La primavera è ormai alle porte e ciò significa, per il ciclo annuale degli sport USA, l’arrivo imminente della regular season MLB.

Con l’opening day a meno di due settimane di distanza è arrivato il momento di fare il punto su una offseason che – sempre più in nome della velocizzazione del gioco – ha introdotto la nuova regola del no-pitch intentional walk che permetterà ai manager dal dugout di segnalare all’arbitro di casa base l’intenzione di voler concedere 4 ball. Viene inoltre aggiunto un limite di 30 secondi per gli stessi coach per poter chiamare un challenge su una giocata.

Trattiamo in questo articolo la AL East, come sempre agguerrita e imprevedibile, rinforzata in alcuni aspetti ( Sale, Chapman, Holliday) e indebolita per altri (Encarnacion, Ortiz) a seguito della prima stagione nella sua storia, quella 2016, nella quale 3 delle 5 squadre sono arrivate alla postseason, con Toronto e Baltimore a sfidarsi nella WC game e i Red Sox, spazzati via dai Cleveland Indians nelle division series.

 

BALTIMORE ORIOLES

  • FREE AGENCY

Considerato l’atteso rinnovo di Mark Trumbo per un triennale da 37,5 milioni, due sono state le perdite per scadenza di contratto dal roster che ha strappato un ticket per i playoff 2016: Matt Weiters e Pedro Alvarez.

Il primo ha rifiutato il secondo one year contract consecutivo nel Maryland per poi spostarsi lungo la East Coast a Washington. Per tappare la falla dietro al piatto Duquette ha pescato dalla FA il dominicano Castillo, reduce da una discreta stagione in Arizona e che sarà sicuramente il catcher titolare degli O’s che in quella posizione aspettano l’unico prospetto di buon livello in questo momento nella loro farm: Chance Cisco, che potrebbe esordire nelle Majors tardi nella stagione.

Per quanto riguarda Alvarez invece, la scelta è stata quella di spostare Trumbo al ruolo di designato. Gli acquisti di Seth Smith tramite trade e di Craig Gentry hanno, almeno sulla carta, messo da parte l’esigenza venutasi a creare nell’outfield.

Poco altro degno di nota se non l’acquisizione di 2 pitcher dei Mets: Logan Verrett e il prospect Ynoa.

  • PARTENTI

Dopo i risultati alterni del 2016, la rotazione rimane quasi invariata con l’unico degli Starters con record positivo (Tillman) che non sarà disponibile per l’opening day complice un iniezione alla spalla datata al 14 febbraio. Inoltre la cessione di Gallardo a Seattle per Smith comporta che la rotazione di Camden Yards appare così formata  da Gausman, Bundy, Miley, Jimenez e Wright fino al ritorno di Tillman. Tutti quanti tranne Gausman hanno chiuso il 2016 a Nord dei 5 punti ERA.

Punto chiave del reparto sarà Dylan Bundy, 24enne presente in 36 incontri della scorsa stagione ma solo 14 volte da partente con una discreta media di battuta concessa di .257 e 104 K in 110 inning. Non da sonni tranquilli a Showalter invece il classe 84 Ubaldo Jimenez, che nonostante la media di quasi 8 strikeout ogni 9 riprese ha riportato 12 L in 25 partenze con un ERA di quasi 5.5 e una lentezza nel movimento che ha permesso agli avversari di rubargli 26 basi in 142 inning.

In mezzo alla rotazione Wade Miley spera di tornare quello ai tempi di Arizona nella sua stagione da 30enne dopo il flop fra Seattle e Blatimora nel 2016 e sul quale gli O’s hanno un’opzione da 12 mln per il 2018. Nelle retrovie 2 scialuppe di salvataggio nel fresco arrivato Logan Verrett e in Tyler Wilson.

Nonostante le speranze di upgrade per il giovane Dylan Bundy, quest’anno gli Orioles di certo non brilleranno per i loro partenti.

  • BULLPEN

Qui invece i Birds sono più che degni di nota con Zach Britton saldo nel ruolo di closer e leader per salvezze nella American League a quota 47 (su 47 chance) e con un ERA di 0.54. Rimane ancora l’amaro in bocca per Baltimore la sua mancata entrata in scena nella WC game con Toronto che è costata la stagione. Dietro a uno dei pochi closer mancini nella lega troviamo ancora una volta Brad Brach e Darren O’Day come setup e Mychal Givens come principale middle reliever.

Con la terza miglior ERA del 2016 il reparto rilievi si candida ad essere di ottima affidabilità, e dovrà esserlo vista la traballante situazione fra i partenti.

