Ottimo l'inizio di stagione dei Rockies

Scoppiettante inizio di Division per la NL West, sia in campo che fuori dal diamante.

I Rockies partono fortissimo, contrariamente a quanto ci hanno abituato nelle passate stagioni, e staccano subito il resto delle rivali tra le quali solo i Giants riescono a presentare un record positivo dopo i primi venti giorni di stagione.

Colorado ha già 3 partite di vantaggio su S.Francisco, 4 su LA, 4,5 su Arizona e 5,5 su S.Diego: è ovviamente presto per parlare di fughe e di distacchi ma l’intenzione di fare sul serio è lampante per i Rockies che non hanno neanche potuto contare sui migliori Jimenez e Gonzales in questo inizio.

Ma l’attenzione generale ha guardato molto a Los Angeles; inizialmente per un bruttissimo episodio di violenza che ha coinvolto un tifoso dei Giants (Brian Stow, i nostri migliori auguri di guarigione) che attualmente versa in gravi condizioni dopo un vile agguato, subito nel parcheggio del Dodgers Stadium.

Tutto il mondo del baseball si è giustamente indignato per quasta macchia che lo sport per famiglie per eccellenza ha dovuto subire, per poi mobilitarsi in operazioni di supporto e raccolta fondi.

Successivamente ha fatto scalpore la notizia che il Commisioner Selig , tramite i suoi fidi uomini, supervisionerà qualsiasi operazione i Dodgers vorranno fare, esautorando di fatto Mc Court dalla gestione economica del club. In precedenza, Selig aveva bocciato un contratto (ampiamente sottocosto) che Mc Court aveva proposto alla Fox, temendo ripercussioni negative sulle future contrattazioni delle altre franchigie.

L’incertezza sulle quote di proprietà tra moglie e marito e la sin troppo disinvolta gestione della coppia hanno spinto Selig a subentrare, operazione che le regole MLB gli concedono ampiamente di fare.

Vedremo che sviluppi porterà questa situazione di incertezza societaria, anche se i tifosi (che notoriamente non sopportano Mc Court) già esultano e la squadra è 2-0 dal momento dell’annuncio.

Ma torniamo al diamante, cosa assai più gradevole, e vediamo il dettaglio delle cinque protagoniste in questo avvio di stagione.

Colorado Rockies (13-5)

Le ultime scelte di Tracy premiano Giambi ed Herrera che mette a roster ben 7 infielder e solo 4 esterni mentre l’onore del quinto spot in rotazione tocca al giovane Rogers.

La stagione sembra partire sotto i peggiori auspici, ma vedremo che non sarà assolutamente così: Jimenez lancia male l’esordio (perso) contro Arizona e si provoca un taglio al pollice, frutto di una vescica, che lo costringe alla DL.

La brutta notizia non abbatte i Rockies che iniziano a macinare gioco e vittorie: pareggiato il conto con Arizona nella seconda partita, tocca ai Dodgers subire un secco 2-0 nella miniserie al Coors prima di assaggiare le trasferte di Pittsburgh e New York, sponda Mets.

Sotto la spinta di una rotazione solidissima, in cui Greg Reynolds subentra a Ubaldo con ottimi risultati, un bullpen altrettanto affidabile e un attacco dove Tulowitski fa il bello ed il cattivo tempo, i Rockies ottengono un sonante parziale di 7-1 che li catapulta in testa alla lega.

Non male per una squadra notoriamente allergica alle trasferte ed abituata a partenze “slow motion”.

Tornati a casa, i Rockies battono anche i Cubs (2-1) cedendo un match nel quale sia Hammell che Paulino subiscono più del dovuto mentre, in attesa del rientro di Jimenez, lo spot a roster di Greg Reynolds viene usato per dare respiro ai lanciatori con prestazioni cameo di Alan Johnson (male) e di Mortensen (molto bene), chiamati all’uopo dalle minors.

