Lance Lynn

Minnesota Twins, Chicago Cubs o Colorado Rockies

La giornata di ieri è iniziata con la notizia dell’infortunio che terrà Ervin Santana lontano dai campi di gioco per almeno 10/12 settimane. Questo cosa implica? Che i Twins, con i soli Josè Berrios e Kyle Gibson sicuri di assicurarsi uno slot nella rotazione della prossima stagione al Target Field, dovranno con urgenza catapultarsi sul mercato dei free agents. E di starters da cercare, per loro, ce n’è più d’uno. A maggior ragione con la leadership di Santana che salta fino ad almeno tutto il mese di Maggio compreso. Ed è proprio qua, nel concetto di leadership e di carattere da trasmettere ai compagni sul campo, che il nome di Lynn viene in mente come perfetto match per entrambi i lati della trattativa. Un team competitivo e con aspirazioni di successo a breve-medio termine da una parte, e un toro “mangia-inning” (e avversari) dall’altra. A Colorado a guidare una rotazione giovane e senza troppa esperienza? Rappresenterebbe il ruolo della maturità per chi, come Lynn, dal 2012 non è mai andato sotto le 29 partite da partente (con picchi da 33 per ben tre volte nelle cinque stagioni nel ruolo) né sotto le 11 vittorie (una sola volta; nelle altre quattro, due volte 15 e una volta 18 wins).

Yu Darvish

New York Yankees, Los Angeles Dodgers o Minnesota Twins

L’attesa estenuante che sta caratterizzando questa lunghissima off-season, quest’anno quanto mai prima parca di colpi a sorpresa e di botti di fine/inizio anno, ha un volto. E’ quello del lanciatore nipponico di origini iraniane Yu Darvish. Terminata la stagione al capolinea di Gara 7 delle World Series con la sconfitta decisiva dei suoi Los Angeles Dodgers, Darvish e i suoi agenti sono stati fin dalle battute iniziali assediati di offerte di contratto da parte di praticamente tutti nelle Majors. Chi ha mostrato maggior resilienza nel corteggiare il giocatore, i “finalisti” di quelle ideali audizioni organizzate dallo stesso Darvish, sono stati i Milwaukee Brewers, i Minnesota Twins e i Chicago Cubs. Cosa non può invece essere previsto da chi insegue un free agent (con possibilità di scelta arriviamo a dire) sono le preferenze dello stesso. E questo è proprio ciò che sta succedendo con Darvish: in attesa di migliori condizioni di budget da parte di due sicuri contenders della prossima stagione quali i Los Angeles Dodgers e i New York Yankees, Darvish continua ad allenarsi sodo, ma da solo. Con un capo del telefono, quello rappresentato dagli impegnatissimi suoi agenti, sempre pronto a salire su un volo e raggiungere la sua prossima metà del cielo. E vissero felici, ricchi e contenti.

J.D Martinez

Boston Red Sox, Boston Red Sox o Boston Red Sox

L’agente di Martinez, il Mino Raiola d’America, Scott Boras, ne ha fatto una questione di competenza della MLBPA (Major League Baseball Players Association) da discutere con le istituzioni competenti (leggi: il Commissioner) della Lega. Una off-season così “morta” uccide il business della free agency. E ti credo che uccide il business: se i giocatori non firmano con nessuno perché i management delle franchigie non elargiscono poi così tanto (qualche milioncino in meno che, evidentemente, fa la differenza fra il voler lavorare e il non farlo) è un bel problemone. Eh sì. Perche? Perché lui non guadagnerà quanto aveva messo a budget a inizio anno. Conflitto di interessi? Un tantino…

Se Darvish è il volto di questa off-season, Martinez ne è la cartina di tornasole. Mesi e mesi e mesi a parlare, a limare un milione di qua, aggiungere un anno di là, inserire una opzione di su e una clausola di giù. Il risultato è che siamo a 7 giorni dall’inizio dello Spring Training e Martinez è ancora a casa. Forse accettare contratti milionari per fare il lavoro più bello al mondo non fa poi così schifo, J.D. E i Red Sox, i suoi oramai unici inseguitori, non finiranno di certo ultimi in Division. Anzi. Guarda J.D, dal basso della nostra passione ti diamo un umile consiglio: accetta questi 5 anni a 100 milioni e farai felice l’intero Massachussetts. E le tue tasche, ovviamente. Anche se pensi di no.

