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Le origini dell’hockey su ghiaccio

origins1La ricerca e lo studio delle origini dell’hockey su ghiaccio costituiscono senza dubbio un’avventura affascinante, ma al tempo stesso complessa: fin dai tempi più antichi, i paesi con clima freddo sono stati teatro di giochi con pattini e bastoni, quindi è praticamente impossibile definire con precisione il punto di partenza dell’hockey su ghiaccio moderno; storici e ricercatori hanno spesso presentato opinioni contrastanti e forse l’unica certezza risiede nel fatto che l’hockey non sia un’invenzione estemporanea, quanto piuttosto una lunga evoluzione di giochi.

Prima di iniziare la nostra ricerca, è sicuramente interessante analizzare la parola HOCKEY, cercando di capirne l’origine: ci sono testimonianze scritte (risalenti alla fine del XVIII secolo) in cui vengono descritte discipline su ghiaccio chiamate appunto “hockey“, sebbene questo termine fosse già utilizzato da diverso tempo per indicare alcuni giochi su prato.

Riguardo all’effettiva origine del nome Hockey, esistono alcune ipotesi:

a) hockey deriva dall’antico germanico hok (oppure hak), il cui significato è “pezzo di metallo o legno ricurvo”; da questo termine deriva hook, gancio nell’inglese moderno.

b) hockey deriva dall’antico francese hoquet, che significa “bastone di legno ricurvo” o “bastone del pastore”; con hoquet si indicava anche un primordiale gioco su prato con bastoni tipico della Francia.

c) hockey deriva da hoo-gee, che nella lingua dei Nativi Americani presenti in Canada significa “che male!”

d) nella tradizione popolare canadese, spesso vengono raccontate le vicende di un certo Colonnello Hockey, il quale a metà del XIX secolo avrebbe ideato un passatempo per i suoi soldati: il gioco di Hockey ben presto sarebbe diventato semplicemente hockey.

Tuttavia, soltanto le prime due ipotesi hanno un fondamento storico, mentre le altre due sono piuttosto improbabili, soprattutto quella del Colonnello Hockey.

Dopo aver analizzato il nome, possiamo finalmente iniziare il nostro studio sulle origini del gioco, ponendoci alcune domande fondamentali:

1. Che cos’è l’hockey su ghiaccio?
2. Considerati i numerosi giochi, quale di questi può essere considerato il vero progenitore dell’hockey su ghiaccio moderno?
3. Quali città o paesi possono reclamarne la paternità?

La risposta alla prima domanda ci è presentata dalla Society of International Hockey Research(SIHR), che il 19 maggio 2001 fornì questa definizione: l’hockey su ghiaccio è un gioco che possiede le seguenti caratteristiche:

– Superficie ghiacciata
– Due squadre
– Utilizzo di pattini
– Utilizzo di mazze ricurve
– Piccolo oggetto da muovere con le mazze
– Scopo del gioco: portare il piccolo oggetto all’interno della porta avversaria.

Quindi, per rispondere alla seconda domanda dobbiamo cercare un gioco o passatempo che rispecchi questi punti: è molto importante notificare che la SIHR non ha creato alcuna restrizione riguardo al numero di giocatori presenti sul ghiaccio o sulla specificità dell’oggetto, che può essere un disco, ma anche una pallina o una piccola pietra.

Prima di iniziare la ricerca è necessario sottolineare un aspetto fondamentale: l’hockey su ghiaccio, in un certo senso, deriva dall’hockey su prato, le cui forme più antiche risalgono addirittura a quattro mila anni fa, quando veniva praticato sulle rive del Nilo; sicuramente nel 5 secolo a. C. i Greci si dilettavano con un gioco con mazze e pallina, il quale poi si espanse non solo in Europa, ma anche in Asia.

Gradualmente, questi passatempi acquisirono grande popolarità anche nei paesi dell’Europa Settentrionale, dove tuttavia le proibitive condizioni climatiche durante l’inverno rendevano impossibile la pratica sull’erba: di conseguenza, fu ovvio per quelle popolazioni trasferire il gioco sul ghiaccio; la quasi totalità dei giochi con mazze e pallina tipici dell’Europa del Nord veniva praticato in estate sui prati erbosi e nei mesi freddi sulle superfici ghiacciate.

Dopo aver presentato questo fondamentale aspetto, la nostra ricerca sull’hockey su ghiaccio può avere inizio: nell’Europa Centro-Settentrionale, il pattinaggio era praticato da lunghissimo tempo (si pensa che i Vichinghi fossero abili pattinatori), mentre le prime testimonianze di giochi con mazze o bastoni provengono da alcuni pittori olandesi e fiamminghi del XVI e XVII secolo; tramite quei dipinti possiamo ipotizzare che, a quei tempi, discipline simili al moderno hockey su ghiaccio fossero già esistenti.

