Tim Lincecum, uno dei tanti prodotti della farm dei Giants

Ci sono molti modi per assemblare una squadra vincente: ci sono squadre dal fortissimo potere economico che razziano i migliori giocatori sul mercato dei FA (ogni riferimento agli Yankees non è puramente casuale), altre completamente dedite alla sabermetrica, altre ancora che si basano principalmente sulla propria farm.

Ovviamente, non esiste una regola vincente: possiamo però scoprire come sono nati i dominatori della post season 2010, i S.Francisco Giants.

I Giants hanno destato ammirazione per la loro fantastica rotazione completamente composta da giocatori provenienti dalla propria farm, cosa che non succedeva dal 1988, protagonisti i Red Sox.

Ma, indagando un po’ più a fondo, si nota che sono ben dieci i giocatori cresciuti in casa e portati dai Giants a roster per le finali trionfalmente vinte quest’anno.

Un grandissimo plauso quindi allo scouting staff e, di riflesso, al controverso GM Brian Sabean, su cui però è doveroso aprire un capitolo a parte.

Sabean è il Gm dei Giants dal lontano 1997: dopo essere stato sei anni nello scouting staff degli Yankees (Pettitte, Posada, Rivera e Jeter sono arrivati durante la sua permanenza a NY) arriva a S.Francisco in piena era Bonds e, con Dusty Baker al timone della squadra, colleziona due pennant e tre viaggi in post season in sei anni con due sconfitte ai Divisionals (contro i Marlins nel ’97, contro i Mets nel 2000) e le World Series 2002 perse al cospetto degli Angels.

Nel 2003 arriva Felipe Alou come coach e con lui arriva subito un nuovo pennant e una nuova eliminazione ai Divisionals, ancora contro i Marlins.

In questo periodo, la strategia di Sabean fu quella di puntare costantemente su provati major leaguer, scambiandoli sistematicamente con prospetti della propria farm; la strategia portò risultati nell’immediato ma, inevitabilmente, quando arrivò il momento di ricostruire, creò abbondantissimi problemi.

Sabean continuò a puntare sui veterani, perdendo scelte e prospetti: d’altro canto il suo parere sugli investimenti nel Draft era sempre stato quello di evitare di spendere soldi su talenti tutti da verificare.

Emblematica di quel periodo la trade (il furto ?) che mandò Nathan, Liriano e Bonser ai Twins per un anno di Pierzynski, una delle peggiori mai viste.

Fu la fine di un ciclo per i Giants: dal 2004 al 2009 la squadra non riuscirà mai più a raggiungere la post season e per ben quattro anni otterrà un record negativo, con l’unica soddisfazione per i tifosi quella di vedere Bonds battere il record di home runs.

Sembra incredibile ma è proprio in questo momento di gestione discretamente scellerata di Sabean che nascono le fondamenta dei Giants 2010.

Nel Draft 2002, la prima scelta dei Giants è il diciottenne Matt Cain: dopo l’incoraggiante esordio nel finale di stagione 2005, Cain sarà il cardine della rotazione di S.Francisco dal 2006 sino ad oggi, oscurato solo in parte dal successivo avvento di Lincecum.

Sempre nel 2002, passa inosservato (21esimo giro) l’arrivo di Ishikawa mentre viene firmato sul mercato degli international free agents il sedicenne Pablo Sandoval, destinato a divenire il panda più amato di tutta S.Francisco.

Dal 2002 in poi, ogni anno il draft aggiungerà un pezzo pregiatissimo al puzzle vincente nel 2010: il 2003 regala il futuro closer Wilson, scelto al 24esimo giro e dato per perso dopo una precoce Tommy John surgery.

Sempre nel Draft 2003, al secondo giro i Giants prendono anche Schierholtz, mai sbocciato completamente ma solido abbastanza da meritarsi il posto a roster nella cavalcata che ha portato al titolo.

Nel 2004 è la volta di Jonathan Sanchez (27° giro, 820° totale) mentre il 2005 porterà Romo (28° giro, 852° totale) ; quasi incredibile che lanciatori come Sanchez (dobbiamo ricordare il suo no hitter del 2009 ? ) e Romo passino inosservati e debbano vedersi preferire più di ottocento colleghi ma non sono i primi e certamente non saranno gli ultimi casi del genere.

Dal 2006, il trend dei draft Giants cambia; non sono più le ultime scelte ad essere azzeccate ma le prime.

Nel Draft 2006, con la decima chiamata del primo giro i Giants si aggiudicano Tim Lincecum mentre nel 2007, sempre con la decima chiamata assoluta, arriva Madison Bumgarner.

