E dire che non era stata un’estate semplice per i Knicks: le continue polemiche scatenate da Phil Jackson, il suo licenziamento, la scelta al draft con la numero 8 di un giovanissimo francese nato in Belgio con esperienza di panchinaro nella seria A transalpina, la firma con un contratto monstre di un giocatore dal talento sospetto come Tim Hardaway Jr, ed infine la svendita di Melo ai Thunder in cambio di Enes Kanter e Doug McDermott.
Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino, in pochi nella Grande Mela nutrivano grosse speranze in questi Knicks, che parevano all’inizio di una lenta e dolorosa ricostruzione, come di consueto non molto agevolata da pubblico e stampa locali.
Invece, dopo quasi un mese di NBA, i ragazzi di Hornacek sono 7-5, quarti ad Est alla pari dei molto piĂą quotati Wizards e perfettamente in lizza per un posto ai playoffs.
I motivi? Molti. Ma riassumibili così:
Parliamo di un giocatorino da 30 punti, 7 rimbalzi e 2 stoppate a partita, capace di tirare col 51% dal campo, ed il 41% da 3. Con i suoi 220 centimetri di altezza, la velocità di piedi di un’ala piccola e il range di tiro di Steph Curry, in questo inizio di stagione il lettone ha rimesso di peso i suoi Knicks al centro della mappa NBA, riuscendo a coniugare le dimensioni di un lungo d’altri tempi alle skills richieste ai centri moderni.
Dietro di lui ed alle sue prestazioni irreali e per certi versi inaspettate, tutta la squadra ha preso fiducia: Tim Hardaway, pur sparacchiando dal campo (39%), sta dignitosamente rivestendo il ruolo di secondo realizzatore (16 punti a partita finora), Kanter si è inserito con entusiasmo nell’ambiente newyorchese portando pericolosità vicino a canestro, mentre ha mostrato lampi di talento anche il tanto bistrattato Ntilikina, ancora acerbo ma già capace di tenere il campo per buoni minuti di qualità .
Liberato dall’ingombro dell’ex coach Zen, Jeff Hornacek sta dimostrando se non altro di essere un buon “player’s coach”, capace di insegnare a ragazzi giovani e di creare il gruppo; a rileggere il roster verrebbe da dubitare sulla tenuta di un tale ritmo di vittorie per tutta la stagione, ma l’Est è terra di conquista un po’ per tutti, e con un Porzingis così i playoffs non sono più davvero una chimera.
Max Giordan
segue l’NBA dal 1989, naviga in Internet dal 1996.
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A mio parere N.Y. ha fatto bene a mandare via Melo, dire ricostruiamo e puntare su Porzingis. Quest’ultimo mi pare talentuoso, ha molte armi in attacco e in difesa allenta qualche stoppata. Sì Hardway jr.non vale quei soldi che prende(ma ai Knicks hanno un passato di contratti enormi a brocchi che questo pare loro un affare) ed è vero che il coach senza la presenza di P.Jackson (che come dirigente si è dimostrato scarsino)può operare con meno pressione. Ora bisogna vedere se i Knicks hanno coraggio: cioè devono continuare su questa strada, costruire attorno all’ala europea, accumulare scelte e soprattutto avere pazienza. Il mio timore è che se fanno benino questo anno, il prossimo a N.Y.si aspettino la Finale di Conference e in estate prendano qualche mezzo giocatore di esperienza che verrĂ a scombinare tutto. Certo a Phoenix è piĂą facile ricostruire che a N.Y., ma la dirigenza deve avere coraggio e tenere duro, se Porzingis cresce ancora allora potranno ottenere qualcosa. Speriamo.