Tim Lincecum, l'asso dei Giants campioni del mondo

La NL West presenta quest’anno i campioni in carica MLB e, logicamente, il pronostico non può che essere per loro.

Squadra praticamente immutata ed apparentemente scevra da difetti, non sembra dover aver la vita resa difficile da opponenti che non si sono rinforzate in modo significativo.

I Padres, loro rivali fino all’ultima partita nel 2010, hanno perso la stella Gonzales e non senbrano in grado di ripetere la bellisima stagione scorsa.

I Rockies hanno pensato al futuro, bloccando i suoi pilastri per gli anni a venire ma non aggiungendo nulla al loro valore.

I Dodgers, alla prese con una proprietà incerta, si sono buttati sui lanciatori ma sembrano carenti in molti altri ruoli mentre Arizona si è addirittura indebolita e, considerando che nel 2010 era arrivata ultima, è da escludere a priori come antagonista dei giganti.

Si prospetta una corsa solitaria dunque per il pennant, con le sole ipotesi di Rockies e Dodgers (se molte cose andranno per il verso giusto) a dare un minimo di fastidio a Bochy e compagni e magari cercare di agguantare i playoff tramite una Wild card.

Ecco come si presentano le nuove squadre.

S.Francisco Giants

E’ stata una offseason di assoluto riposo per Sabean e Bochy: fedeli alla nota massima “squadra che vince non si cambia”, sono rimasti seduti alla finestra, godendosi il risultato del lavoro degli anni precedenti.
Fatti partire l’eroe e MVP delle World Series Renteria ed Uribe, Sabean ha celermente pensato a rifirmare i free agents Huff e Burrell ed a inserire Tejada (1 anno, 6,5MM) per rimpolpare l’infield, vedovo dei due veterani.

Per il resto, è stato offerto un contratto a tutti i giocatori in arbitration ad eccezione di Velez e Ray, lasciati andare al loro destino.

La squadra si presenterà ai nastri di partenza praticamente identica a quella dell’anno scorso, con Tejada ad affiancare Posey, Huff, Sanchez e Sandoval nell’infield; in esterno, Ross e Torres vedranno chi, di volta in volta, sarà scelto da Bochy tra il redivivo De Rosa e Burrell.

Intatta la super rotazione (Lincecum, Cain, Sanchez, Bumgarner, Zito) così come il bullpen (Wilson, Affeldt, Romo, Casilla, Ramirez, Lopez e probabilmente Runzler).
L’unica preoccupazione, se così possiamo chiamarla, si chiama Brendon Belt; il giovane prospetto sta dimostrando di meritare la chiamata nelle majors ma, giocando in prima base, questo comporterebbe lo spostamento di Huff in esterno sinistro.

A quel punto, Rowand ed il suo contrattone sarebbe di troppo ed anche Ishikawa risulterebbe piuttosto inutile; è più probabile che Belt segua il percorso di Posey, con una chiamata a mezza stagione, soluzione preferibile anche strategicamente per cercare di tenere a stipendio controllato il giocatore per una stagione in più.

Comunque problemi del genere se li accollerebbero volentieri tutte le franchigie della Lega e questo testimonia la fiducia e la tranquillità con cui i Giants affrontano la stagione prossima ventura.

Preseason e punti chiave
La preseason è andata benissimo, con vittorie che fioccano e conferme di rendimento da parte di tutti, lanciatori e battitori.

Oltre che al già citato Belt, anche il ripescato Vogelsong sta facendo molto bene mentre, tra i sicuri del posto, benissimo Huff ed anche Sandoval sembra sulla via di tornare il panda del 2009.

Uniche preoccupazioni, due lievi infortuni a Cain e Wilson che tengono in apprensione lo staff: ambedue giurano che saranno presenti all’Opening Day ma, anche se così non fosse, i Giants hanno la profondità necessaria per non risentirne troppo.

Il punto chiave sarà l’attacco, come al solito: la rotazione è una certezza assoluta dunque il successo del team risiederà nel rendimento delle mazze; non dimentichiamo che i Giants hanno avuto storicamente questo problema e che lo hanno risolto solamente nei playoff 2010.

