Secondo fonti vicine alle due parti è oramai ufficiale, nella serata di giovedì Miguel Cabrera ha firmato l’estensione del contratto che lo lega ai Detroit Tigers per altre otto stagioni.

L’esborso economico che la franchigia di Motown impegna sul due volte American League MVP è di 292 milioni di dollari per i prossimi dieci anni, fino al termine della stagione 2023.

L’accordo comprende anche due anni aggiuntivi di contratto a 30 milioni di dollari ciascuno in caso Cabrera raggiunga determinati standard prestazionali sul diamante, una sorta di incentivo al bonus addizionale. Il totale in questo caso salirebbe fino a 352 milioni di dollari.

Quello siglato da Cabrera diventa così il più ricco contratto su base decennale mai siglato da un giocatore professionista di baseball con una franchigia MLB. Contratto più ricco anche dei 275 milioni di dollari che gli Yankees decisero di investire su Alex Rodriguez al termine della stagione 2007, record che ha resistito per ben sei stagioni.

Altro record, questo per la verità molto americano, è l’ammontare che Cabrera intascherà per ogni apparizione al piatto. Cifra che rende un’idea molto più realistica dei 292 milioni: 49400 dollari calcolati su una media stagionale di 607 apparizioni nel batters box.

Cifre mostruose che già sollevano critiche nei confronti dei Tigers che, a detta di alcuni, non avrebbero dovuto lanciarsi in un’operazione così dispendiosa e a lungo termine.

Siamo anche noi d’accordo con questa interpretazione considerando anche il fatto che fra qualche tempo neanche troppo lontano Cabrera sarà costretto a fare il designeted hitter. E pagare 30 milioni un designeted hitter quando il migliore della categoria, David Ortiz dei Red Sox, ne guadagna poco più della metà sembra un azzardo.

Altro punto interrogativo è la durata. Otto anni di estensione paiono davvero troppi. L’ideale sarebbe stato un rinnovo di tre anni che, sommati a i due rimanenti del contratto precedente, avrebbero dato un’impronta di maggiore ragionevolezza all’operazione.

La voglia di vincere a Detroit è tanta ma ci si sarebbe potuti muovere diversamente, senza per forza dover rincorrere contratti esagerati che appaiono perdenti in partenza; esempi sono quello degli Angels con Pujols o quello di Alex Rodriguez con gli Yankees, entrambi decennali ed entrambi fatti sottoscrivere a giocatori di più di 30 anni.

Un eventuale rinnovo di Mike Trout con gli Angels simile a quello di Cabrera per durata e per ammontare economico ci parrebbe questo sì un investimento intelligente in quanto fatto su un giocatore giovane e potenzialmente con ancora tutto da dare.

L’insofferenza e la frustrazione per il rifiuto di Max Scherzer della settimana passata al rinnovo contrattuale offerto dal General Manager Dave Dombrowski pensiamo possa avere influito, e di molto, sul vigore impresso dai Tigers all’operazione Cabrera.

Scherzer, nonostante quella che è stata definita da fonti vicine all’operazione una “sostanziosa” offerta da parte di Detroit, ha deciso di procedere fino alla scadenza naturale del proprio contratto (fine stagione) per poi lasciarsi l’opportunità di esplorare il mercato della free agency.

Con quel volpone di Scott Boras come agente siamo sicuri che il rifiuto della sostanziosa offerta da parte dei Tigers sarà stata sicuramente una buona idea, o perlomeno un’idea economicamente vantaggiosa per il giocatore.

31 anni il prossimo mese, Cabrera viene da due stagioni incredibili dove ha raccolto il riconoscimento di miglior giocatore della American League oltre ad avere vinto il “Triple Crown” nel 2012, ossia il piazzamento nella prima posizione in tutte e tre le categorie di valutazione offensiva più importanti: punti generati per la propria squadra, fuoricampo, e media battuta.

Basti sapere che l’ultimo giocatore delle Majors a riuscire in un’impresa simile fu Carl Yastrzemski dei Boston Red Sox nel 1967.
292 milioni sono molti, ma sono anche molto lunghi dieci anni. Soprattutto se le prime e tanto agognate World Series dal 1984 non dovessero arrivare a stretto giro di posta.

 

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