  • LINEUP

Forse il cuore del lineup più letale della lega quello composto da Davis, Machado e Trumbo che in 3 hanno collezionato la bellezza di 112 fuoricampo, solo 10 in meno di tutti gli Atlanta Braves. Se poi ci aggiungiamo i 29 di Adam Jones e i 25 di Jonathan Schoop, è facile capire come gli Orioles abbiano surclassato la concorrenza in Home Runs. L’altra faccia della medaglia sono gli strikeout concessi ( tanti, ma veramente tanti per Davis e Trumbo) e una staticità sulle basi che li porta ad essere ultimi per basi rubate e ad aver ottenuto 6, dico 6 tripli in tutta la stagione.

Cruciale sarà quindi il ruolo di Kim e Jones, primi 2 nel batting order, ossia quello di ottimizzare al massimo questa potenza. Il coreano mancino ha esordito l’anno scorso in MLB con un’ottima slash line in quasi 350 apparizioni al piatto: .302/.380/.420. Jones dal canto suo può migliorare la sua percentuale di arrivo in base ferma a .310.

Grande punto interrogativo rimane chi affiancherà proprio Jones e Kim nell’outfield di destra. Ad oggi sembra prospettarsi un Platoon fra Smith e uno fra il giovane Rickard, che già ha svolto lo stesso ruolo con Kim, e il nuovo arrivato Gentry. Showalter sta dando molto spazio ad entrambi nello spring training per avere un idea più chiara. Il campo esterno – che l’hanno scorso si è piazzato ultimo per WAR a quota -5.2 – rimane comunque il punto debole per un lineup di tutto rispetto.

L’infield non brilla certo per affidabilità con 37 errori nel 2016 per i quattro difensori del diamante. Reparto che si è fatto perdonare però con le prestazioni offensive anche con Hardy, sulla carta elemento debole in una division che vede la concorrenza di Bogaerts, Tulowitzki e Gregorius nel ruolo di shortstop. Il 35enne ormai alla sua settima stagione a Camden Yards continua infatti ad avere buone medie e ad essere il meno falloso nell’infield. Infine oltre ai già citati Davis e Machado, anche Schoop con i suoi 25 anni e alla sua seconda stagione con un posto titolare fisso può essere una spinta verso la quarta postseason in 6 anni.

  • PREVISIONI

Un attacco sopra la media deve compensare degli starters al di sotto della media, cercando di arrivare a giocarsi ogni fine partita almeno a portata di fuoricampo affidandosi ai rilievi. Alla fine i 2 lati della medaglia dovrebbero compensarsi per un 83-81 che non sarà comunque abbastanza per i playoff.

BOSTON RED SOX

  • FREE AGENCY

Inutile nasconderlo, il ritiro di Ortiz non è stato facile da digerire a Fenway Park. La soluzione trovata da Dumbrowski in Mitch Moreland, con lo spostamento di Ramirez a DH, lascia un senso di vuoto nei campioni in carica della division, tanto che si prevede un alternanza con Chris B. Young sul cuscino di prima. Dall’ex Texas Rangers ci si aspetta una stagione da 20 fuoricampo, più o meno la metà rispetto a big papi.

L’altro grande arrivo a Boston è stato quello di Chris Sale in cambio di 4 prospetti per gli White Sox (fra cui il top prospect terza base Moncada), con il quale ora a Fenway park ci sono 3 legittimi candidati per il cy Young award in Sale, Price e Porcello. In 7 estati al Cellular Field, Sale non è mai andato oltre il 3.4 di ERA, obiettivo minimo che ci si aspetta da lui nel Massachussets anche in una division non certo facile per un lanciatore mancino.

Rivoluzionato il bullpen con le scadenze non rinnovate di Uehara, finito ai Cubs, Tazawa e Ziegler, entrambi andati a Miami. Unico rimpiazzo nel reparto è stato Thornburg reduce da una grande stagione ai Brewers (2.15 ERA) in cambio di Shaw e Dubon.  Altra aggiunta quella di Rutledge che dovrebbe essere lo utility man del diamante.

  • PARTENTI

Qui sembrava tutto rosa e fiori fino alla notizia dell’infortunio di David Price che salterà l’opening day il 2 aprile. Dietro a Drew Pomeranz e Steven Wright si apre quindi uno spiraglio per il 24enne Eduardo Rodriguez almeno per l’inizio di stagione essendo stato ceduto Clay Buchholz a Philadelphia per fare spazio nel cap, che secondo le stime dovrebbe alleggerirsi di oltre 6 mln.

