10-9 per Boston, che aveva iniziato così bene con l’imbarazzante 14-1 rifilato ai rivali nella prima gara dell’anno. Entrambe le squadre hanno un solo infortunio di rilievo (Pedroia out per Boston, l’ex Ellsbury per gli Yankees), entrambi i closer sono stati maltrattati dall’attacco avversario durante la stagione regolare, e se i Bombers hanno battuto 59 HR in più di Boston, questi ultimi hanno segnato 25 punti in più dei rivali.

I due manager, entrambi esordienti, si sono ben comportati fino ad ora, ma si sa, i playoff sono un’altra cosa.

Boston può vantare una rotazione molto migliore, con Sale bestia nera degli Yankees, mentre Price, che lo era stato fino allo scorso anno, in questa stagione ha sofferto oltremodo i ragazzi di Aaron Boone, tanto da pensare che i video abbiano evidenziato qualcosa che lo staff a strisce è riuscito a spiegare ai propri battitori.

La rotazione sarà completata da Porcello e da uno tra Eduardo Rodriguez e il sorprendente Eovaldi, giunto da Tampa nella deadline e capace di un’ERA poco sopra il 3 in 11 partenze.

Il bullpen, dietro al mostro sacro Kimbrel, vede Workman, Barnes, Hembree ed il knuckleballer Wright, lo scorso anno utilizzato come partente. Non un reparto all’altezza dell’attacco, dove Betts e Martinez si contenderanno il titolo di MVP stagionale, con Bogaerts e Benintendi autori di due ottime annate, con Devers ancora scarso in difesa (in questo fa il paio con il terza base degli Yankees, Andujar), e non eccellente in attacco, così come i vari Nunez, Moreland e Bradley.

In questo momento l’attacco degli Yankees è quantomeno pari a questo, con i rookie Andujar e Torres, i veterani Stanton, Gregorius e Hicks, con il sophomore Judge tutti sopra i 24 HR, per non parlare del prima base Voit, che con 14 fuoricampo in appena 39 partite si è guadagnato il posto di titolare in poco più di un mese. Unica nota stonata la pessima stagione al piatto del catcher Sanchez, che batte sotto la Mendoza line.

Sul monte New York presenterà una rotazione formata da Severino (appena 4 inning nella wild card, con troppe basi ball), Sabathia e Tanaka, i veterani autori di una stagione sotto il 4 di ERA, e con il mancino J.A. Happ, acquisito a luglio dai Blue Jays e fin qui ottimo nel Bronx. Il bullpen è uno dei migliori della MLB, con Chapman closer, Betances, Britton, Robertson, Green e Holder tutti autori di una ottima regular season.

Prevediamo una serie lunga e molto combattuta, dove gli attacchi la faranno da padrone, ma Boston sembra avere qualcosa in più, per la rotazione più affidabile e per il fattore campo che in questa serie conterà più che in ogni altra.

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