All’inizio di questa stagione, dopo alcuni anni di proposte, riunioni, tentennamenti, è stato deciso di modificare il calendario e qualificare ai playoff due squadre in più, con la creazione di una seconda wild card per ogni Lega. Questa wild card dovrà scontrarsi con l’altra wild card in un nuovo turno di playoff, consistente in un singolo match.

Non è l’unica modifica decisa nel 2012, dato che il prossimo anno gli Houston Astros si sposteranno nella American League West per bilanciare le Leghe e tutte le Division. Questa operazione, anch’essa nell’aria da alcuni anni, è stata resa possibile dal cambio di proprietà della franchigia texana. Come ogni operazione MLB, anch’essa ha avuto bisogno del nullaosta del Commissioner, che ha preso la palla al balzo per subordinare l’approvazione dell’acquisto a questo spostamento (addolcito da uno sconto sul prezzo della squadra).

In MLB ogni piccolo cambiamento rivela ripercussioni su larga scala

In realtà la seconda wild card è giunta un po’ a sorpresa, dato che l’ipotesi che maggiormente circolava negli ambienti era quella di una eliminazione delle Division, con la creazione di due Leghe da 15 squadre, con classifica finale e passaggio ai playoff delle prime 4. Ipotesi che a noi sembrava molto interessante.

Invece, quando già i calendari erano stati stilati, si è deciso di introdurre la seconda wild card, e di farlo fin da questa stagione. Ciò ha comportato un certo ingorgo negli incontri ed una modifica dei playoff, solo per questa annata.

Il 3 ottobre finirà infatti la Regular Season, il 4 è giorno di riposo ma potrebbe essere occupato da spareggi vari, il 5 ottobre ci sarà il turno di playoff tra le wild card, ed il 6 inizia una serie di Division per ogni Lega. Serie che saranno organizzate come segue: le prime 2 partite in casa della peggio piazzata in Regular Season, le successive 3 in casa della meglio piazzata, con il classico giorno di pausa per il trasferimento di città. Questa decisione risparmia un viaggio a tutte le franchigie, ma potrebbe mettere chi ha il teorico vantaggio del campo in una situazione di 0-2 da dover recuperare in casa. Calendario che ovviamente non ha entusiasmato, specialmente le squadre che lottano per la vittoria di Division ed il vantaggio del campo.

Tutto ciò se non ci saranno spareggi a 3 o più squadre per decidere le wild card, altrimenti i playoff slitteranno al 6 ottobre, e le 5 partite di LDS si giocheranno in 5 giorni consecutivi. Un vero inferno: teoricamente una squadra potrebbe non avere giorni di riposo, se dopo aver giocato l’ultima partita di regular season il 3, dovesse affrontare uno spareggio il 4 ed uno il 5, per poi iniziare il 6 la serie per la Division. Francamente troppo anche per la più attrezzata delle franchigie.

Il prossimo anno, oltre ad inserire almeno un altro giorno di riposo tra Regular Season e Playoffs, le Division Series saranno giocate con la formula 2-2-1 (la meglio piazzata giocherà in casa le prime 2 e l’eventuale quinta e decisiva partita).

Questo per spiegare l’ingorgo nella tempistica. Ora passiamo ai fattori tecnici ed economici.

L’unanime prima impressione degli analisti era stata che questo cambiamento avrebbe coinvolto nei playoff più franchigie degli anni scorsi, con risvolti importanti anche sulla trade deadline, dato che molte più squadre sarebbero state buyers e non sellers. Ora le valutazioni sono cambiate.

Il numero di squadre coinvolte nella corsa alle wild card è, infatti, più o meno quello dello scorso anno, 4-5 squadre per Lega. Dal lato trade il risultato è stato addirittura negativo: se da un lato poche squadre si sono considerate tagliate fuori, con una sensibile riduzione di giocatori pregiati in vendita, la maggior parte delle formazioni con circa il 50% di vittorie hanno preferito non fare alcuna trade, né in uscita, per non pregiudicare eventuali chance di risalita, né in entrata, per evitare di spendere soldi per assicurarsi il diritto ad un’unica gara di playoff.

Questa gara unica tra wild card, infatti, se da un lato ha ampliato la possibile platea, dall’altro ha ridotto le sicurezze anche della prima wild card, che fino all’anno scorso si garantiva una serie di 5 partite per battere l’avversaria, ora è relegata alla roulette del sudden death.

Tampa Bay, Baltimore, Oakland e i Cardinals, per fare alcuni esempi, hanno preferito rimanere sostanzialmente immobili il 31 luglio, e solo in agosto hanno effettuato qualche acquisizione, ma senza esporsi troppo.

Le operazioni vere in entrata le hanno fatte solo le squadre che erano ragionevolmente in corsa per la vittoria di Division. Dal punto di vista economico, dunque, la novità non ha sortito gli effetti sperati.