Nota: da questo momento in poi, il termine hockey identificherà soltanto discipline sul ghiaccio.

Un gioco molto comune in Olanda era il kolf (kolven), praticato sui campi ghiacciati, e che nel XVII secolo acquisì enorme popolarità non solo nei Paesi Bassi, ma anche in altre nazioni dell’Europa Settentrionale; in verità, le somiglianze tra Kolf e hockey sono praticamente nulle, quindi è necessario spostare la nostra attenzione su altri paesi, in particolare il Regno Unito e l’Irlanda, in cui erano presenti il field hockey inglese (anche se diverso da quello moderno), lo shinty scozzese e l’hurleyirlandese: nonostante fossero stati originariamente concepiti come giochi estivi su erba, durante l’inverno questi passatempi erano praticati con regolarità sulle superfici ghiacciate.

Nel XVIII secolo, in Inghilterra emerse il bandy, una disciplina giocata da due squadre di 11 uomini su di un campo simile a quello del calcio completamente ghiacciato: il bandy, che per alcuni storici è il vero progenitore dell’hockey moderno, si espanse gradualmente in tutta l’Europa Settentrionale fino alla Russia, diventando ben presto il principale gioco invernale del Vecchio Continente; tuttavia, nonostante la grande popolarità, soltanto nel 1891 fu fondata la National Bandy Association, l’organismo che fissò le regole del gioco e che in seguito avrebbe istituito i principali tornei internazionali.

bndybkg2Tra il XVIII e il XIX secolo, il Nord America accolse numerosi soldati ed immigrati britannici, che continuarono a praticare i loro tipici giochi anche nel paese straniero: sebbene tra i Mi’kmaq(popolazione di Nativi Americani presenti in Canada) fossero presenti alcuni passatempi sul ghiaccio, quei movimenti migratori dall’Europa si rivelarono la base dello sviluppo dell’hockey moderno.

Nel Continente Americano, l’hockey prese definitivamente le forme che conosciamo oggi, anche se il processo di trasformazione fu lungo, complesso tanto che spesso gli storici hanno presentato teorie e opinioni contrastanti tra loro: a contendersi la paternità dell’hockey ci sono addirittura quattro città (Windsor ed Halifax in Nova Scotia, Kingston in Ontario e Montreal in Quebec) ed ognuna di queste ha sicuramente delle valide ragioni dalla propria parte.

La Nova Scotia fu, probabilmente, la provincia che risentì maggiormente dell’influsso britannico, infatti, le principali città (Windsor, Halifax, Darthmouth) accolsero numerosi emigranti inglesi, oltre che parecchi battaglioni dell’esercito di Sua Maestà; la geografia della Nova Scotia presenta diversi fiumi e laghi, i quali, ghiacciandosi durante l’inverno, diventano automaticamente luoghi adatti al pattinaggio: non sorprende, quindi, che proprio in questa provincia i giochi con mazze e pallina si diffusero con molta facilità all’interno della popolazione locale.

La città che ultimamente ha reclamato con più insistenza la paternità dell’hockey è Windsor, in cui qualche anno fa è stata addirittura fondata la Windsor Hockey Heritage Society, il cui scopo è promuovere la località della Nova Scotia come birthplace of hockey: il principale fautore di Windsor è il Dr. Garth Vaughan, che in numerosi dossier e testi scritti ha cercato di spiegare ed argomentare le proprie ragioni.

Le teorie del Dr. Vaughan si fondano su un racconto dello scrittore canadese Thomas Chandler Haliburton (1796-1865), “The Attaché”, in cui compare una frase riferita ai ragazzi del King’s College di Windsor: “hurly on the long pond on the ice”. Haliburton aveva frequentato quell’Università e nel racconto volle presentare un ricordo della propria gioventù: l’hurley era il gioco preferito dai ragazzi del King’s College, i quali non potendolo praticare sull’erba durante i mesi invernali, lo trasferirono sul ghiaccio.

Per il Dr. Vaughan quella citazione è la prima testimonianza riguardo ad un gioco su ghiaccio in territorio canadese (e non solo) e può essere fatta risalire all’inizio del XIX secolo: gli studenti del King’s College, quindi, iniziarono la tradizione dell’hockey, per poi espanderlo nel resto della Nova Scotia e nelle altre province, insegnandolo ad amici e conoscenti.

