I Boston Red Sox, campioni in carica della AL East, entrando nella stagione 2018 sono chiamati a consolidare questo titolo e ad ambire a qualcosa di più anche nella postseason.

Questo compito è, almeno sulla carta, stato reso più complicato dalla come sempre sontuosa campagna acquisti degli Yankees che con l’arrivo di Stanton, anche a detta di David Ortiz, sarebbero stati troppo forti per tutti in quella divisione.

La realtà, con quasi 10 partite giocate dice Boston 8-1 e New York 5-5: è solo l’inizio e si sa che in 162 partite le prime 10 contano relativamente ma di certo si posso trarre le prime indicazioni sul tipo di squadra che è e che potrà essere.

Boston per quanto riguarda l’attacco è prima in assoluto nei doppi, decima nei punti realizzati e settima nella media in battuta. Questi indicatori collegati al basso numero di homeruns confermano che a differenza dei loro eterni rivali Boston ha puntato sul contatto più che sulla potenza e che fatta eccezione per JD Martinez, Andrew Benintendi e Jackie Bradley Jr. tutti i componenti del lineup dei Red Sox stanno battendo più di .275.

Questo potrebbe essere un vantaggio a lungo termine contando sulla probabile risalita di Martinez e Benintendi che oltre al contatto potrebbero portare anche la potenza.

Il reparto lanciatori sta fornendo un’ ottima prestazione sinora con il quarto posto nelle major sia in ERA (2.69) che in media battuta concessa (209): il merito tra i partenti va a un ritrovato Price che in due partite deve ancora subire punti e a due buonissimi Sale e Porcello che stanno confermando le aspettative.

Le note dolenti arrivano dagli altri due starters, Rodriguez e del momentaneo quinto, in attesa del ritorno di Wright, che è Johnson: entrambi finora non sono stati in grado di fornire un contributo soddisfacente ma grazie alle buone performance offensive Boston è riuscita a limitare i danni ad una sola sconfitta.

Un altro fattore importante che va considerato e che ha aiutato i pitchers è la fielding percentage o FPCT che tiene conto degli errori difensivi in base alle opportunità e Boston in nove gare è leader MLB con zero errori e un immacolato 1000 che lascia ben sperare soprattutto i groundball pitchers come Porcello che “vivono o muoiono” di questa statistica.

Bogaerts, Devers ed il sostituto di Pedroia Nunez stanno facendo un ottimo lavoro nonostante il numero di palline a loro imputabili difensivamente sia discretamente alto e questo è un parametro che dovrà rimanere così per non forzare i pitchers a lanciare alto nella zona di strike esponendosi così a un maggior numero di homerun avversari.

La profondità del lineup di Boston è strabiliante e quando tornerà Dustin Pedroia ci sarà solo l’imbarazzo della scelta e si potrà adattare il lineup ancora di più al matchup proposto dall’altra squadra.

Purtroppo per la franchigia del Massachusetts il bullpen non sembra avere questa profondità e in chiave playoffs potrebbe essere un aspetto molto penalizzante e sul quale il front office dovrà lavorare prima della deadline.

Difatti l’unica certezza è Kimbrel che da closer non ha ancora sbagliato un colpo in questa stagione, fornendo grande sicurezza, insieme anche a Hembree e Poyner che posso vantare a loro volta ERA bassissime.

Per quanto mi riguarda l’avvio di Boston è frutto di un loro buon lavoro ma come molti scettici potrebbero insinuare affrontare sette volte i Rays e due i Marlins (squadre sulla carta non da playoffs) li ha aiutati parecchio.

I Red Sox per consolidare la loro posizione e mettere a tacere tutti avranno tre serie importantissime, le prime i due in casa contro gli odiati Yankees e i rivali degli Orioles;poi saranno di scena ad Anaheim in California contro i sorprendenti Angels del magico trio Pujols, Trout e Ohtani.

Se riusciranno ad avere un record positivo dopo queste tre serie non si potrà più parlare di schedule a loro favorevole ma bisognerà iniziare a tenerli d’occhio come seri contendenti.

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