Lanciatissimi, i Rockies ospitano i Giants ma non riescono a dare lo scossone finale alla classifica: Rogers viene travolto e il rientro di Jimenez non va molto meglio ed i Rockies perdono le prime due partite.

Buon per loro che l’attacco si svegli contro Cain, non certo il cliente più facile che possa capitare, e che De La Rosa si confermi più che affidabile; Colorado contiene i danni e, per adesso, si gode il primato con tre gare di vantaggio.

Senza l’apporto dell’Ubaldo 2010, è Chacin a strabiliare: 3 partenze, 3 vittorie ed ERA 1.64, il tutto a reclamare un ruolo di rilievo rispetto a De La Rosa, Hammell e Rogers, in ogni caso tutti quanti partiti bene in questo 2011.

Molto bene anche il bullpen, molto usato da Tracy: Street (ottimo, 6/6 saves, ERA 2.19) ha già lanciato 12.1 IP e con Lindstrom e Belisle forma un trio per ora quasi intoccabile.

Lodi anche per Betancourt e Morales, sempre pronti quando il telefono squilla.

In attacco, fari puntati su Tulowitski: 7 HR, 14 RBI, medie da favola (343/451/761) e, come se non bastasse, difesa ineccepibile.

Dietro al mostro, manca all’appello il gemello Carlos Gonzales che attraversa un momento assai cupo; ben più produttivi si sono rivelati il veteranissimo Helton (centellinate le sue presenze dal saggio Tracy), l’esterno Smith ed il giovane Herrera, che si sta ritagliando uno spazio in 2B stante la sparizione a livelli decenti di Stewart, con spostamento in terza di Jose Lopez.

Malino anche Iannetta, che era invece atteso a tuttaltre prestazioni; attenzione dunque al suo back up, Morales, sinora molto positivo quando ha sostituito il titolare.

S.Francisco Giants (10-8)

Complice l’infortunio di Ross che va a fare compagnia a Wilson in DL, il rookie Belt viene inserito subito a roster, mossa che comporta il taglio di Ishikawa e lo spostamento in esterno di Huff.

Il bullpen viene completato con i soliti noti, Runzler e Mota, mentre arriva anche una 1 year extension (6 MM) per Freddy Sanchez che sarà a San Francisco anche nel 2012.

La partenza, a casa Dodgers, risulta indigesta ai Giants che, nonostante un ottimo contributo dei partenti, perdono 3 delle 4 partite con gli arcirivali per colpa di svariati errori difensivi.

Segue una miniserie a S.Diego, pareggiata 1-1, che segna il rientro di Wilson al posto di Casilla, in DL a sua volta; il closer subisce di brutto ma ha l’accortezza di farlo in inning non decisivi, prima di tornare simile a quello che conosciamo tutti.

Il ritorno al AT&T Park coincide con due vittorie, oltre che a testimoniare l’emozionante momento della consegna degli anelli per il titolo del 2010; vittime i Cardinals ed i Dodgers che strappano una partita a testa grazie al cattivo momento di forma di Zito e Bumgarner.

I due lanceranno male pure in Arizona, dove Zito si infortuna pure (sostituito a roster dal giovane Vogelsong ), concedendo una uscita spettacolare a Mota, la più lunga della sua carriera; i Giants escono comunque vittoriosi nella serie (2-1) e si trasferiscono in Colorado a cercare di frenare la corsa dei Rockies.

Il proposito riesce abbastanza bene: due superbe uscite di Lincecum e Sanchez , supportate da un attacco in forma e propenso agli home run, fruttano la serie. Peccato per i giganti che Cain stecchi nel terzo match che poteva portare il distacco ad una sola partita invece delle tre attuali.

In ogni caso, stiamo vedendo dei Giants in discreta forma: benissimo Lincecum, bene Sanchez e Cain, male invece Bumgarner e Zito (problema risolto dall’infortunio subito) in una rotazione che adesso dovrà trovare un quinto partente (Vogelsong ?).