Nonostante abbia ricevuto numerosi consensi (tra cui quelli degli autori di Total Hockey, the Official Encyclopedia of the National Hockey League), questa teoria non è stata accettata dalla SIHR, che ha considerato le documentazioni in possesso del Dr. Vaughan insufficienti per assegnare a Windsor l’assoluta paternità sull’hockey: quel passaggio di Haliburton è troppo vago, poiché manca qualunque riferimento a pattini, a squadre, a partite. Inoltre, il Dr. Vaughan non ha offerto delle motivazioni valide per escludere la contemporanea presenza di giochi simili in altre zone del Canada e del resto del mondo; la sua teoria che l’hockey sia uscito dai confini della Nova Scotia soltanto nel 1865 è stata categoricamente smentita dalla SIHR.

Ad ogni modo, la Nova Scotia fu probabilmente la provincia canadese più attiva nello sviluppo dell’hockey, grazie non solo a Windsor, ma anche ad Halifax e Darthmouth, che accolsero numerosi militari dell’esercito britannico; i soldati inglesi, che praticavano nella loro patria il bandy, trasferirono questa disciplina in Canada, riscotendo un incredibile successo.

Gradualmente, l’hockey raccolse sempre più popolarità in Nova Scotia, e ben presto sui giornali (compresi quelli statunitensi) comparvero alcuni resoconti a riguardo: l’articolo più interessante fu sicuramente quello pubblicato nel 1859 da un corrispondente della Boston Gazette, che raccontò l’abilità degli abitanti della Nova Scotia nel pattinaggio, ma soprattutto descrisse questo eccitante passatempo. Va inoltre ricordato che nei primi sessant’anni del XIX secolo, il gioco era indifferentemente chiamato hockey, hurley, ma anche ricket, termini (in particolare hockey e hurley) che indicavano non solo la disciplina, ma anche il bastone.

Un’altra località molto importante ai fini della nostra ricerca è Kingston, Ontario, che soprattutto in passato ha fortemente reclamato la paternità sull’hockey: situata tra Montreal e Toronto, Kingston era un importante centro commerciale e culturale, in cui erano presenti due prestigiose istituzioni quali laQueen’s University e il Royal Military College, che ricoprirono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell’hockey non solo in Ontario, ma anche in Canada e negli Stati Uniti.

Il principale sostenitore di Kingston fu il Capitano James Thomas Sutherland, che, nel 1903, preparò un dettagliato dossier circa i rapporti tra la propria città natale e l’hockey: la teoria di Sutherland si basava sugli archivi di Edwin Horsey (storico di Kingston), che riportavano alcuni estratti importanti; leggendo i diari del padre di Horsey risalenti al 1846-47, si può trovare un passaggio molto indicativo riguardo lo shinty (shinny), il gioco scozzese: Most of the boys were quite at home on skates. They could cut the figure eight and other fancy figures, but “shinny” was their delight!

Per il Capitano Sutherland, quelle partite di shinny si sarebbero rivelate la partenza dello sviluppo dell’hockey; inoltre, Sutherland, ignorando completamente i documentati eventi di Montreal (di cui parleremo più avanti), affermò che il primo incontro di hockey ufficialmente riconosciuto si era disputato nel 1888 (in verità 1886) tra la Queen’s University e il Royal Military College.

In verità, nonostante la scarna documentazione del Capitano Sutherland, esistono altri archivi che potrebbero assegnare la paternità dell’hockey a Kingston: nel gennaio 1843, l’ufficiale dell’esercito britannico Arthur H. Freeling scrisse sul proprio diario un appunto molto interessante: “Began to skate this year, improved quickly and had great fun at hockey on the ice”.

Questa frase (tra l’altro ignorata da Sutherland) potrebbe essere una prova che l’hockey sia nato a Kingston, tuttavia è troppo vaga e imprecisa: come affermato da numerosi storici, questo estratto non prova né l’utilizzo di pattini da parte dei giocatori (elemento fondamentale), né l’assenza di giochi simili in altre zone canadesi.

Un’altra testimonianza interessante su Kingston è quella che riguarda i Royal Canadian Rifles, che nel 1855, dopo aver spazzato il ghiaccio su lago Ontario intorno alle Tête du Pont Barracks, organizzarono una partita, utilizzando mazze di hockey su prato e palline da lacrosse.

Nonostante la documentazione piuttosto incerta, Kingston acquistò sempre più popolarità, tanto che nel 1943 la Canadian Amateur Hockey Association le conferì l’onore della Hockey Hall of Fame, il museo che avrebbe dovuto ricordare i grandi campioni e personaggi dell’hockey mondiale; in verità la Galleria sarebbe stata inaugurata diversi anni dopo a Toronto, tuttavia a Kingston fu aperto l’International Hockey Museum, in cui sono conservati numerose maglie, dischi e cimeli vari.