Avere Posey sin dall’inizio sarà un bel bonus rispetto alla scorsa stagione ma molto risiederà in Huff, Sandoval e Ross: se produrranno abbondantemente, i Giants saranno durissimi da battere altrimenti torneremo alle partite a basso punteggio con esiti imprevedibili.

Pronostico
I Giants non dovrebbero avere grosse difficoltà a vincere la Division visto che le avversarie non sono migliorate granchè: addirittura potrebbero arrivare anche a 100 vittorie in stagione ma una stima più realistica ci fa dire 95.
Poi, ai playoff, li rivedremo contro Phila ?

S.Diego Padres

Offseason di fuoco per i Padres, autori di una delle cessioni più eclatanti del mercato ovvero quella che ha spedito Adrian Gonzales ai Red Sox.

Cessione che era nell’aria da diverso tempo e che si è concretizzata quando forse si pensava che Gonzo sarebbe rimasto almeno fino alla deadline estiva. Hoyer ha cercato così di massimizzare il guadagno, anticipando di mezza stagione l’inevitabile addio al formidabile prima base ed ottenendo un manipolo di giovani su cui conta di estrarre del buon materiale per gli anni a venire.

Ma la rivoluzione ha interessato anche il presente: Hoyer ha acquistato Maybin dai Marlins, sacrificando i rilievi Webb e Mujica, e Bartlett dai Rays, cedendo due prospetti e altri due rilievi (Ramos e Russell). Il miglior bullpen della lega è stato letteralmente saccheggiato, probabilmente nella convinzione di poter sostituire i partenti con operazioni low cost o tramite farm e contando nella capacità del PETCO Park di rivitalizzare pitchers di ogni tipo.

Parallelamente, Hoyer ha firmato Orlando Hudson (2 anni, 11,5 MM), contratto praticamente identico all’extension concessa a Bartlett.

Le firme annuali di Cantu (850K) ed Hawpe (3MM) serviranno a tappare il buco lasciato da Gonzo, anche se difficilmente potranno avvicinarsi alla produzione del neo bostoniano mentre quelle di Harang (4MM), Moseley (950K) e Qualls (2,25MM) hanno rimpolpato il reparto lanciatori che, oltre alla diaspora dei rilievi, ha visto partire per altri lidi Garland, Correia ed Young tramite free agency.

Grosse novità in tutti i reparti quindi, con la rotazione che si aspetta conferme da Latos, destinato a essere il numero uno di S.Diego, e da Richard, due del blocco 2010.

Gli altri posti vedono, infortuni permettendo, Stauffer (usabile anche in rilievo) ed Harang in pole position con Moseley ed il giovane Luebke a giocarsi il quinto spot.

Ci sarebbe anche LeBlanc ma sta lanciando molto male e resta in corsa solo perchè neanche gli altri stanno facendo miracoli.

Se la rotazione non sembra reggere il confronto con quella dell’anno scorso, neanche il bullpen pare all’altezza del suo predecessore: rimasti il closer Bell (tra l’altro autore di uno Spring Training pessimo), Adams e Gregerson, i Padres vedranno l’opening day senza Thatcher (DL probabile) a tutto vantaggio di Randy Flores (firmato come minor leaguer) che completerà il reparto insieme a Qualls (grossa scommessa) e forse a Perdomo (ST convincente) oppure verrà riciclato qualche deluso nella caccia al posto in rotazione.

In extremis, è stato claimed off waivers il pitcher Neshek dai Twins.

Per trovare qualche miglioramento bisogna guardare all’infield: la coppia Hudson/Bartlett rappresenta un ottimo duo nel cuore della difesa, in ruoli da cui i Padres sono anni che raccolgono briciole offensive di rendimento.

L’incognita maggiore sarà la prima base, dove la speranza si chiama Hawpe, in probabile platooning con Cantu; se l’ex Rockies mettesse una ventina di HR risolverebbe molti problemi a Black ma dovrebbe eguagliare così le sue medie maturate al Coors Field, mentre a S.Diego si batte in tutt’altro ambiente.