Se i Red Sox però vengono etichettati come favoriti nella American League assieme agli Indians, ciò è dovuto in gran parte alla rotazione con il maggior numero di W nella AL nel 2016 (68, 2 in più di Cleveland). Rick Porcello e Steven Wright sono esplosi nel 2016 con 35 vittorie complessive e facendosi preferire perfino a David Price sul quale continua a incombere la maledizione nei playoff. In particolare il 27enne ex Tigers ha fatto suo il CY Young battendo la concorrenza di Verlander grazie alle sue 22 vittorie. Regular season oscurata in parte dalla brutta uscita nell’opener della serie con Cleveland.

Rodriguez avrà la sua chance di mostrare la sua fastball da 94 MPH prima del ritorno di Price, che probabilmente porterà indietro Drew Pomeranz nel quinto spot. Quest’ultimo non ha reso quanto ci si aspettava dopo la prima parte di stagione ai Padres con una media ERA di 2.47; con la maglia dei Sox infatti in 68 inning ha concesso 14 fuoricampo e 4.6 di ERA.

Gli starters di Boston promettono di essere fra i più forti della lega se in salute, sia per la qualità che per la varietà degli elementi con tre lefties e un knucleballer in Steven Wright. Inoltre da non sottovalutare la resistenza di questo staff, con Price, Wright e Porcello tutti sopra i 100 lanci di media a partita.

  • BULLPEN

Dietro a Kimbrel, il nuovo arrivo Thornburg e Joe Kelly sembrano essere le prime opzioni per Farrell. Kelly dopo aver sperimentato il ruolo di rilievo nel 2016 verrà probabilmente relegato definitivamente nel ‘pen viste le citate partenze nel reparto. Ben coperto il long relieving con Hembree venuto in soccorso per ben 38 volte nel 2016 postando un 2.65 di ERA in oltre 50 riprese.

Matt Barnes e il mancino Robbie Ross sono altre 2 valide carte da giocare per Farrell visti i margini di miglioramento che entrambi hanno; il primo in tre stagioni ha sempre incrementato la sua media di strikeout arrivando a un ottimo 9.6 K/9 nell’ultima, il secondo nonostante qualche problema di controllo ha postato un solido 3.25 di ERA nella seconda stagione al fenway con solo 2 HR subiti in 55 inning. Meno certezze per Fernando Abad che dovrebbe comunque entrare nel 25 man roster.

Senza infamia e senza lodi nel 2016, anche per il nuovo anno si prospetta un reparto nella media, nel quale a farla da padrone saranno il closer e i setup man vista la qualità e la resistenza degli starters.

  • LINEUP

Due i nomi da tenere d’occhio: Pablo Sandoval e Andrew Benintendi. Il primo ha visto aprirsi le acque per un ruolo da terza base titolare dopo le partenze di Shaw e Moncada, ma dovrà ritrovare se stesso dopo i 2 anni più difficili della sua carriera. Per quanto riguarda Benintendi, anche da lui ci si aspetta molto, anche se non così nell’immediato vista l’età di soli 22 anni. Nonostante le poche primavere alle spalle però la settima scelta complessiva del draft 2015 si è trovato un posto al sole, all’ombra del green monster e già in questo Spring Training si sta facendo valere.

Il batting order vede così Benintendi subito dopo il leadoff Pedroia, seguiti da Bogaerts, Betts, Ramirez e Bradley Jr.; già così basterebbe per definirlo un lineup mostruoso ma aggiungendoci anche le 3 incognite di Sandoval, Moreland e Leon, pronosticando che solamente una vada a buon fine, si può legittimamente dire di aver davanti l’attacco più forte della lega.

  • PREVISIONI

La American League sembra essere un affare fra Red Sox e Indians, con la division dell’ovest che non propone nulla di ugualmente competitivo. L’est potrebbe essere una pratica archiviata a Fenway Park già dall’ultima settimana di settembre con un record molto simile a quello del 2016; 92-70.

NEW YORK YANKEES

  • FREE AGENCY

Gli Yankees sono entrati nella offseason con due situazioni da risolvere: DH e closer. La cessione di Beltran la scorsa estate, il ritiro di Teixeira ( non che abbia reso molto nella sua ultima stagione) e lo scambio con Houston che ha mandato McCann in Texas, hanno portato i Pinestripes ad avere una necessità di potenza nel lineup, colmata con gli acquisti di Matt Holliday e Chris Carter, entrambi provenienti dalla FA. Per l’ex Cardinals nel suo anno di contratto a 13 mln, si prospetta principalmente il ruolo di designato, con la possibilità di far parte alla difesa nell’outfield se necessario. Per il 30enne fresco da una stagione da 41 HR con i Milwaukee Brewers invece, ci si può aspettare un platoon sul cuscino di prima con il giovane mancino Greg Bird.