Solido anche il bullpen, con il solo Runzler a concedere troppo mentre gli altri sono tutti in buona forma, Wilson compreso nonostante una ERA disastrosa ma figlia di due uscite ininfluenti sul punteggio finale.

In attacco, la riscoperta è Sandoval: assai dimagrito e meno propenso a girare tutto quello che passa vicino a lui rispetto alla passata stagione, il panda rappresenta con Burrell il pericolo maggiore per i pitchers avversari.

I due hanno già 5 HR a testa e formano con i solidissimi Huff, Posey e Freddy Sanchez un attacco assolutamente temibile al momento.

A turbare lo splendido inizio di Sandoval, un infortunio di cui dovrà essere determinata l’entità, proprio in questi ultimi giorni.

Buone anche le prestazioni dei due rincalzi Rowand e DeRosa mentre ha deluso il prospettone Belt, proprio ieri rispedito in AAA per far posto al rientro di Cody Ross.

Los Angeles Dodgers (10-10)

Mattingly parte con 11 pitchers tra i quali inserisce Cormier anziché Elbert per il bullpen. Buone notizie anche per Miles , De Jesus e Gimenez che approfittano della affollata DL (Blake, Gibbons e Navarro oltre ai pitchers Garland e Padilla) e riescono a ritagliarsi uno spazio a roster.

Si inizia contro i campioni in carica in una serie da 4 ed i Dodgers approfittano della ruggine che frena i meccanismi difensivi degli arancioneri per strappare 3 partite, grazie anche alle belle uscite di Kershaw, Billingsley (fresco di 3 year extension)e Kuroda.

Lilly invece viene travolto nell’unica sconfitta.

L’inizio promettente non prosegue altrettanto bene in Colorado dove i Dodgers subiscono due sconfitte filate nella miniserie, nonostante un buon Kershaw; l’attacco appare troppo leggero ed eccessivamente legato ai soli nomi di Kemp ed Ethier.

In Colorado rientra Blake che sarà usato con molta prudenza da Mattingly da ora in avanti.

I problemi offensivi vengono mitigati nella serie a S.Diego, dove basta poco per vincere: LA porta a casa la serie e non sweeppa solo perchè Ely fallisce miseramente la chance di conquistarsi il quinto posto in rotazione in attesa di Garland.

Le trasferte si concludono a S.Francisco, dove l’ennesima brillante prova di Kershaw vale l’opener ma non la serie perchè, in due match giocati sul filo del punto, i giganti approfittano degli stenti di Lilly e Billingsley.

LA, oltre alla serie, perde anche Furcal per almeno un mese (dito rotto), concedendo all’acerbo De Jesus un altra chance.

Il ritorno al Dodgers Stadium coincide con il tracollo contro i Cardinals: Kuroda, il rientrante Garland e persino Kershaw vengono massacrati dalle torride mazze di St.Louis che non risparmiano nemmeno il bullpen losangelino (Cormier e Troncoso su tutti, quest’ultimo chiamato in causa dall’infortunio del fragile Kuo).

Serve una super prestazione di Billingsley ed un walk off homer del trasformato Kemp per interrompere la serie negativa ed evitare lo sweep.

LA si rialza però contro Atlanta: viene fatto arrivare dalle minors l’esterno Sands (a spese di Paul, DFA) che ha subito un ottimo impatto nel dare supporto alla prima vera uscita convincente di Lilly nell’opener (vinta).

Kuroda lancia bene ed in profondità ma il bullpen riesce a concedere 8 punti nel nono inning (l’inguardabile Troncoso e Jensen i protagonisti in negativo) nel pari per Atlanta.

Il complete game di Garland ed il quasi complete (8 e 2/3) di Kershaw portano la serie sulla sponda losangelina, anche se è nuovamente Kemp sotto i riflettori con un walk off HR al 12° a decidere le sorti della serie.