Completano il reparto, il catcher Hundley ed il terza base Headley con Everth Cabrera ed il catcher Rob Johnson come rincalzi.

Buone notizie arrivano anche dal reparto esterni: il confermato Ludwick, la promessina Maybin ed il trio Venable, Denorfia e Cunningham stanno facendo vedere ottime cose in preseason, senza contare l’ottimo Eric Patterson, arrivato nell’operazione Gonzales che forse potrà pagare qualche dividendo anche nell’immediato.

Preseason e punti chiave
Lo Spring Training sembra confermare un dato strano: l’attacco dei Padres sembra migliore di quello del 2010.

Gonzo non c’è più e nessuno lo sostituirà come singola produzione ma il lineup sembra essere più equilibrato, visto che attorno a lui c’è sempre stato il vuoto mentre adesso più battitori possono essere pericolosi, uno dietro l’altro.

Intendiamoci, nessuno tremerà di paura di fronte all’attacco Padres ma non ci stupiremmo se, alla fine dell’anno i punti segnati saranno maggiori di quelli del 2010.
Difficile sarà invece ripetere le prestazioni dei lanciatori, sia i partenti che il bullpen; specialmente i rilievi dell’anno scorso hanno registrato una stagione difficilmente ripetibile anche se fossero rimasti tutti i protagonisti originali dell’impresa.

Con tutta probabilità, quest’anno la difesa di S.Diego sarà molto più perforabile ed il differenziale con il possibile aumento dei punti segnati segna rosso per i Padres.

La chiave sarà questa: riuscire a lanciare con l’efficienza del 2010 e riuscire a segnare qualche punto in più e gli uomini chiave potrebbero essere i giovani Latos e Maybin, ognuno nel proprio settore.

Pronostico
I Padres non ci convincono più di tanto e sarà difficile ripetere il 90-72 del 2010; più probabile un saldo negativo, probabilmente nel range delle 70/75 vittorie.
D’altra parte, vendere la propria stella ha un prezzo nell’immediato ed i Padres lo pagheranno ma attenzione perchè questi pronostici giravano anche l’anno scorso e S.Diego riuscì a stupire tutti.

Potrebbero farlo ancora.

Colorado Rockies

A Denver in questa offseason si è pensato molto al futuro, anche se con un occhio attento al presente.

Le operazioni più significative sono state le estensioni di contratto a Tulowitski (7 anni, 134 MM) ed a Carlos Gonzales (7 anni, 80MM); lampante l’intenzione di O’Dowd di crearsi una bandiera che possa sostituire Helton nel cuore dei tifosi (Tulo) così come evidente l’attribuzione a CarGo dell’eredità di Holliday.

Ma il GM non si è limitato ai due assi: dell’extension program hanno beneficiato pure Hammell, Belisle ed il neo arrivato Lindstrom, tutti gratificati di un biennale per un totale poco superiore ai 20MM di dollari mentre la firma di De La Rosa (3 anni, 32 MM) è assimilabile ad un altra estensione, anche se tecnicamente non lo è.

In ottica 2011, Colorado firma il versatile interno Wiggington (2 anni, 8 MM) e scambia prospetti per arrivare a Josè Lopez, al catcher Morales ed ai lanciatori Lindstrom e Mortensen.
Infine, scambia il non tender Barmes per il lanciatore Paulino.

A prima occhiata, la squadra sembra molto simile a quella del 2010: Iannetta, Helton, Tulowitski e Stewart aspettano di vedere chi occuperà stabilmente il cuscino di seconda base per completare l’infield, con il giovane Herrera al momento favorito su Lopez e su Eric Young, fermo ai box per infortunio.

Wiggington potrà indifferentemente dare fiato ad Helton oppure ovviare agli slumps di Stewart, senza contare le volte che fornirà potenza partendo dalla panca.
Un tassello che mancava, anche se pagato a caro prezzo.