La pratica nel bullpen è stata archiviata il 15 dicembre con il ritorno di Aroldis Chapman per la modica cifra di 86 milioni spalmati in 5 anni. Dopo la gloriosa parentesi a North Chicago, il 4 volte all star con i Cincinnati Reds si stabilisce così nel Bronx come colonna portante di un solido edificio che Cashman e Girardi sperano di costruirgli attorno per tornare ai vertici del baseball. Il progetto c’è, con tanti giovani in mezzo che avranno molto spazio in questo 2017 in cui gli Yankees hanno finalmente e sostanzialmente deciso di ricostruire.

Il ricambio generazionale c’è stato e a giovarne è stato in primis il portafogli; nonostante i citati 3 acquisti infatti il payroll è sceso di quasi 23 milioni rispetto al 2016 scendendo sotto quota 200 per la seconda volta nelle ultime 10 stagioni.

  • PARTENTI

Fra gli Starters troviamo l’unico rappresentante della vecchia guardia; CC Sabathia, il quale a 36 anni e con un solo anno rimasto sul contratto potrebbe essere alla sua ultima spiaggia visto che una stagione mediocre difficilmente lo renderebbe appetibile nella prossima Free Agency. Va detto però che nel 2016 l’ex Indians è tornato a sud del 4 di media ERA, il che non avveniva dal 2012 e lo mette subito dietro a Tanaka nelle gerarchie della rotazione.

Rimane saldo al terzo spot il dominicano Michael Pineda reduce dalla peggior stagione delle sue 4 in MLB nonostante abbia incrementato la sua media strikeout a 10.6 ogni 9 riprese. I 27 fuoricampo subiti hanno fatto lievitare la sua media punti subiti a 4.82 con un record finale di 6 vittorie e 12 sconfitte. Si prospetta quindi una stagione pivotal per la carriera del 28enne al suo ultimo anno di arbitration.

Dietro questi 3 nomi hanno fatto i bagagli Eovaldi e Nova, che dalla FA sono poi finiti rispettivamente a Tampa Bay e a Pittsburgh. L’unica contromisura è stato l’acquisto di Jon Niese, pitcher lontano ormai dai tempi in cui era l’ace della rotazione dall’altra parte di New York. Non è un caso infatti che nelle gerarchie di pre stagione l’ex Pirates sia scavalcato dai giovani Chad Green e Luis Severino nonostante i gravi problemi di controllo per entrambi. Severino era partito anche l’anno scorso fra i top 5 del pitching staff di Girardi ma è stato successivamente relegato nelle minors dopo delle disastrose uscite. Chad Green ha avuto meno spazio, ma ha saputo sfruttarlo meglio facendosi notare con 52 K in 45 inning e un ERA tutto sommato accettabile per un rookie (4.73).

Tornando a Niese, per lui la stagione si aprirà in AAA, e non vi è alcuna certezza di una chiamata in caso di emergenza al piano di sopra vista la presenza di Luis Cessa, che per ora è il long reliever degli Yankees ma potrebbe farsi preferire se dovesse essercene bisogno vista la giovane età e i numeri del 2016 oggettivamente migliori del 30enne.

  • BULLPEN

Nonostante il ritorno di Chapman, il parco rilevi dello Yankee Stadium risulta indebolito rispetto a 365 giorni fa vista la mancanza di Miller, carta fondamentale della cavalcata degli Indians fino a gara 7 delle WS. Accanto a Betances troviamo ora Tyler Clippard, di ritorno nel Bronx durante la scorsa stagione dai Dbacks.

Tante luci con qualche ombra su questo reparto: primo nella lega per strikeout, secondo per numero di vittorie ottenute ma fra i peggiori per numero di fuoricampo subiti. Sicuramente le cessioni di Chapman e Miller non hanno aiutato in questo senso; prima delle 2 trade il reparto era sul podio della AL per punti concessi, nel periodo seguente si è piazzato penultimo. Betances non è stato impeccabile nel momento in cui si è trovato il reparto sulle spalle e con un numero troppo alto di rubate subite (21 su 21).