La rotazione, su cui era stato puntato forte in preseason, si dimostra affidabile soprattutto in Kershaw ed in Kuroda mentre Billingsley e Lilly attualmente si dimostrano troppo altalenanti, così come Garland, appena rientrato.

Il bullpen è un problema: tolto il cappello davanti a Guerrier (ERA 0.00 in 10.2 IP) ed a Mc Dougal, il resto è ampiamente rivedibile.

Broxton ha 5/5 saves ma concede troppo (ERA 5.19) ed il trio Cormier/Troncoso/Jensen è una manna per gli avversari.

Il rientro di Padilla potrebbe risolvere qualcosa ma Mattingly dovrà inventarsi soluzioni alternative per dormire sonni più tranquilli negli innings finali.

In attacco, fantastici Kemp (4 HR, 15 RBI, 411/488/644 ) ed Ethier (striscia aperta di 18 gare con almeno una valida), buoni Blake e Carroll, il resto è slump.

Male soprattutto Loney e Uribe, anche se l’ex Giant ha mostrato segni di risveglio nelle ultime partite; resta aperta la caccia all’esterno sinistro con Gwinn, Thames ed adesso il rookie Sands a giocarsi il posto.

Arizona D’Backs (8-9)

Gibson scioglie i nodi rimanenti nella composizione del roster scegliendo Miranda e Roberts tra i position players, Mickolio e Paterson tra i rilievi; Abreu, Allen e Vazquez tornano quindi nelle minors.

Per la rotazione, attendendo il rientro di Duke, Gallaraga viene preferito ad Heilman, dirottato nel bullpen a mangiare innings.

Inoltre Drew è costretto a saltare le prime due serie, evento che consente a Bloomquist di conquistarsi un posto da titolare con prestazioni assolutamente eccellenti.

Le serie vedono Arizona impattare in Colorado (1-1) e perdere in casa Cubs (1-2); ottimi gli esordi di Hudson, Saunders e Gallaraga sul monte mentre Kennedy e Enright sembrano ancora lontani dal top.

L’esordio casalingo porta una inaspettata vittoria nella serie contro Cincinnati; Drew rientra e Bloomquist si sposta in esterno sinistro, Hudson si conferma, Kennedy si riabilita mentre offensivamente ci pensano Young e Montero a movimentare lo scoreboard.

Le buone notizie finiscono qua: nelle seguenti serie casalinghe (Cardinals e Giants) i partenti stentano terribilmente ed il bullpen, pur senza raggiungere i livelli di inettitudine del 2010, non aiuta a salvare la baracca.

Ne conseguono 4 sconfitte e solo 2 vittorie, frutto del lavoro di Young, Upton e Roberts mentre arrivano le prime bocciature: Mickolio viene spedito nelle minors, Heilman va in DL, sostituiti da Vazquez e Collmenter che esordiscono più che degnamente.

La difficile trasferta a Cincinnati porta una ventata d’ottimismo: due belle uscite di Gallaraga e di Kennedy fruttano due vittorie e la serie, grazie anche all’ottimo momento di Roberts, che sta battendo benissimo dall’inizio dello Spring Training ad ora.

Purtroppo per Arizona, Hudson continua a faticare tantissimo, specialmente nei primi innings del match, e i D’Backs sono costretti a cedere la terza partita ma forse lo sweep in casa Reds era un sogno un po’ troppo ardito.

La rotazione per adesso sta deludendo, con tutti e cinque i partenti con ERA sopra il 5.64 (Kennedy, il migliore se così si può dire); qualche buona notizia arriva dal bullpen, con il closer Putz ed il set up David Hernandez sinora veramente bravi, Demel decente e affidabili i due neo entrati Collmenter e Vazquez.

In attacco, l’asse portante si compone di Montero, Drew e Roberts, tutti su livelli di assoluta eccellenza mentre indiscutibilmente buono risulta il rendimento di Young, Upton e Bloomquist.

