Arriva in gara 3 la seconda shutout consecutiva  per Maddon e i Cubs, primo back-to-back nella storia dei Dodgers nella postseason. Ancora contro un mancino, ancora contro una curveball, lancio contro cui Chicago non sembra avere soluzioni in questo momento.

Davvero inaspettati questi 18 inning consecutivi senza subire punti dopo i 25 punti segnati nelle prime 5 partite dei playoff e il secondo miglior attacco per punti segnati nella NL. Questo slump arriva nel momento peggiore possibile lasciando la squadra col miglior record della lega a 2 sole gare dall’eliminazione e con altrettante partite in trasferta.

Dopo il Ker-show di due giorni fa, a mettere i bastoni fra le ruote di Bryant e compagni ci ha pensato l’ex Rich Hill, il quale ha chiamato casa il Wrigley Field per i primi 4 anni della sua carriera. Il classe 1980, alla sua terza postseason start, ha lanciato per 6 solidi inning con un solo momento di crisi nel secondo quando si è ritrovato con 2 corridori in posiione punto ed un out in virtù di 2 BB e una mancata ricezione di Grandal, per il quale comunque non è stata una serata negativa.

Hill ha reagito lasciando al piatto Russell e facendo battere una grounder all’eroe di gara 1 Montero, di ritorno nel lineup titolare. Per il resto tutto liscio come l’olio con 2 sole valide concesse.

Vinto così il duello sul monte che vedeva Jake Arrieta favorito vista anche la sua ultima apparizione al Dodger Stadium lo scorso hanno quando aveva lanciato una no hitter.

E invece l’ex Orioles è dovuto scendere dalla pedana nel sesto dopo il solo shot concesso a Turner con 4 ER e 2 HR in 5 riprese, prestazione quasi identica a quella delle scorse NLCS contro i Mets, a dimostrazione che i numeri, nei playoff lasciano il tempo che trovano. Nonostante le 40 vittorie complessive nelle ultime 2 regular season le statistiche di Arrieta ai playoff, dove ha esordito nel 2015, sono pessime. Per assurdo il suo debutto era stato una strepitosa shutout nella WC game, ma da lì in poi 14 ER in 4 partenze.

Risorge invece l’attacco di LA con la miglior performance offensiva di questi playoff assieme a gara 4 contro i Nats. Dopo il punto del vantaggio costruito nel terzo con una serie singolo-bunt-singolo sono arrivati 2 Home Run di Grandal e Turner a dare 4 lunghezze di distacco. Nell’ottavo poi quando Maddon ha deciso di tenere giustamente a riposo il meglio del bullpen sono arrivati altre 2 run su Montgomery per il definitivo 6-0.

3 valide su 4 AB per Seager con un RBI aggiunto. 3 invece i punti battuti a casa per Grandal che non metteva a referto una Hit da gara 1 delle NLDS. Sua la giocata della partita con l’impatto dell fastball sul filo basso di Arrieta per il primo home run nei playoff in carriera.

Un’altra ottima gara per i rilievi di Roberts anche se con un livello di pressione inferiore a quello di altre in questi playoff. Dopo un immacolata settima ripresa lanciata da Blanton, riscattatosi della L di sabato, Dayton ha concesso un doppio nell’ottavo con 2 out quando Chicago era ancora potenzialmente ad un giro di mazza di distanza. LA ha preferito mandare la partita in cassazione con Jansen che ha chiuso ancora una volta la shutout.

Si prosegue stasera per quella che per gli Chicago Cubs è la partita più importante degli ultimi 13 anni. Una pivotal game in cui Lackey ( 8-5, 3.22 ERA in oltre 130 inning di postseason) affronterà il partente più giovane nella storia dei playoff MLB: Julio Urias, 20 anni e 2 mesi. Il rookie messicano ha lanciato per 15 volte da starting pitcher quest’anno con un 3.39 complessivo di ERA in 77 inning.

Lecito aspettarsi 2 performance non molto durature per effetto delle età dei due, diametralmente opposte ma che potrebbero portare allo stesso risultato. Decisivi saranno quindi i 2 bullpen, il che potrebbe essere sfavorevole per i Dodgers a causa dell’utilizzo di Jansen, Blanton e Dayton mentre Maddon avrà a disposizione il meglio con Chapman, Strop, Rondon ed Edwards tutti disponibili.

Nonostante il contesto quindi, Chicago parte favorita per pareggiare la serie ed assicurarsi un’altra partita nel ballpark amico. We’ll see!

 

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