Da valutare ancora Tommy Layne, unico mancino affidabile assieme a Chapman vista la brutta annata di Shreve e la cessione di Bleier ai rivali divisionali di Baltimore. Adam Warren, anche lui arrivato nel 2016 come Layne e Clippard dopo la parentesi Cubs, ha aggiustato la sua annata con un’ottima seconda metà di stagione e sarà il principale middle reliever della squadra. Spazio infine nel 25 man roster dovrebbe esserci anche per Mitchell, in vantaggio su Holder, Barbato e Heller.

  • LINEUP

Gary Sanchez, Greg Bird, Aaron Judge e Tyler Austin hanno già iniziato a lasciare segni nella MLB guadagnando terreno nell’ascesa alla depth chart, il punto è se riusciranno, all’interno di un progetto a lungo termine, a riportare la franchigia più famosa dello sport americano a un titolo che manca ormai da 7 stagioni. Sanchez ha spazzato via McCann nell’ultima fase del 2016 dietro casa base con 53 partite a quota .300 di AVG. Bird ha superato il suo infortunio alla spalla che gli ha fatto saltare l’intero 2016 dopo un promettente rookie year. Judge si contenderà il RF con Hicks. Entrambi lasciano molto a desiderare in attacco ma vista la maggior propensione di Hicks di giocare al centro dell’outfield come nei suoi 3 anni ai Twins, Judge sembra essere favorito per lo spot. Ciò apre la conversazione per una possibile cessione di uno fra Elsbury e Gardner, molto simili per età e caratteristiche, anche se entrambi con contratti davvero pesanti (4 anni per 64 mln rimasti a Ellsbury, 2 per 24 a Gardner). La partenza di uno dei 2 avrebbe senso in quanto aprirebbe la strada al top prospect Clint Frazier, per ora in AAA.

Nell’infield rimangono saldi ovviamente Castro e Gregorius, che potrebbe saltare l’opening day causa infortunio alla spalla con la nazionale Olandese. Confermato anche Chase Headley a difesa del cuscino di terza nonostante i numeri del 2012 con la conquista del gold glove e del silver slugger siano ormai ben lontani a 33 anni.

Terzultimi per percentuale di arrivo in base nella AL, i bombers sono sotto alla media di lega anche per numero di HR ed essendo ora orfani degli oltre 40 fuoricampo di Beltran e McCann, dovranno sperare che Castro e Gregorius continuino la loro parabola ascendente in questo aspetto. I 2 compagni del middle infield hanno infatti raddoppiato la loro produzione di Home Runs nel 2016 ma in 2 difficilmente potranno portare sulle spalle una squadra giovane con delle evidenti lacune nel pitching staff che, escluse le gare di Tanaka, porterà gli Yankees a dover fare grandi cose in attacco per portare a casa le W.

  • PREVISIONI

Attualmente il divario fra gli Yankees e i playoff sembra essere più ampio rispetto a quello che le 5 gare di distacco da Orioles e Blue Jays suggeriscono. La strada sembra comunque essere quella giusta e qualche trade azzeccata nel corso della stagione potrebbe rendere la squadra di Girardi davvero interessante da vedere. In una division come sempre competitivà però difficilmente vediamo gli Yankees raggiungere il 50% di vittorie fermandosi a quota 75-87 per il secondo quarto posto consecutivo nella AL East.

TAMPA BAY RAYS

  • FREE AGENCY

Il sole continua a non splendere sul Tropicana Field, e non è una questione di indoor o outdoor; dopo due stagioni interlocutorie poco sotto al 50% a seguito di un ciclo che ha portato un pennant nel 2008 e 4 apparizioni ai playoff, i Rays hanno perso per 94 volte nel 2016 tornando dove erano stati per 9 delle prime 10 stagioni della loro storia cioè in fondo alla division.

Anche in ottica rebuilding serviva una scossa per il secondo peggior attacco della American League dopo quello di Oakland per punti segnati e le contromisure al problema sono arrivate nei contratti di Colby Rasmus per un anno a 5 milioni e di Wilson Ramos per 2 anni a 12.5 milioni. Presi inoltre Eovaldi, disponibile solo nel 2018, e Tommy Hunter che nonostante il 4.26 di ERA in 9 stagioni nelle majors, sarà comunque il principale rilievo dietro a Colome.