Resta il rebus 1B, con Miranda, Branyan e Nady a girare senza grande risultati e la delusione Kelly Johnson, sinora molto al di sotto del rendimento offerto nel 2010.

L’attacco comunque sembra aver assorbito bene le perdite di Reynolds e La Roche e l’obiettivo di tagliare gli innumerevoli SO subiti si può dire raggiunto, per lo meno ai dati attuali.

S.Diego Padres (8-11)

Le grandi manovre dei Padres, causate anche dai guai fisici occorsi ai pitchers Thatcher e Latos ed ai vari Patterson, Hoffpauir e Blanks, spaziano dagli acquisti ( Alberto Gonzales, preso dai Nats) ai movimenti tra minors e roster MLB nel quale rientrano le sorprese Hunter e Deduno, mentre Flores, Cabrera e Cunningham si ritrovano in AAA, insieme a Le Blanc.

Il giovane Luebke viene spostato nel bullpen mentre Harang e Moseley vanno a comporre la rotazione con i pilastri Richard e Stauffer.

Si inizia a St.Louis, dove i Padres segnano 16 punti in due partite, portando a casa la serie; sarà il più classico dei fuochi di paglia per un attacco che promette di essere uno dei più sterili di sempre.

Il solo Hundley dimostra di essere in grado di creare qualcosa, spalleggiato talvolta da Headley e Hudson ma molto saltuariamente.

Arriva la sconfitta del 1-2 dai Cards e, al Petco Park, un pari (1-1) con i Giants e sconfitte contro Dodgers (1-2) e Reds (1-2); partite a punteggio basso, figlie dell’ottimo rendimento dei partenti e del bullpen, che sembra non risentire assolutamente delle partenze subite in offseason, ma chiaramente dovute ad una sottoproduzione offensiva clamorosa.

Nel frattempo, rientrano Latos e Patterson ed escono dal roster Deduno e Hunter anche se l’unico lanciatore deludente è sinora Luebke, forse inadatto al bullpen.

S.Diego fa poi visita a Houston, strappando un 2-2 e registrando l’ennesima prova ottima ma sfortunata di Moseley (0-3 con ERA 1.83, zero punti in tre uscite per l’attacco con lui sul monte) mentre Latos e Richard accusano qualche colpo a vuoto.

Il copione non cambia a Chicago dove i Cubs vincono i primi due match (1-0 e 2-1) nonostante le scintillanti prestazioni di Stauffer e ancora di Moseley che evita la sconfitta solo al nono inning grazie al primo punto che l’attacco si degna di offrigli in supporto.

I Padres evitano lo sweep nel match di chiusura grazie ad Harang ed a un timido risveglio offensivo (3 HR, quasi un miracolo) ma, tornati al PETCO per affrontare i Phillies, vengono tenuti a zero punti per la quinta volta (su 19 partite) e perdono l’opener.

Riassumendo, una rotazione dove Moseley (seconda miglior ERA della NL, quarta assoluta) ed Harang (poco dietro) stanno facendo molto meglio di quanto ci si potesse aspettare, dove Stauffer offre un solido contributo mentre da Richard e Latos si attende qualcosa in più.

Il bullpen, Luebke escluso, sta replicando le meraviglie del 2010 anche se i protagonisti sono in parte diversi.

Al piatto brilla solo Hundley, mentre Maybin e Ludwick offrono solo sprazzi di consistenza ma troppo sporadici; probabilmente Denorfia meriterebbe qualche chance in più di quelle per ora riservategli dal ruolo di quarto esterno.

Pessima la coppia Hawpe/Cantu, il cui platooning doveva sostituire in prima base l’ombra di Adrian Gonzales e che si sta rivelando una scommessa persa.

Male comunque anche tutti gli altri, in una stagione che si preannuncia molto lunga per i Padres ed i suoi tifosi.

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