Inalterato l’outfield con CarGo, Fowler, Smith e Spilborghs così come molto simile alla versione 2010 è la rotazione.

La stella Jimenez guiderà idealmente la truppa dei soliti noti , ovvero i rifirmati De La Rosa e Hammell, il giovane Chachin ed un quinto che non sarà Cook, almeno inizialmente perchè il veterano si è rotto un dito e rientrerà a stagione inoltrata.

Si apre quindi la caccia al posto tra Rogers, Paulino e Greg Reynolds, anche se quest’ultimo sarebbe papabile per rinforzare il bullpen, fattore che probabilmente sposterà la scelta su uno dei primi due.

A proposito di bullpen, il volto nuovo è Lindstrom ma le maggiori speranze riguardano sicuramente il closer Street e la sua salute; reduce da un 2010 in cui ha lanciato poco, i Rockies sperano che possa tornare affidabile e durevole come ai tempi di Oakland.

Gli apparecchieranno la tavola Belisle, Betancourt, Reynolds, Morales e Daley, non esaltanti l’anno scorso come reparto ma il convento ha speso altrove, accettando che il bullpen non sarà un punto di forza dei Rockies 2011.

Preseason e punti chiave
Al momento in cui scrivo, 22 dei primi 26 battitori (almeno 10 ab) hanno una media battuta superiore al .300; mazze torride, in pieno stile Rockies mentre i lanciatori devono ancora togliersi la ruggine di dosso, Jimenez compreso.

Presumibilmente in stagione vedremo un canovaccio simile, con partite ricche di punti specie se casalinghe; per adesso il record è largamente positivo anche se il record di preseason è spesso bugiardo per l’inflazione di giocatori a caccia di posti in roster che nella maggioranza dei casi non vedremo nelle majors.

Le chiavi stanno nel rendimento del supporting cast: Jimenez, Tulo e CarGo daranno sicuramente molto ma, se saranno soli, soccomberanno sicuramente e, visto che gli altri le mazze le girano abitualmente con profitto, molto del destino dei Rockies risiederà nei lanciatori.

Volendo indicare un nome, punteremmo su Chacin: giovane e talentuoso, potrebbe sviluppare come un buon numero 2 in rotazione ed a quel punto De La Rosa e Hammell come 3 e 4 possono essere più che adeguati.

E se Street torna a buoni livelli, anche il bullpen potrebbe assestarsi su un rendimento decente, per lo meno sufficiente a non far segnare valanghe di punti, valanghe che serviranno a chi si parerà davanti ai Rockies.

Pronostico
90 vittorie potrebbero non essere un miraggio ma probabilmente non basteranno a vincere la division ; per la wild card, se ne può ragionare.

Los Angeles Dodgers

Stagione d’esordio per l’erede di Torre, concretizzatosi nella persona del suo fido scudiero Mattingly e il GM Colletti ha deciso di omaggiarlo di tutti quei lanciatori che Torre aveva sempre chiesto e che non erano mai arrivati.

In men che non si dica Lilly (3 anni, 33MM), Kuroda (1/12MM), Garland (1/5MM) e Padilla (1/2MM) sono stati messi a roster accanto a Kershaw e Billingsley per formare una rotazione veramente notevole e molto profonda.

L’intento di usare Padilla come long reliver poteva coprire eventuali buchi dovuti a eventuali infortuni dei primi cinque.

Parallelamente i Dodgers sono andati anche sul mercato dei rilievi, firmando Guerrier (3 anni, 12MM) ed ottenendo Hawksworth dai Cardinals in cambio di Theriot.

Il piano era lampante: affidiamoci al pitching ed, anche se l’attacco non sarà atomico, potremo vedercela con tutti. In fondo a S.Francisco ha funzionato, perchè non dovrebbe funzioare a LA ?

Così per l’attacco sono stati firmati soltanto Uribe (3 anni, 21MM) e Barajas (1 anno, 3,5MM), non certo l’elite degli slugger ed il posto di esterno sinistro è tuttora vacante.

