L’inizio di stagione dei Toronto Blue Jays, rissa con Texas di domenica a parte, non si è segnalato per quello che si pensava un ovvio dominio dei canadesi, dopo aver raggiunto le finali dell’American League l’anno scorso.

Anzi, dopo aver perso 5 partite consecutive tra Rangers e Rays, Toronto si è avvicinata al fondo dell’Al East, distante dalla vetta e in crisi di identità.

Quali i motivi di questo inizio deludente?

Il rovescio della medaglia

Paradossalmente, pur avendo perso David Price in free-agency, il reparto lanciatori è il punto di forza della squadra, terzo come ERA in tutta la MLB con 3.73, e con giocatori giovani come Marcus Stroman, Aaron Sanchez e Roberto Osuna a contratto con cifre economiche fino al 2020: non a caso nelle sconfitte pesanti con Tampa (13-2 e 12-2) sono crollati il solido J.A. Happ e l’asso Stroman, dimostrando come al momento attuale se la squadra non viene sorretta dai pitchers, l’attacco non riesce a trascinare la squadra, come è successo per gli ultimi 5-10 anni.

Non aiuta troppo l’infortunio a Brett Cecil (fuori per almeno un mese), visto che il bullpen è leggerino, anche se ci sono buone probabilità di un ritorno a breve termine di Deron Travis, attualmente in Triple-A a Buffalo.

Problemi in battuta

Due numeri per dimostrare le difficoltà attuali del reparto offensivo (anche se una dose di Minnesota Twins sta aiutando a risollevare i dati dell’attacco): la squadra dominante l’anno scorso in tutte le stats in battuta è solo 17° nella lega come punti per partita, con giocatori cardine come Josh Donaldson, Bautista, Encarnacion, Tulowitzki, sotto .260 di battuta e con un OPS anche più raggelante, tanto che a sollevare un pò questi numeri sono giocatori di secondo piano come Michael Sauders, .911 di OPS:  ma sono i primi violini a dover salire in cattedra, come è avvenuto nel 2015 da luglio in poi.

Toronto è 0-19 quando concede 4 o più punti a partita, numeri preoccupanti che dimostrano una insospettabile debolezza nel reparto chiave dei canadesi.

Tempo contato

Jose Bautista e Edwin Encarnacion diventeranno free-agents questo inverno, ed è probabile che con i contratti pesanti in essere di Tulo, Donaldson e Russell Martin, sia difficile per la dirigenza mantenere entrambi visto il valore assoluto che due hitters fenomenali come loro chiederanno, troppo anche per le casse piene dei Blue Jays.

In assoluto, Toronto ha un buon futuro davanti, grazie alla presenza di diversi giocatori sotto i trent’anni (Brett Cecil, Josh Donaldson, Kevin Pillar), oltre ai giovani lanciatori citati prima, ma per vincere ci  vogliono anche fuoriclasse come appunto Bautista e Encarnacion, e questi sono difficilmente sostituibili.

E’ probabile che il nuovo presidente e CEO Mark Shapiro sia presto atteso a scelte importanti se entro la trade deadline non ci sarà un deciso cambio di rotta, ma non diamo per morti troppo presto John Gibbons e i suoi ragazzi: presto o tardi le mazze di Toronto torneranno bollenti, e a quel punto ci sarà da divertirsi…

 

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