Cody Ross festeggia!


Alla fine l’American League ha selezionato una candidata al titolo delle World Series piuttosto improbabile.

Pochi ad inizio anno avrebbero scommesso sui Rangers, ma la squadra di Ron Washington è stata in grado di arrivare ai playoff e, come spesso accade, in questo periodo più che le effettive capacità conta lo stato di forma.

E così, dopo aver eliminato Tampa nelle Division Series in 5 partite, Texas ha superato anche l’ostacolo newyorchese, questa volta in 6 gare.

I matchup non erano favorevolissimi per la squadra texana, che non ha mai potuto rispondere all’asso di NY, Sabathia, con il proprio, ma che, alla fine, ha portato a casa la serie con una certa autorevolezza.

Le ultime due partite sono state giocate con l’obbligo della vittoria per gli Yankees, che erano sotto 3-1 e quindi ad un passo dall’eliminazione. In gara 5 Girardi affida la palla a Sabathia e il mancino non delude, pur senza mostrarsi particolarmente dominante.

Detto dei problemi di controllo che ne avevano penalizzato la partenza nella prima partita della serie, CC risponde senza concedere basi per ball, subendo un po’ troppe valide, ma ottenendo ground ball cruciali per dei doppi giochi (al primo inning ed al quinto) o con degli strike out che chiudono la ripresa evitando problemi per i campioni MLB.

Dall’altra parte, Wilson non riesce a ripetere la prova texana e, dopo essere passato incolume attraverso il primo inning, subisce nel secondo 3 punti e nel terzo 2 che saranno fatali alla sua squadra.

Due basi e due singoli portano infatti a casa A-rod e Berkman, per il primo vantaggio consistente da parte di New York in tutta la serie e, nell’inning successivo, i back to back solo homer di Cano, davvero in giocabile per i lanciatori texani che non si chiamino Cliff Lee, e di Swisher fissano il risultato sul 5-0.

Il parziale rimane invariato al quinto, con le squadre che segnano un punto per parte e Texas che spreca un’ottima occasione per rientrare in partita. Di fatto, l’incontro si conclude lì, con l’unico altro punto per la squadra dell’Ovest segnato nella ripresa successiva, ma che non impensierisce il pitching staff newyorchese.

Al settimo finisce la partita di Sabathia, rimpiazzato da un Wood che non parte troppo bene e mette subito in base Andrus che però, un po’ come Kinsler in gara-1 viene colto da un pickoff per il secondo out che dà un po’ di fiato a Wood e gli permette di chiudere la ripresa senza danni. Il punto del definitivo 7-2 arriva all’ottavo attacco yankee, con Ogando sul monte, che subisce il terzo solo homer della partita, questa volta da Granderson.

La nona ripresa, con un giorno di riposo a seguire è, come da tempo ormai, appannaggio di Mariano Rivera che, singolo di Moreland a parte, si sbarazza dei battitori texani e chiude di fatto, pur senza saperlo, la stagione 2010 dello Yankee Stadium.

Gara-6 rispecchia l’andamento delle prime partite della serie, con la franchigia di NY che non dà mai l’impressione di poter impensierire il partente avversario Colby Lewis. La prima valida per gli ospiti arriva infatti al quinto inning, con un gran doppio di Alex Rodriguez, ex parecchio fischiato dai tifosi Rangers che, intanto, vedono la propria squadra condurre per 1-0 sin dal primo inning, quando Andrus inizia le danze con un doppio, viene portato in terza da un singolo di Hamilton e a casa da Guerrero, su cui gli Yankees non riescono a chiudere un doppio gioco che li avrebbe salvati.

Il partente newyorchese Hughes, in cerca di riscatto dopo la brutta partenza nella seconda partita, sembra avere più successo, pur regalando un momento comico agli spettatori di Arlington quando, nel corso di una base intenzionale per Hamilton, spinge Moreland in terza con un lancio pazzo. La ripresa si conclude comunque con un nulla di fatto e punteggio sempre sull’1-0.

Come anticipato, A-rod inizia il quinto con un lungo doppio, viene portato in terza da una volata di Berkman, sostituto dell’infortunato Teixeira e arriva a casa base grazie ad una clamorosa svista arbitrale. Con Swisher in battuta, infatti, Colby Lewis lancia una breaking ball che rimbalza nel box e colpisce la gamba dell’esterno newyorchese e, cambiando repentinamente direzione, sfugge al controllo di Molina, diventando un lancio pazzo.