Chiamate che definire azzeccate è assolutamente riduttivo: Lincecum vincerà il Cy Young nel 2008 e nel 2009, dominando praticamente dal suo esordio nelle majors mentre Bumgarner deve ancora dimostrare il suo valore assoluto ma se piove di quel che tuona (leggi, spettacolare la sua mezza stagione di esordio) si può già festeggiare la scelta come un successone.

Per completare il quadro, nel 2008 la quinta scelta assoluta è Buster Posey: spostando l’attenzione dai lanciatori ai position players, la infallibile mira dei Giants mette a segno un nuovo centro con il giovane catcher che ha fatto vedere mirabilie in questo 2010.
Da notare la velocità con cui queste ultime scelte si sono ritrovate in MLB: 2 anni per Posey e Lincecum, tre per Bumgarner.

Ricapitolando, la farm ha portato ai Giants l’intera rotazione titolare (Lincecum, Cain, Sanchez e Bumgarner), il closer (Wilson) ed il set up man (Romo), il catcher ( Posey) e tre utility men (Sandoval, Schieroltz ed Ishikawa).

E gli altri ?
Torniamo a Sabean allora.

Avrete capito che non ce la sentiamo di attribuire a Sabean la paternità di questo tesoro prodotto dalle scelte al Draft; possiamo (e dobbiamo) però riconoscergli di non aver ceduto alla tentazione di coinvolgere qualcuno dei suoi giovani lanciatori in qualche trade, visto che sono anni che S.Francisco cerca disperatamente uno slugger di prima fascia.

C’è da specificare che il rinnovo di Sabean nel 2007 fu condizionato dalla proprietà ad un cambio di strategia sul mercato; praticamente gli fu imposto di non cedere i top prospects.

Ciononostante, quattro preziosi tasselli sono arrivati in arancionero via trade.
Nel 2009 Sabean manda il prospetto Alderson (primo giro 2007) a Pittsburgh per avere il seconda base Freddy Sanchez, in scadenza a fine stagione ma poi rifirmato.

Nel 2010, in piena lotta con i Padres per il pennant, Sabean vede la possibilità di tornare ai playoff e si scatena: acquista i rilievi Ramon Ramirez dai Red Sox e soprattutto Javier Lopez da Pittsburgh.

Per avere Lopez, Sabean sacrifica lo SP Joe Martinez e l’esterno Bowker: la totalità degli addetti ai lavori bolla la trade come una follia ed anche molti tifosi dei Giants dissentono ma la trade funziona e Lopez (originariamente un LOOGY) diventa il set up man ufficiale del bullpen di S.Francisco, ottimo nelle 27 partite giocate in RS e superlativo in post season.

Contro ogni pronostico, ha avuto ragione Sabean.

Quarto arrivo via trade del roster è Fontenot, arrivato dai Cubs in un momento in cui mancava profondità nell’infield causa malanni vari ai titolari; una trade minore che poco toglie o aggiunge al giudizio.

Giudizio che ritorna controverso quando spostiamo l’attenzione ai free agents firmati: più della metà del payroll 2010 dei Giants è andato a soli tre giocatori, ovvero Zito, Rowand e Renteria.

Zito (firmato prima del 2007, 7 anni a 126 milioni di $) non ha neanche giocato la post season mentre Rowand (5 anni, 60 milioni) è una delle riserve meglio pagate della storia dello sport.

Ambedue i contratti si sono rivelati errori clamorosi sia come entità che soprattutto come durata e peseranno ancora a lungo sul bilancio dei Giants e per sempre sul curriculum di Sabean.

Un discorso a parte merita Renteria: il declinante SS è stato firmato come FA prima della stagione 2009, strapagandolo (2 anni, 18,5 milioni).

Sabean aveva concesso contratti simili a veterani come Winn, Roberts e Durham (solo per citarne alcuni), ottenendo solo briciole di rendimento e con Renteria sembrava stesse andando alla stessa maniera.

Sappiamo tutti però com’è andata a finire: Renteria MVP delle World Series.
Come giudicare questa firma ?

Beh, chi vince ha sempre ragione ma c’è un limite a tutto: forse, se fosse toccato a Rowand il ruolo di eroe, il suo contratto sarebbe diventato una perla di saggezza ?
Ovviamente no e lo stesso vale per quello di Renteria ma il lieto fine assicura che i posteri ricorderanno sicuramente l’Edgar MVP e non si ricorderanno affatto del suo contratto.

Ma il roster vincente dei Giants vede altri due protagonisti arrivati a S.Francisco da free agent: uno è il rilievo Affeldt, colonna del bullpen nel 2009 ma opaco nel 2010 e soppiantato da Lopez nel ruolo.

