Matt Cain


Stiamo assistendo ad una serie a mio parere bellissima, sicuramente una gioia degli occhi per tutti quelli che amano l’arte del lancio.

Sfide ai massimi livelli, con Oswalt e Cain a brillare su tutti ma sempre sfide dall’altissimo livello tecnico anche dal lato dei lanciatori risultati perdenti.

Una situazione difficile per i due attacchi ma in quello dei Giants è emerso l’altro protagonista assoluto della serie, ovvero Cody Ross.

Prelevato dai Marlins in Agosto nel disinteresse generale, acquisto tacciato persino di inutilità visto il sovraffollamento che l’outfield Giants presentava, Ross aveva già deciso le NLDS contro i Braves.

Contro Phila ha lasciato il segno in tutte e tre le partite, con un fatturato di 3 HR e 4 RBI in 9 at bats: raggiunge la pallina ovunque venga lanciata e, per adesso, l’unico antidoto sembra la base ball intenzionale anche se c’è chi dice che potrebbe girare anche lì.

Scherziamo, ovviamente, ma lo stato di grazia dell’esterno destro per ora è il fattore che ha fatto la vera differenza nella serie.

Ma, bando alle ciance, veniemo al sodo.
La festa si apre con il super duello tra Roy Halladay e Tim Lincecum: lo scontro tra lanciatori che hanno fatto mirabilie nei Divisionals infiamma l’attenzione dei media e dei tifosi ma non saranno loro ad essere ricordati come protagonisti di gara 1.

Tale privilegio sarà infatti appannaggio di Cody Ross: contro Halladay, ha messo due HR nei primi due turni di battuta (3° e 5° inning), ambedue solo shots.

Bochy si sarà pentito di averlo fatto battere solo ottavo, dietro persino a Uribe e Fontenot, quest’ultimo ormai titolare al posto di Sandoval.

Al fuori campo del terzo inning, Phila risponde con uno squillo analogo, il tutto a cura di Ruiz, come al solito produttivo in postseason, anche lui in ottavo slot del lineup; nello stesso inning, Phila si brucia anche due corridori in seconda e terza base con Howard al piatto ma Lincecum lo mette K con una delle sue velenosissime slider.

Il secondo HR di Ross resta senza risposta e porta i Giants in vantaggio per 2-1.

Nel sesto, Halladay ottiene due out veloci ma, subito dopo, subisce tre valide in fila (singoli di Posey ed Uribe, doppio di Burrell) che fruttano altri due punti ai Giants che si portano sul 4-1, punteggio abbastanza confortevole quando hai Lincecum sul monte.

Ma anche il due volte Cy Young non è intoccabile; una valida di Utley viene trasformata in due punti da Werth, con un fuoricampo che riequilibria la partita sul 4-3.

I due assi lanciano il settimo e lasciano la scena ai rilievi: per i Giants, Javi Lopez ottiene i primi due out e lascia il posto al closer Wilson, chiamato ad una salvezza da 4 out.

Wilson non si fa pregare e, a parte un singolino nell’ottavo ed un hit by pitch nel nono, sistema la questione con 4 K, sigillando una importantissima vittoria d’esordio per i californiani.

Nel secondo match, la sfida è tra Roy Oswalt e Jonathan Sanchez, con Bochy che inverte le gerarchie con Cain rispetto alle NLDS.

I Giants si presentano senza Uribe (infortunato) rispetto a gara 1, con il torrido Ross che da ottavo nel lineup passa al sesto slot ed il veterano Renteria come interbase mentre Manuel inverte solo Utley (2°) e Polanco (3°) per evitare che un solo rilievo mancino possa affrontare il duo Utley/Howard nei momenti decisivi del match.

Il match si mette subito male per Sanchez che fatica a trovare la zona di strike: il mancino dei Giants regala tre basi e, complice anche un errore difensivo di Fontenot, il vantaggio ai Phillies prima di chiudere l’inning con il terzo K.

Oswalt invece annichilisce assolutamente il lineup arancionero, concedendo la prima valida solo al quinto inning; il problema per i Phillies è che quella valida pareggia il match in quanto si tratta dell’ormai immancabile HR di Cody Ross.