Viste le dimensioni del portafoglio e la mancanza di valide speranze nella farm system nell’immediato, ci si poteva aspettare una ulteriore svendita di pezzi grossi come Archer per migliorare già dal 2017 l’attacco sostanzialmente. Ad essere ceduto è stato invece Drew Smyly (27 anni, 4.88 di era nel 2016) in cambio di 3 prospetti da Seattle fra cui Mallex Smith, 24enne outfielder con un .238 di media ad Atlanta. Altro pitcher ceduto è stato Matt Moore, finito ai Giants in cambio di due prospetti e Matt Duffy. Riacciuffato inoltre Logan Morrison con un contratto annuale da 2.5 milioni. Nessun accordo invece con il classe 83 Alexei Ramirez e con il rilievo Kevin Jepsen.

Tutte scelte proporzionate al budget di Tampa ovviamente, il cui payroll è di 1/3 rispetto a quello degli Yankees anche in questa stagione contro tendenza dei 27 volte campioni. Qualche trade potrebbe essere dietro l’angolo durante la stagione e Archer sembra essere il più gettonato visti i contratti che legano Kiermaier e Longoria alla franchigia fino al 2022.

  • PARTENTI

L’unico dipartimento che ha dato soddisfazioni sulla costa ovest della Florida, ancora pieno di vitalità dopo le trade di Smyly e Moore e la stagione da 19 sconfitte di Archer. Questo è dovuto all’età media di 26 anni, a un fantastico rookie year del mancino Snell nonostante un walk rate molto alto, a un’altra solida stagione di Jake Odorizzi con quasi 190 riprese di operato per un ERA di 3.69 e alla speranza del vero ritorno di Alex Cobb, elemento chiave della squadra del 2013 con la vittoria nella WC game contro gli Indians.

Archer, Odorizzi, Cobb, Snell, Andriese sarà quindi la rotazione dei Rays per il 2017. Nonostante la presenza di un solo mancino e l’alternanza che Andriese ha avuto nelle sue 2 prime stagioni con il bullpen, il reparto sembra essere competitivo. Davvero poche però le alternative con Jose de Leon (acquistato dai Dodgers) come unica alternativa credibile al momento.

  • BULLPEN

Terrificante è l’aggettivo giusto per descrivere il pen 2016 dei Rays. Ultimo per numero di vittorie e primo per numero di sconfitte riportate. Pochi i segni che indicano un miglioramento nella prossima stagione. Escludendo il ruolo di closer, si è salvato solamente Erasmo Ramirez, pitcher con limiti tecnici ma che ha operato per più di oltre 90 inning con un 3.77 di ERA. Nel resto del reparto, sempre tenendo fuori Colome, nessuno è arrivato oltre la metà del lavoro svolto da Ramirez, con Cedeno fermo a 41 riprese e Boxberger a 24 complici infortuni.

Farquhar ha fatto vedere qualcosa di buono con un 3.04 di ERA e 46 K in 35 riprese. Il rilievo quasi 30enne però non ha subito lo stesso livello di pressione dei colleghi prima citati e sarà interessante vederlo assieme a Hunter come setup nel 2017.

Malissimo Geltz – con 11 HR e 16 punti concessi in 26 inning -e i mancini Romero ed Evaland. Romero è stato girato ai Nats per un prospetto mentre Evaland è ancora al Tropicana nonostante abbia subito esattamente un punto per ognuna delle sue 23 riprese e abbia una media ERA di 5.45 nelle sue 11 stagioni nelle Majors nelle quali ha giocato in 10 franchigie diverse, 1/3 della MLB.

C’è però ora da rendere onore al merito di Alex Colome,  28 anni, 1.91 di ERA reso ancora più incredibile dal fatto che Colome è stato probabilmente il rilievo col più alto livello di pressione subita nelle sue uscite in tutta la MLB assieme a Casilla e Robertson.  Il dominicano è oggi fra i top closer della lega dopo 4 stagioni nelle majors e potrebbe anch’egli rappresentare merce di scambio per qualche contender bisognosa come i Mariners.

Se è vero che Colome è l’unica delle poche stelle del roster su cui non grava un longevo e pesante salario, è pur vero che una volta ceduto si dovrebbe assolutamente intervenire di nuovo su un reparto che ad oggi è fra i peggiori di tutta la lega.

  • LINEUP

Anche qui le note stonate non mancano; terzultimo posto nelle lega per media di battuta e penultimo nella American League per punti segnati, peggio solo gli A’s. Le 2 lacune dietro casa base e nell’outfield sono state apparentemente tappate. Curt Casali sarà comunque il catcher titolare per il primo mese e mezzo in attesa di Wilson Ramos. Il classe 1988 è tornato sotto la mendoza line dopo un improvement nel 2015. Il fielding di Casali non è male, ma nel ruolo di catcher c’era davvero bisogno di un upgrade e Ramos ha solo un anno in più e molta più esperienza.