Un biennale da 8 milioni non è scandaloso e occorre dire che Affeldt nel 2010 ha dovuto superare guai fisici che hanno minato il suo rendimento, sino ad allora brillante.

Dove Sabean invece ha meritato applausi è riguardo alla firma di Huff; reduce da un 2009 deludente, passato tra Baltimora e Detroit, Huff si rivelato un acquisto azzeccatissimo ed a un costo veramente limitato (1 anno, 3 milioni).
Il veterano ha giocato sia in 1B che in esterno, rappresentando per l’intero anno la minaccia più pericolosa del lineup di S.Francisco, per lo meno fino all’arrivo di Burrell.

Burrell rappresenta l’altra perla di Sabean e introduce l’ultimo gruppo di componenti il roster vincente dei Giants, ovvero i Minor League contracts: questo tipo di contratti incarnano la classica situazione a basso rischio per le franchigie che spendono il minimo sindacale ma hanno la possibilità di concludere affari d’oro.

In questa specialità, Sabean ha veramente cavato il sangue dalle rape: abbiamo accennato a Burrell, bomber conclamato a Philadelphia dove ha vinto un anello nel 2008, successivamente eclissatosi nella American League e rilasciato da Rays dopo una stagione e mezzo a dir poco deludente.

Sabean, costantemente alla ricerca di potenza nel lineup, ha raccolto i cocci e ne ha ricavato un compagno per Huff e Posey al centro del lineup; Burrell ha persino giocato una difesa decente, cosa in cui mai era riuscito nella sua carriera, a dimostrazione che ci sono anni in cui tutto gira veramente per il verso giusto.

Ma Burrell non è il solo: con le stesse modalità, sono arrivati i rilievi Mota e Casillanel 2010 mentre nel 2009 era toccato a Uribe ed a Torres e nel 2008 a Whiteside.

Tra questi, Uribe nell’infield, Torres nell’outfield e Casilla nel bullpen sono stati vere e proprie colonne dei Giants ed oltretutto gli ultimi due a prezzo sindacale (400 mila dollari) ed Uribe (3,25 milioni) a prezzo modico.

Positivi comunque anche Mota e Whiteside (il back up di Posey), dunque solo complimenti per Sabean in questo particolare segmento di mercato.

Abbiamo elencato 24 dei 25 giocatori con cui Sabean ha assemblato i campioni 2010, lasciando per ultimo il caso più estremo: molte cose sono girate per il verso giusto ai Giants ma niente è andato meglio dell’arrivo in baia di Cody Ross.

L’uomo che ha terrorizzato Philadelphia (ma che anche ad Atlanta ricorderanno con dispiacere) è arrivato a S.Francisco dai Marlins attraverso i waivers; i Giants, quando Florida ha rinunciato al giocatore, erano stracarichi di esterni ma erano anche consapevoli che i loro rivali diretti (i Padres) avevano un disperato bisogno di un esterno, a maggior ragione se dalla mazza potente.

Avendo la precedenza di scelta, hanno preso Ross solo per impedire che lo facessero i Padres, accollandosi il rateo del suo stipendio che era di circa 1 milione.

Circa dieci giorni prima, Sabean aveva prelevato anche Guillen dai Royals ed è stato proprio l’iroso slugger a finire la stagione da titolare, con Torres e Burrell in esterno, limitando al minimo le apparizioni di Ross.

In quel momento, Ross era dato da tutti come assolutamente candidato ad essere “non tendered” a fine stagione, esattamente come lo era ai Marlins, ovvero un sicuro free agent.
Ottenuto il pennant però, Bochy ha constatato che Guillen continuava ad avere problemi fisici al collo che limitavano il suo rendimento ed ha deciso di non inserirlo nel roster, creando lo spazio per Ross.

Il resto è storia: Ross è stato decisivo contro Atlanta ed ha demolito gli assi di Philadelphia, in un periodo di grazia assoluta che è stato determinante per il cammino dei Giants e per la conquista del titolo.

Bochy ha dichiarato, dopo le mirabilie mostrate da Ross in post season, che Ross sarebbe stato a roster anche con Guillen in salute: non so se credere a questa affermazione ma, anche dandola per vera, non credo che lo avrebbe fatto giocare titolare.

In ogni caso, è sempre servito un pizzico di fortuna per compiere le grandi imprese ed i Giants indubbiamente hanno avuto la dea bendata dalla loro ma hanno avuto anche molti meriti, soprattutto nella costruzione di questo gruppo vincente.

Sabean ha fatto errori allucinanti negli anni precedenti al 2010 ma molti protagonisti della cavalcata vincente di quest’anno sono farina del suo sacco e dobbiamo complimentarci con lui.

Un genio incompreso oppure un “lucky man” ?
A voi il giudizio.

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