Ma l’ex Astros ha troppa esperienza per tremare davanti alla prima difficoltà; finirà per lanciare 8 splendidi innings con 9 SO, 3 BB e 3 misere hits concesse.

In ogni caso, i Phillies si riprendono il punto di vantaggio immediatamente, nella parte bassa del quinto inning; ancora small ball, con Victorino che mette un doppio da lead off e viene spinto a casa base da due volate di sacrificio di Utley e Polanco.

La partita resta sul filo, con Sanchez che, dopo il tremendo inizio, recupera le sue location e tiene egregiamente i gara i suoi almeno fino a tutto il sesto inning.

Nel settimo, una valida di Oswalt induce Bochy a chiamare in causa il bullpen: tocca a Ramon Ramirez che incassa il bunt di Victorino che manda in seconda Oswalt e poi riempie la prima con una BB intenzionale ad Utley.

Mal gliene incoglie perchè Polanco mette una valida, portando a casa Oswalt che addirittura ignora il segnale di stop del coach di terza base, battendo una difesa non eccelsa di Torres e Huff e diventando indiscutibilmente l’eroe di giornata.

Ma non sarà il solo perchè, entrato Affeldt per Ramirez, Utley e Polanco effettuano una doppia rubata durante la quale la difesa dei Giants non prova neanche l’eliminazione ed il rilevo affronta Howard con seconda e terza occupate.

Affeldt mette K Howard ed a quel punto riempie le basi evitando di sfidare Werth, con due out: Rollins sembrerebbe più comodo come cliente ma così non sarà perchè lo SS mette un doppio profondissimo in esterno che pulisce le basi e spezza in due il match.

Sul 6-1 e con 2 inning da giocare, i Giants si agitano ancora un poco mettendo due corridori in base sia nell’ottavo che nel nono (contro Madson, subentrato a Oswalt) ma non trovando il colpo risolutore che gli consenta di tentare il recupero in extremis.

Serie sul 1-1 e trasferimento a S.Francisco per 3 match.

Il confronto stavolta è tra Hamels e Cain, altra sfida stellare; Manuel lascia invariati i Phillies mentre Bochy inserisce come ottavo Rowand al posto di Torres con Renteria lead off e avanza Ross nel quinto slot, dietro a Posey e Burrell.

La mossa sembra funzionare al quarto inning, quando proprio Ross trova in base Renteria e Burrell: Ross trasforma un ball basso di Hamels in una valida che segna un punto ed apparecchia la tavola al 2-0, sulla seguente valida di Huff.

E’ già abbastanza per Cain che annichilisce le mazze dei Phillies in maniera imbarazzante: alla fine dei suoi 7 IP, saranno solo 3 le valide concesse (tutti singles) e altrettante BB a testimoniare di una presenza veramente occasionale dei Phillies sulle basi.

Anche Hamels comunque non ha demeritato: è stato sfortunato perchè i Giants hanno messo a frutto le loro 5 valide, concretizzandole in 3 punti ma è stato assolutamente all’altezza del match.

Il terzo punto è arrivato nel quinto inning da un doppio di Rowand che è arrivato a casa base sul singolo di Freddy Sanchez, mal giocato da Utley a cui è stato risparmiato l’errore ma che poteva assolutamente chiudere l’inning.

Vittoria in pieno stile Giants, punteggio basso e timely hitting, sigillata nel finale dai soliti Javi Lopez e Wilson senza grossi brividi.

Adesso i Giants sognano: partiti con il pronostico a sfavore, si ritrovano 2-1 nella serie con le prossime due partite in casa.

Gara 4 vedrà Bumgarner alla prova playoff ma l’attacco dei Phillies sta stentando a dir poco ed il rookie ha dimostrato di reggere egregiamente l’urto dei battitori MLB ed in regular season ha lanciato molto bene.

Affronterà Blanton, ovvero l’unico umano dei lanciatori di Phila, e la partita è sicuramente alla portata di S.Francisco.

Andasse 3-1, S.Francisco avrebbe tre match ball da far giocare ai suoi assi, perfettamente riposati, di nuovo contro il trio delle meraviglie che per ora non è stato sufficiente a Phila per frenare l’onda arancionera.

Da non perdere.

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