Una pletora di contratti low cost intorno al milione comprende Tony Gwinn, Gibbons, Thames (tutti in lista per il left field) e Navarro (back up di Barajas), praticamente quasi tutti certi di iniziare a roster la stagione.

Poi, come da tradizione, una marea di minor league contracts da cui stanno emergendo per prestazioni il partente Redding e l’interno Miles.

Non un granchè, sinceramente, visti soprattutto gli stenti offensivi del 2010 ma ricordiamo che la situazione societaria è afflitta tuttora dalle catastrofi legali di uno dei divorzi più litigiosi che si siano visti nel mondo dello sport e che gli investimenti sono stati anche maggiori del previsto.

Solo l’imminente stagione ci dirà se la strategia di Colletti funzionerà ma i presagi non sono buoni.

Garland e Padilla si sono subito infortunati e , se per Padilla non è una novità, lo è sicuramente per Garland che aveva sinora la bella abitudine di non farsi mai male.

Si libera così uno slot in rotazione, ambito da Ely e da Redding ma non è da escludersi la soluzione a 11 pitchers, visto che fino al 12 aprile non necessiterà la presenza del quinto partente e per quella data, forse qualcuno degli assenti potrà tornare a disposizione.

Non un problema grave dunque, neanche nel bullpen: i confermati Broxton, Kuo, Jensen e Troncoso saranno affiancati da Hawksworth e Guerrier in un reparto che appare veramente agguerrito e che può sopperire tranquillamente all’assenza del previsto Padilla.

Preoccupa un po’ il recupero di Broxton, fenomeno nella prima parte del 2010 e inguardabile nella seconda, e, come al solito, la salute del fragilissimo Kuo ma si attende con fiducia la prima stagione intera di Jensen, sicuramente il closer del futuro per i Dodgers.

Il lineup somiglierà molto a quello passato, incentrato su Kemp ed Ethier e totalmente dipendente dalle loro lune: in esterno il favorito al posto sembra essere Gwynn, gran difensore, con Thames e Gibbons pronti a fornire occasionale potenza dalla panca oppure in platooning.

Occhio anche a Xavier Paul che è out of options e potrebbe essere perso se non inserito a roster.

Nell’infield, la novità Uribe starà principalmente in seconda base ma potrebbe anche vedere molta terza con Blake ormai in declino e pure già acciaccato; in tal caso spazio a Carroll, principale rincalzo.

Loney, Furcal e Barajas completano il reparto, con Gibbons che potrebbe coprire qualche riposo di Loney in prima base ma il reparto risulta un po’ corto e per questo non si esclude una chiamata per De Jesus oppure una chanche per Miles.

Preseason e punti chiave
Lo Spring Training non sta confortando molto i Dodgers, spesso sconfitti, poco produttivi offensivamente e proni ai guai fisici.

Avendo puntato forte sui lanciatori, l’uomo chiave potrebbe essere Kershaw che vediamo da una vita ma che ha appena 23 anni ed è reduce da due stagioni di ERA sotto il 3.00.

Se svilupperà appieno il talento che tutti gli riconoscono potrà essere l’asso indiscusso di una rotazione che metterà in difficoltà più di un lineup.

Per portare a casa le vittorie però, Kemp ed Ethier saranno altrettanto fondamentali ed il loro rendimento influenzerà tantissimo le sorti del club losangelino che rimane comunque una eterna incompiuta.

Quando c’era un attacco forte, è mancato l’asso che dal monte la trascinasse in alto; adesso che il monte può dominare, l’attacco rischia di affossare qualsiasi velleità di vittoria, tante sono le incognite su troppi ruoli.

Pronostico
Equiparerei i Dodgers ai Rockies ma è probabile che LA si posizioni un gradino sotto, ovvero dalle 85 alle 90. La Wild card sarebbe già un successone.

Arizona D’Backs

Prima offseason al timone del mercato D’backs per Towers e c’era un sacco di lavoro da fare ma è stato un reparto a rappresentare un chiodo fisso per lui: il bullpen.

