Un’altra entusiasmante stagione NBA sta volgendo al termine. Anche quest’anno le contender per il titolo sono numerose: alcune hanno reali chance e qualità per farcela, altre ne avrebbero magari il talento ma non la costanza di rendimento, altre ancora hanno solo l’ambizione ma appaiono al momento lontane dall’obiettivo.

Ecco comunque come si presentano le principali contendenti per il titolo ad una decina di partite dalla fine della regular season.

Golden State Warriors (62-7; 8-2 nelle ultime 10)

Il giorno dopo la sconfitta, da una parte preventivabile ma dall’altra sempre sgradita, in casa Spurs, i campioni in carica si risvegliano meno brillanti rispetto allo scintillante inizio di stagione: gli infortuni, la fatica nel ricercare il record di vittorie e nell’affrontare squadre che ogni sera giocano la partita della vita cominciano a farsi sentire.

Se da una parte, col roster al completo ed il vantaggio del fattore campo, in pochi li darebbero sfavoriti in qualsiasi serie, la realtà potrebbe rivelarsi differente: nessuno meglio degli Spurs sa incanalare le partite sui binari del gioco controllato, basato sui lunghi, sugli aggiustamenti e sui mind games e su questa propria debolezza Kerr e compagnia devono ancora lavorare.

Dopo una stagione dispendiosa ma da record, ritrovarsi col fiato sul collo degli Speroni a 3 partite di distanza non dev’essere una bella sensazione, ma la forza del gruppo gialloblu può reggere anche questa onda d’urto. Dopo tutto, sono ancora i favoriti.

San Antonio Spurs (59-10; 9-1)

Come al solito, il lavoro di coach Popovich è esclusivamente finalizzato a portare la squadra in forma alla vigilia dei playoffs: quest’anno, la regular season è stata sostanzialmente un lunghissimo training camp per integrare Lamarcus Aldridge nel “sistema Spurs”.

Partito, come tutti i neo arrivati, alquanto spaesato e limitato al suo jumper dalla media, il neo acquisto nelle ultime settimane si è trasformato nel centro di gravità permanente offensivo; alla partite difensiva, manco a dirlo, pensa ovviamente Kawhi Leonard, dopo Curry il più serio candidato al titolo di MVP stagionale.

Con 2 così in squadra, il tris di veterani (facciamo poker con Diaw) può finalmente tirare il fiato e giocare di sponda, il che li rende pericolosi come non mai.

Cleveland Cavaliers (49-20, 7-3)

Tallonati ad una sola partita di distanza dai sorprendenti Raptors, sempre sull’orlo di una crisi di nervi fra i mugugni di Lebron, i musi lunghi di Kyrie e l’apatia di Love, i Cavs rimangono comunque una safe-call per la finalista dell’Est.

Troppo talento, troppi soldi investiti, troppa pressione per immaginare una disfatta in finale di conference con i canadesi: se il Prescelto vorrà dimostrare che la sua parabola discendente non è ancora cominciata, ancora una volta dovrà trascinarli di peso in Finale. Probabilmente per perdere ancora, a meno che una volta arrivati all’ultimo ballo tutte le disfunzionalità nel gioco corale attacco e difesa si risolvano come d’incanto, eventualità abbastanza improbabile.

Toronto Raptors (48-21, 8-2)

I Raptors ci credono, guidati dal dinamico (e improbabile) duo Lowry-DeRozan e da un calendario “amico” se paragonato a quello di altre corazzate dell’Ovest.

La squadra non ha di certo il talento o l’esperienza sulla carta per impensierire i Cavaliers, ma di certo ha la faccia tosta e la spensieratezza per buttare il cuore oltre l’ostacolo, guidata da uno specialista in materia come Kyle Lowry, cocciuto come un asino ma con un cuore che fa provincia. Mina vagante.

Oklahoma City Thunder (48-22; 6-4)

Nonostante questa sia probabilmente la squadra più forte che abbiano mai avuto ad Oklahoma City, meglio anche di quella arrivata in finale nel 2012, si stenta a rivedere lo stesso entusiasmo di 4 anni fa, sia dentro che fuori dal campo: le voci di una possibile partenza di Durant a fine stagione, gli equivoci tattici che da sempre accompagnano il gioco di Westbrook, la fragilità mentale che è costata numerose partite tutte perse nel quarto periodo dopo aver sperperato vantaggi importanti, fanno aleggiare intorno a questo gruppo un alone di eterna incompiuta.

Il che è un peccato, perchè ha tutto per essere una squadra da titolo, dalle stelle alla profondità del roster alle doti atletiche, benchè utilizzate più volentieri in attacco che in difesa.

Los Angeles Clippers (43-25; 5-5)

Partiti con grandi ambizioni e con la volontà di riscattare la sciagurata uscita dai playoff della passata stagione, dopo 30 partite ha perso Griffin per infortunio per non vederlo più tornare, almeno finora.

Il mercato estivo come ogni anno ha fatto pietà, per cui a tirare la carretta sono rimasti i soliti Paul-Reddick e Jordan, che rischiano come al solito di rimanere senza fiato nel momento topico della stagione. L’impressione è che questo gruppo, per quanto buono e ben assortito, il suo treno per il successo l’abbia già perso.

2 thoughts on “Road to Nba Playoffs: le contender

  1. Tra le contender manca Boston..
    Se non incontrano prima i Raptors arriveranno in finale ad est e contro i Cavs se la giocano..li han giá battuti in regular season..
    E´una delle squadre che difende meglio – hanno dei ritmi alti e quindi concedono parecchi punti, ma se guardiamo le percentuali concesse dal campo sono ai livelli Spurs..
    Mio pronostico: finali nba Spurs-Celtics..

  2. A mio parere il numero delle contender si riduce a 3: GSW, SA Spurs e Cavs. Non ho visto giocare Boston molto per esprimersi e cmq credo che il lavoro del coach sia stato eccezionale se stanno rendendo così bene, ma in tutta sincerità non mi sembrano in grado di impensierire troppo LBJ e compagni. Anche Toronto non mi pare da Finals. I Cavs hanno tutto per spuntarla ad Est: esperienza, profondità, e LeBron.
    Ad Ovest la cosa è più complicata, ma mi pare cmq ristretta alla finale SA vs. Warriors. LA Clippers: buoni, profondi, hanno molto per vincere ma non tutto: manca una seconda stella da affiancare a CP3, mancano di difesa e secondo me mancano anche di chimica giusta. OKC vedendo W.che fa sfracelli e triple doppie, che pare inarrestabile e sapendo che KD è lì a piazzare un trentello ad ogni allacciata di scarpa, penseresti che i Thunder hanno tutto per vincere, ma secondo me alcune volte la difesa perde giri, non è determinante e W.si è vero che può farsi tutto il campo e schiacciare in faccia a tutti, ma questo a discapito di un vero gioco che nei p.o poi è determinante. Secondo me però venderanno cara la pelle fino in fondo, forse sapendo che è ultima possibilità(almeno con questo gruppo, che poi, mi pare evidente, vada ad ogni modo ritoccato, così non si vince è dimostrato).
    GSW e SA mi pare la finale più ovvia.
    Io non vedo l’ora di gustarmela da appassionato NBA.
    Magari fino alla settima!
    Previsioni? non saprei. GSW sembra imbattibile, ma SA ha il vantaggio che sono dei volponi dei p.o.NBA e non hanno fatto una stagione sotto i riflettori(e quindi dispendiosa di energie mentali e fisiche)come quella dei GSW e dei loro record.
    Vedremo.

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