In campo esterno è arrivato Colby Rasmus ad affiancare Kiermaier, spostando definitivamente Dickerson a DH vista anche la partenza di Pearce e la mancanza di alternative a Morrison in prima. Il right field dovrebbe essere ancora terreno di Steven Souza, in miglioramento in attacco ma ancora poco costante nell’arrivo in base e con una difesa sotto la media ( il RF dei Rays è stato il penultimo nella AL per WAR dopo quello degli Yankees con -1.9). Di contro Kiermaier a 26 anni si è preso il suo secondo gold glove con il secondo miglior WAR fra i center fielder dietro l’inarrivabile Mike Trout. Possibile alternativa a Souza è Mallex Smith anche se poco probabile viste le sole 9 riprese giocate dal nuovo arrivo su 450 nel rookie year ai Braves.

Ceduto Forsythe ai Dodgers in cambio della promessa De Leon, il middle infield cambia con Brad Miller che passa in seconda e il ruolo di SS assegnato a Matt Duffy che però dovrebbe mancare all’opening day aprendo spazio a Tim Beckham (238./.288/.431 in quasi 450 apparizioni in carriera). Elemento chiave dell’attacco con 3o HR e 81 RBI, Miller deve trovare la sua posizione in difesa; in 4 anni ha giocato praticamente in tutti gli spot di questo sport tranne quelli della batteria e il suo fielding è sotto la media in entrambe le posizioni interne del diamante.  Da tenere sott’occhio lo shortstop Willy Adames, prospetto che potrebbe fare il salto nel 2017.

  • PREVISIONI

Davvero difficile immaginare i Tampa Bay Rays fuori dal quinto posto ad est, ma qualche lieve segno di ripresa potrebbe arrivare dalla rotazione e da qualche elemento del lineup. Per questo un 72-90 con 4 vittorie in più del 2016 sembra possibile.

TORONTO BLUE JAYS

  • FREE AGENCY

Encarnacion è andato. Non si può prescindere da questo per iniziare a trattare la offseason in Canada. Con il suo trasferimento agli Indians gli equilibri della AL si sono spostati ancor di più verso l’Ohio. Anche se i Jays hanno ancora le mazze di Bautista (rinnovato almeno per il 2017) e Donaldson alle quali si è aggiunta quella di Kendrys Morales per 33 mln in 3 stagioni, Toronto esce sicuramente rimaneggiata da questo inverno.

Oltre a Encarnacion, hanno fatto le valigie anche l’esterno Saunders, i rilievi Cecil e Benoit e R.A. Dickey. Saunders lascia un incognita nel LF con Melvin Upton, sul quale c’è ancora un anno di contratto da 16.5 mln, che si alternerà probabilmente con Carrera, più affidabile difensivamente ma meno produttivo. Questo platoon non da molta sicurezza però e infatti Toronto sembra ancora interessata ad Angel Pagan.

Il bullpen è stato riaggiustato con Howell e Joe Smith, entrambi dalla FA dopo le rotture rispettive con Dodgers e Cubs. Ad entrambi sono stati serviti 3 milioni per il 2017 essendo ottimi rilievi dalla lunga esperienza

Steve Pearce ( 12.5 mln/2 anni) sarà invece il jolly del lineup potendo giocare virtualmente in ogni posizione all’occorrenza senza però apportare grande peso in battuta. Dovrebbe però principalmente dare ricambio al nuovo prima base titolare Justin Smoak.

Questo ampio ricambio nel roster ha portato Toronto ad essere una squadra con maggiore esperienza ma ha anche fatto salire gli ingaggi con il payroll che è lievitato di oltre 15 milioni visti i tanti giocatori oltre i 30 anni.

  • ROTAZIONE

Non c’è un vero ace nella rotazione dei Jays; la stagione da candidato di J.A. Happ sembra essere difficilmente ripetibile a 34 anni suonati e Aaron Sanchez è certamente un candidato al ruolo di leader del reparto con il miglior ERA del 2016 di 3 punti e i suoi 23 anni. Non sembra esserci però nemmeno un punto debole fra gli starters di Gibbons; se l’anno scorso le prestazioni di Dickey sono state altalenanti come la sua knuckle ball, nel 2017 quella che sembra essere l’ultima ruota del carro, ovvero Francisco Liriano, sembra essere rinato dopo il suo addio ai Pirates nel 2016 subendo 16 punti in 50 riprese al Rogers Centre.