Dopo le disastrose prestazioni del 2010, occorreva nuova linfa e Towers ha subito ceduto Reynolds agli Orioles, ottenendo il duo e Mickolio; poco dopo si è assicurato i servigi del closer Putz (2 anni, 10MM), concludendo abbastanza in fretta la pratica rilievi.

Nel frattempo, con la rinuncia a La Roche e la cessione di Reynolds abbassava la quota di SO che la squadra subirà nel 2011 (altro obiettivo dichiarato) ma apriva due buchi ai corner dell’infield; in questa ottica, è stato preso Miranda dagli Yankees e sono stati firmati Blum, Mora e Branyan, quest’ultimo con minor league contract.

Non certo un’investitura per l’atteso, e finora mai arrivato, Brandon Allen ma se il giovane saprà farsi valere, la concorrenza non sarà impossibile da battere.

Per l’outfield ha pensato al rilancio di Nady, fresco di brutta stagione e di operazione subita che pregiudica il lancio: probabile che anche lui finisca per lottare per il posto in prima

Ma Towers ha pensato anche alla rotazione: ha prelevato Duke dai Pirates, Gallaraga da Detroit ed ha firmato Heilman con l’intento di ritrasformarlo in partente.

Per completare il quadro, ha firmato il versatile Bloomquist, il catcher Blanco ed ha concesso una chance (minor league contracts) ai lanciatori Hampton e Sweeney.

Un bel po’ di transito che non aiuta certo a farsi un’idea chiara di come si schiereranno i D’backs 2011: sicuri i partenti Kennedy, Hudson e Saunders, il quarto dovrebbe essere Enright mentre il quinto uscirà dal duo Heilman/Gallaraga con il primo favorito.

Duke infatti si è infortunato ad una mano e non tornerà prima di maggio.
Infortuni che hanno colpito anche il bullpen, limitando Putz che addirittura non sa se potrà iniziare la stagione in tempo; un bel problema perchè il reparto conterà sui due nuovi Hernandez e Mickolio e, con tutta probabilità, su Rosa, Demel, Norberto e Vazquez ovvero gran parte del bullpen 2010.

Alternative potrebbero essere Gutierrez (altro solito noto), Sweeney oppure il giovane Paterson.

Il lineup appare indebolito fortemente: nell’infield, accanto ai superstiti Montero, Kelly Johnson e Drew vedremo presumibilmente Miranda in prima e Mora in terza, con Blum, Abreu e Branyan in rincalzo.

In esterno, ai confermati Upton (dopo essere stato pubblicamente sul mercato per un mese ad inizio offseason) e Young si presenterà l’incognita Nady con Parra e Bloomquist a rincalzo.

Una lieta sorpresa potrebbe essere il ritorno a buoni livelli di Wily Mo Pena che ultimamente sta facendo vedere buone cose e potrebbe convincere il coach Gibson a dargli una chance.

Preseason e punti chiave
I battitori stanno facendo abbastanza bene ma non altrettanto si stanno comportando i lanciatori e fioccano le sconfitte, anche se ovviamente adesso non c’è da disperarsi per i risultati.

Ma ben presto le partite conteranno e Arizona non sembra così ben attrezzata: riuscirà il lineup a sopperire alla mancanza di due cannoni come Reynolds e LaRoche ?

Difficile, anche se Arizona continuerà ad avere una buona produzione offensiva perchè la potenza non manca.

Riusciranno i rilievi a fare meglio dell’anno scorso ?
Facile ma lo diciamo non tanto per la fiducia che riponiamo nel bullpen attuale (a dir la verità, scarsino anche quest’anno) ma nella convinzione che fare peggio sia impossibile.

Probabile che sia la rotazione l’ago della bilancia: attesi soprattutto Kennedy e Hudson, una grande stagione per loro significherebbe una stagione decente per Arizona, altrimenti sarà notte fonda.

Pronostico
70 vittorie, utili per cercare di evitare l’ultimo posto e di scaricarlo sui Padres ma diamo un edge ai Padres, Arizona ci sa di Cenerentola.

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