Incredibilmente per l’arbitro non c’è alcun contatto e gli Yankees si portano così in parità. A onor del vero, dopo l’eliminazione di Swisher, Posada batte un doppio lungo la linea di foul di destra, quindi è possibile che il punto sarebbe entrato comunque, anche se è impossibile poter valutare oggettivamente queste situazioni, ma resta un errore grave che ha rischiato di condizionare la partita.

Il rischio però è di breve durata, visto che nel quinto attacco i Rangers si portano di fatto a casa partita e serie, con una certa complicità del manager newyorchese Girardi. Dopo il singolo dell’ottimo Moreland spinto in seconda da un’ottimo batti e corri effettuato da Andrus ed in terza da Young, Girardi decide inspiegabilmente di passare in base Hamilton con due out.

Si tratta di un ragionamento che sfugge ad ogni logica, anche perché, considerando il peggior esito possibile per il turno (un fuoricampo da Hamilton), sarebbero entrati 2 punti, mentre, con due uomini in base, un eventuale fuoricampo di Guerrero ne avrebbe portati 3, un doppio probabilmente 2.

Così accade puntualmente, con Guerrero che va a poca distanza da un fuoricampo che sarebbe stato ancora più beffardo, ma che comunque porta a casa Hamilton e Moreland per il 3-1. La partita di Hughes finisce, a favore di uno spentissimo Robertson che, come già nelle partite precedenti, non riesce a limitare le mazze avversarie subendo in sequenza un 2-run shot da Cruz e un doppio da Kinsler, con il punteggio che si allarga sul 5-1.

L’unico altro punto della partita arriva ancora dopo una base intenzionale per Hamilton, che raggiunge il record di IBB nella storia delle ALCS, grazie ad una lunga volata di Kinsler che quasi sfugge al controllo di Gardner, con il rischio di diventare un doppio da due punti.

Lewis da parte sua lancia per otto riprese con poco più di 100 lanci, 7 K, 3 BB, 3 H ed un solo punto subito, prima di lasciare il monte al giovane Feliz che, con 2 K, di cui l’ultimo sull’ex più ingombrante, A-rod, che dà il via ai festeggiamenti texani per la loro prima, storica World Series.

Si è trattato di una bellissima serie, con due squadre che hanno giocato bene, Texas in particolare, ma anche NY, penalizzata nelle prime due partite, da brutte partenze dei propri lanciatori. Come detto, la sensazione nel corso di tutta la serie è stata di una maggior forma da parte di Texas, con Andrus caldissimo, sempre in base, Hamilton che batte 3 HR contro lanciatori mancini per vincere il titolo di MVP della serie, oltre ad un Colby Lewis che batte per due volte NY, oltre allo spauracchio Cliff Lee, che si conferma bestia nera per gli Yankees.

La vittoria texana è quindi ineccepibile, seppur difficilmente pronosticabile, nonostante i segnali fossero già arrivati nel corso delle Division Series, anche se in molti avranno pensato a un calo di forma dei Rays e, a partire da mercoledì, tutti gli amanti del baseball potranno godersi le World Series più improbabili degli ultimi anni, con squadre che non raggiungevano i playoff da tempo, cominciando con un pitching matchup da leccarsi i baffi, Tim Lincecum contro Cliff Lee, buona visione!

One thought on “L'American League parla Texano

  1. L’orgoglio Yankees nulla ha potuto contro i Rangers. Era scritto che i texani riuscissero ad arrivare alle World Series. PiĂą forti nel reparto lanciatori, piĂą caldi nel roster, piĂą convinti dopo la serie vinta contro i Rays. Sono arrivati all’appuntamento con la macchina che girava a pieno regime e non c’era speranza per gli Yankees di sovvertire il pronostico se non con un mezzo miracolo, che puntualmente non è accaduto. D’altronde se il monte di lancio non è all’altezza di strada non ne fai. Ora ci sarĂ  una Word Series interessante con due pretendenti inaspettate. Non so chi la spunterĂ . Certo che tra i lanciatori ne vedremo delle belle. Non vorrei dire baggianate ma ricordo che i Rangers sono in crisi finanziaria e chissĂ  se il titolo possa sanarle almeno in parte.

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