Dal punto di vista tecnico e spettacolare, invece, avere una gara unica il 5 di ottobre sarà certamente divertente: i tifosi avranno la garanzia di un do or die match per Lega, che non è la regola nei turni di playoff. Il lavoro dei Manager sarà poi ulteriormente complicato, dato che dovranno prepararsi a questa evenienza con giorni di anticipo se vorranno avere sul monte la loro miglior scelta, sempre che ciò sia possibile e che non siano ancora in lotta con altre squadre (più che probabile) per accedervi.

Ricordiamo come lo scorso anno Tampa Bay e Saint Louis siano riusciti a utilizzare, nella fatidica gara 162, i loro migliori partenti, David Price e Chris Carpenter, mentre altre squadre non sono state in grado di farlo e ne hanno pagato le conseguenze.

In definitiva quindi, la novità della seconda wild card è stata introdotta troppo in fretta, creando non pochi problemi ai calendari, e senza ponderare bene le conseguenze sul mercato giocatori: infatti se i tifosi gioiscono per questa modifica, non altrettanto sembrano fare le squadre.

2 thoughts on “L’impatto della nuova Wild Card

  1. Non sono molto d’accordo sull’affermazione secondo la quale la wild-card aggiuntiva non avrebbe sortito l’effetto di aumentare il numero di squadre in contesa. Anzi, credo ci si trovi di fronte ad un finale di stagione davvero mozzafiato ed imprevedibile.
    Si guardi, ad esempio, la National League: senza la seconda wild-card, con i primi classificati di division in posizioni decisamente salde, e con i Braves in vantaggio di 6 gare sui Cardinals, attualmente seconda wild-card, avremmo avuto, a questo punto della stagione, un quadro play-offs praticamente già delineato con Nationals, Reds e Giants vincitori di division e Giants come wild-card. Invece la seconda wild-card rimette in gioco Cardinals, Dodgers, Pirates, ed ora anche, addirittura, squadre che hanno sofferto per mesi da inizio stagione (anche a causa di numerosi infortuni) come Phillies, Brewers e Dbacks.
    Nella AL, l’effetto più immediatamente rintracciabile della seconda wild-card sulle standings è quello di avere, nella East division, una vera “pennant race”, per evitare la partita secca, tra Yankees (che devono evitare la perdita del primo posto per evitare di essere subissati di critiche, visto il loro payroll), la grande sorpresa degli Orioles e i Rays. Tutti, chiaramente, vogliono vincere la division e sono in posizione di potervi ambire. Senza contare che, vista la ottima resa degli A’s ad Ovest, di queste tre squadre, molto probabilmente, solo una vincerà la wild-card e, quindi, una rimarrà completamente fuori dalla post-season.
    Stessa cosa dicasi per la Central division: è corsa vera tra White Sox e Tigers per vincere la division. Ancor di più alla luce del fatto che, la seconda classificata di questo girone, ben difficilmente avrà i numeri per aggiudicarsi una wild-card.
    L’espansione dei play-offs tiene in corsa, nella AL West, anche gli Angels, la cui stagione è stata finora altalenante, addirittura deludente se si considerano i tanti soldi spesi nella off-season per costruire un team vincente (l’acquisto di Pujols su tutti).
    Per il resto, i Rangers sembrano essere in posizione tranquilla per confermare il loro titolo di campioni della AL West.
    Per concludere: è vero che, da un punto di vista del calendario, la scelta di introdurre la seconda wild-card già da quest’anno potrà potenzialmente creare confusione, anche alla luce della non remota ipotesi di dover ricorrere ad una 163a partita per determinare il destino di alcune squadre (con lo “spettro” di gara n.164…).
    E’ vero anche che non ha stravolto più di tanto il mercato alla trade deadline (e questo è, di per sé, un elemento positivo, visto che la seconda wild-card poteva generare un immobilismo ancor più marcato, diminuendo drasticamente il numero dei “sellers”, cosa che, alla fine, non è accaduta, almeno non con dimensioni particolarmente vistose), ma ha dato vita ad un agosto scintillante come mai prima d’ora (basti ricordare lo scambio di giocatori tra Red Sox e Dodgers, che ha coinvolto nomi del calibro di Adrian Gonzalez, Josh Beckett, Carl Crawford, Nick Punto e James Loney in un sol colpo!).
    Grazie, un saluto!
    Alessandro

  2. Io me la giocherei così:
    1. eliminazione delle division due gironi da 15 squadre e qualificazione al post season delle PRIME 8 SQUADRE PER GIRONE; quindi 16 squadre alla post season;
    2. se non si vogliono eliminare le division qualificazione alla post season delle prime due per division e 4 wild car; sempre per un totale di 16 squadre alla post season.

    Tutto ciò perchè le division sono mal assortite: basti vedere quella con NY YANKEES, RED SOX, TB RAY ed adesso anche BALTIMORA. 4 SQUADRE SU 5 CHE PUNTANO ALLA POST SEASON…..

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