Alex Cobb

Chicago Cubs, Minnesota Twins o Los Angeles Angels.

Un’offerta da 42 milioni per tre anni recapitatagli dai Chicago Cubs è stata fatta gentilmente tornare indietro dagli agenti del giocatore a metà dicembre. Da allora nulla di concreto che sia passata sotto la lente d’ingranditore dei media Usa per il destrorso lanciatore ex Tampa Bay Rays. E allora che cosa si staglia nel futuro di Cobb? La sorpresa si chiamano Los Angeles Angels. Che possono già disporre di 4 lanciatori partenti che, se tutti in salute per l’intera stagione, da soli fanno già paura così. Aggiungendo Cobbs nello spot n.3 o n.4 farebbe tutta la differenza del mondo nell’assalto alla baionetta degli Angels ai campioni Astros per questo 2018 nella AL West. E i Cubs? Rimangono tuttora un’opzione. Dietro a Lester, Hendricks e Quintana mettere un Alex Cobb sarebbe una mossa in grado di distanziare ancor più i Cubs dal resto della diligenza della NL Central (Milwaukee e St. Louis uniche pensabili contendenti). Dei Twins abbiamo parlato poco sopra: 2 starters al momento disponibili. Il resto passerà inevitabilmente dal mercato. Cobb con Santana e Berrios comincerebbe a sembrare una rotazione di tutto rispetto. Mettendoci dentro anche Lynn, la Wild Card della American League avrebbe un serissimo contendente in più.

?, ? o Milwaukee Brewers

Saremo sinceri. Non abbiamo la minima idea di cosa potrebbe succedere con riguardo al vincitore del Cy Young Award del 2015 per la National League. Avrebbe molto senso un acquisto da parte dei Brewers che, con Chacin e Gallardo, quest’inverno hanno già alzato di molto il livello tecnico della parte bassa della loro rotazione. E ricordiamo che Jimmy Nelson, n.1 dei “birrai” del Wisconsin, tornerà a stagione in corso con la possibilità di fare la differenza nella seconda parte dell’annata. Darvish non lo vediamo più troppo un’opzione percorribile, così come Lynn e Cobb ci sembrano più “fit” in altri lidi in giro per l’America. Insomma, con un Nelson a pieni giri e un Jake Arrieta in cerca di rivincite con i suoi ex Chicago Cubs, la profondità di scelte a disposizione del manager Craig Counsell è un’arma da sfoderare sul lungo periodo, quando gli infortuni e gli acciacchi di 6 mesi di baseball cominceranno a sentirsi. Del resto, andando a sbirciare il roster messo a disposizione di Counsell dal General Manager David Stearns, notiamo come siano al momento, ben 6 (ad esclusione di Nelson!) gli starting pitchers pronti a competere per i 5 spot della rotazione. Un uno-due-tre con Nelson, Arrieta e Zach Davies potrebbe impensierire chiunque in giro per la National League in una serie da weekend dal venerdì alla domenica. La sorpresa? Ancora i Los Angeles Angels. Lo abbiamo già ribadito sopra: Garrett Richards, Andrew Heaney, Tyler Skaggs e Matt Shoemaker, se la salute li accompagna da Aprile a Ottobre, possono mettere a serio rischio la reputazione degli Houston Astros quali favoritissimi della vigilia per l’interregno di Division. Metterci dentro Jake Arrieta con un bel n.2, in quella rotazione, avrebbe l’effetto neanche troppo esagerato di sconquassare seriamente i precarissimi equilibri al momento presenti nei Power Rankings della American League con il terzetto composto da Yankees, Indians ed Astros al momento in testa al peloton de la maillot jaune.

 

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