Max Scherzer ha appena firmato un contratto annuale da 15 milioni, ma se tutto va bene l'anno prossimo ne firmerà un altro molto più lungo e ricco...

Max Scherzer ha appena firmato un contratto annuale da 15 milioni, ma se tutto va bene l’anno prossimo ne firmerà un altro molto più lungo e ricco…

La settimana appena trascorsa ha visto molti movimenti di mercato andare in porto. Si è trattato principalmente di rinnovi annuali di giocatori già sotto contratto con le relative squadre di appartenenza. Ma come ce la spieghiamo questa foga da parte delle squadre e dei giocatori di mettersi attorno ad un tavolo e discutere della situazione contrattuale in essere? Semplice (o meglio, difficile!): la Salary Arbitration.

Ma di cosa si tratta nello specifico?
La Salary Arbitration è un processo di equa negoziazione della retribuzione da attribuire ad un giocatore che funziona tramite la comparazione con il salario annuale di giocatori MLB con performance similari.

Esempi di fattori che determinano la maggiore o minore ricchezza di un contratto sono le prestazioni durante la stagione precedente, il tipo e la durata della carriera fino ad ora avuta, nonché la leadership dimostrata in campo ed i contributi dati fuori da esso (beneficienza, legami con la comunità di appartenenza, ecc…). Dettaglio fondamentale è che il giocatore abbia militato da non meno di tre anni e da non più di sei in uno o più roster MLB.

Qualora la militanza eccedesse i sei anni, l’atleta il cui contratto è scaduto può negoziare i propri compensi direttamente con tutte le squadre che chiedano informazioni su di lui, potendo così accedere alla cosiddetta free agency. Cosa che gli consentirà quindi di dirigere i propri interessi economici, sportivi e professionali verso la soluzione ritenuta più adatta alle proprie esigenze.

In questo aspetto si evidenzia una differenza marcata con la Salary Arbitration dove invece il giocatore può negoziare i propri compensi professionali solo con il team con il quale ha disputato l’ultima stagione, con l’ultimo team che lo ha messo sotto contratto insomma. I contratti sono poi, di solito, contratti annuali o comunque contratti della durata necessaria ad arrivare ai sei anni di militanza in MLB. Durata che, come detto, consente poi al giocatore di non essere più vincolato in alcun modo ai contratti precedentemente stipulati e di esplorare le proprie chances professionali in completa libertà con tutti i potenziali interessati.

Dopo questa spiegazione generale, veniamo a ciò che è accaduto nello specifico la settimana passata. Le istruzioni fornite quest’anno dalla lega (valide anche in termini di date per i prossimi tre anni) sono state quelle di scambiarsi, a far data da venerdì 17 Gennaio, le due proposte di accordo formulate in sede privata da ciascuna delle due parti (dirigenza della squadra e rappresentanti legali del giocatore). Le controparti, in caso di mancanza di iniziale accordo, avranno comunque diverso tempo per raggiungere un’intesa.

Tempo che non è invero infinito in quanto la lega attribuirà a ciascun caso di accordo contrattuale mancante la data di un’udienza davanti ad un collegio di tre arbitri (intesi quale figura legale, ovviamente). Arbitri che, dopo avere ricevuto formalmente le proposte avanzate dalle due parti in disaccordo, valuteranno equamente a quale delle due conferire carattere vincolante e di autenticità.

Molti volti noti del diamante hanno rinnovato negli ultimi giorni i loro contratti proprio tramite questa modalità. Parliamo ad esempio di Max Scherzer, pitcher dei Detroit Tigers, che riceverà un compenso di poco superiore ai 15 milioni di dollari per la stagione 2014. Comparato ai 14 milioni che pochi giorni fa David Price dei Tampa Bay Rays ha ricevuto dalla propria squadra, il contratto di Scherzer lascia presagire per la prossima offseason un contratto di gran lunga più ricco, anche come media annuale, di quello attuale; un contratto comparabile ai 7 anni a 215 milioni di dollari firmato da Clayton Kershaw pochi giorni fa con i Los Angeles Dodgers o perlomeno similare a quello del suo compagno di squadra Justin Verlander che un inverno or sono si accordò per 7 anni a 180 milioni di dollari (secondo, dopo Kershaw appunto, nella speciale classifica dei pitcher che hanno ricevuto il contratto più ricco nella storia della lega).

Passando ad assi dell’attacco, venerdì il vincitore della classifica dei fuoricampo della scorsa stagione, Chris Davis dei Baltimore Orioles, ha rinnovato per la stagione 2014 a 10.35 milioni di verdoni con la franchigia del Maryland. E rimanendo in zona, passiamo sull’altra sponda della Beltway (famosa tangenziale di raccordo fra Baltimore e la capitale USA), quella lato Washington, dove in settimana il pitcher Jordan Zimmermann si è accordato per rimanere in maglia Nationals per i prossimi due anni (24 milioni).

Altri accordi degni di nota: i 5.6 milioni che Brett Gardner, utilityman dei New York Yankees, intascherà per rimanere un’altra stagione allo Yankees Stadium dove è più che stimato da dirigenza e tifoseria e dove hanno addirittura rifiutato uno scambio fra lui e Brandon Phillips con i Cincinnati Reds; Giancarlo Stanton, stella dei disastrati Miami Marlins, rimarrà un’altra stagione in Florida con 6.5 milioni di motivi sonanti nonostante una situazione tecnica davvero difficile.

Per concludere, un esempio di affare in fase di stallo che andrà alle udienze davanti al collegio di arbitri: il picher di Opening Day dei Chicago Cubs, Jeff Samardzija non è riuscito a trovare un accordo con Theo Epstein per il rinnovo annuale ma le dichiarazioni concilianti dello stesso giocatore fanno ben presagire per la buona riuscita dell’operazione.

Insomma, pur a piccoli passi la stagione che viene va componendosi come un puzzle dove tutti i pezzi cominciano a transitare al loro posto. Ancora qualche mese di pazienza e poi sarà bandiera a scacchi.

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