In caso di infortuni però sono davvero poche le scelte per Gibbons con Mat Latos unica valida alternativa nonostante il flirt con i 5 punti era nelle 2 ultime annate in cui ha lanciato per 5 franchigie diverse.

Considerando che Stroman e Sanchez sono in fase ascendente e che il resto dello staff con Estrada, Happ e Liriano offre buona solidità, sarà difficile andare a segnare presto nelle partite a Toronto visto anche il campo favorevole ai pitchers con un ampio outfield difeso poi da un tizio di nome Kevin Pillar.

  • BULLPEN

Guardando il parco rilievi, anche segnare nelle ultime riprese della gara non sarà uno scherzo per gli ospiti. I citati Smith e Howell vanno a integrare uno dei bullpen più aggressivi della lega vista la seconda media basi ball concesse più bassa della MLB.

Osuna e Grilli sono un’accoppiata micidiale nelle close games nonostante si passino 18 anni di differenza . Jason Grilli è al suo ultimo anno di salario ma ha ancora qualche cartuccia da sparare (e i 58 K in 42 inning nel 2016 lo provano)  assieme all’altro setup Joe Biagin, l’unico del reparto ad aver subito pochi HR, statistica che è un po il pelo nell’uovo di Gibbons in cui il bullpen si piazza fra gli ultimi della lega.

A condizionare il giudizio generale le annate storte di Cecil  (ora ai Cardinals), Chavez ( ceduto il primo agosto ai Dodgers) e AAron Loup, che potrebbe comunque aver spazio nel 2017.

Bisogna però chiudere il discorso rilievi in una division stellare dal punto di vista dei closer, con l’uomo del nono inning Roberto Osuna. 42 runs concesse nelle sue 2 prime stagioni nelle majors in 143 inning, con una WHIP di poco sopra lo 0.9, a testimoniare anche la grande padronanza del piatto.

  • LINEUP

I dubbi sui Toronto Blue Jays 2017 sono principalmente qui. Anche se Morales è stato un tassello importante nel trionfo dei Royals del 2015, suona un po come un Encarnacion in miniatura. Smoak è calato di molto rispetto al 2015; 25 RBI in meno, 26 SO in più con lo stesso numero di AB. Se Pagan non arriva, i Jays hanno dunque due problemi in prima e nel left field, Steve Pearce rappresenta al più una pezza per uno dei 2 spot.

Il resto dell’infield e dell’outfield rimangono invariati. In particolare Tulowitzki e Donaldson formano uno dei lati sinistri del diamante più temibili offensivamente. Devon Travis dopo 2 stagioni ha ormai in pugno il ruolo in seconda a scapito di Goins, il quale potrebbe comunque trovare spazio già nella prima week di stagione visto il recupero di Travis per l’operazione al ginocchio ancora non completo.

Dietro al piatto Russell Martin avrà un backup più solido nel nuovo arrivato Saltalamacchia. Non da sottovalutare visti i 34 anni del catcher che ha ancora 3 anni di contratto.

I 37 fuoricampo e il 40% di arrivi in base descrivono bene la stagione di Donaldson; meno spaccatutto rispetto alla sua prima annata a Toronto chi è valsa l’MVP della American League ma con una WAR di 7.4 (il doppio di Encarnacion) e 15 valide in 9 partite ai playoff. Su di lui, Tulo e Bautista, Gibbons ripone le speranze di compensare i 127 RBI di Encarnacion. Jose Bautista però sembra essere in declino a 36 primavere (nel 2016 per la prima volta dal 2009 non è stato parte dell’ASG) e a fine anno potrebbe anche fare le valigie.

Anche se in maniera progressivamente minore dal 2015, questa rimane una squadra che punta la sua forza nella potenza dei suoi battitori, con Kevin Pillar unico elemento ad offrire dinamicità sulle basi e la mancanza di un leadoff affidabile, con Travis che non arriva al 33% di arrivo in base e Pillar appena al 30%.

  • PREVISIONI

Assieme agli Orioles è la squadra con il range di vittorie più ampio della division. La maggior solidità del pitching staff di Toronto però ci fa pensare che alla fine Gibbons abbia la meglio sui rivali di Camden Yards e che questo basti per un posto ai playoff per il terzo anno consecutivo come WC. Difficilmente però dopo un ipotetico 85-79 vedremo i Blue Jays andare oltre le ALDS.

 

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