Un’ulteriore menzione è necessaria per la Queen’s University e il Royal Military College, che ricoprirono un ruolo decisivo per lo sviluppo e la diffusione dell’hockey non solo nella Provincia dell’Ontario, ma anche in molte città statunitensi; inoltre, la Queen’s University invitò nella propria sede diverse squadre di Ice Polo, il gioco su ghiaccio tipico degli Stati Uniti.

Come afferma lo storico J. W. Fitsell, forse Kingston non fu il vero birthplace of hockey, tuttavia pochissime altre città sono così amate dagli appassionati: ancora oggi vengono organizzate manifestazioni il cui scopo è quello di ricordare e presentare la grande eredità hockeistica di Kingston.

Dopo aver illustrato la situazione di Kingston, possiamo ritornare ad Halifax, soffermandoci su un’importante istituzione, l’Halifax Hockey Club: nella seconda metà del XIX secolo, questo circolo preparò le celeberrime Halifax Rules, una serie di norme che possono essere considerate il primo regolamento ufficiale dell’hockey. Tra le regole più interessanti possiamo presentare:

– La partita era suddivisa in due tempi da 30 minuti l’uno, con un breve intervallo di 10 minuti.
– Ogni squadra era composta di nove giocatori.
– Dopo ogni gol, era previsto il cambio di campo.

1-CreightonIl membro più famoso dell’Halifax Hockey Club fu James George Alwyn Creighton, un pattinatore e hockeista, che per alcuni storici è addirittura l’autore di quelle regole: negli anni ’70, Creighton si trasferì a Montreal, dove insegnò il gioco ai nuovi appassionati, trasformando la città del Quebec nel punto di riferimento dell’hockey; in verità, i primi riferimenti riguardo discipline sul ghiaccio a Montreal risalgono addirittura al 1837, ma queste testimonianze sono molto imprecise (oltre che piene di incongruenze) e di conseguenza la SIHR ha espresso numerosi dubbi sulla loro veridicità.

Il 3 marzo 1875, invece, il Victoria Rink di Montreal ospitò un evento che avrebbe acquisito un’importanza storica senza eguali: due formazioni locali si sfidarono in una partita di hockey, rispettando le Halifax Rules. L’evento fu reclamizzato dalla Montreal Gazette, che pubblicò un articolo di presentazione e, il giorno seguente, il resoconto della sfida, in cui comparve un appunto molto interessante: “Hockey is played usually with a ball, but last night, in order that no accident should happen, a flat block of wood was used, so that it should slide along the ice without rising”.

Indubbiamente il gioco era molto diverso da quello che conosciamo oggi, tuttavia quell’incontro di Montreal è il primo di cui abbiamo riferimenti precisi ed esatti riguardo il numero dei giocatori e sul punteggio; e proprio sulla base di questa partita che Montreal reclama la paternità sull’hockey, senza dimenticare che la città del Quebec sarebbe stata l’indiscussa protagonista nel futuro sviluppo della disciplina.

La Gazette, nella cui redazione era presente anche Creighton, offrì tutto il proprio contributo per la diffusione del gioco: nel 1877 su questo giornale fu pubblicato il regolamento ufficiale, probabilmente utilizzato per lo storico incontro del 1875.

1881-McGill-hock-teamNegli ultimi 25 anni del XIX secolo, l’hockey acquisì sempre più popolarità, come dimostrato dalla creazione di nuove squadre: la prima formazione ufficiale fu quasi sicuramente quella della McGill University di Montreal nel 1877, i cui giocatori furono immortalati in una storica foto; inoltre molti studenti di tale università furono presenti nella memorabile partita del 1875.

Con l’aumento della diffusione del gioco, fu sentita la necessità di cambiare e migliorare il regolamento e questo compito fu raccolto dagli studenti della McGill University, che presentarono gran parte delle modifiche: le nuove Montreal Rules erano sicuramente ispirate alle Halifax Rules, ma presentavano anche delle differenze, come ad esempio il passaggio in avanti, legale a Halifax, vietato a Montreal.

Dopo queste prime analisi, possiamo riprendere le domande iniziali, cercando di confrontare le risposte presentateci dagli storici: sebbene questi quesiti non sempre abbiano offerto pareri uniformi, nessuna ipotesi è veramente sbagliata e ognuna di essa contiene una parte di verità.

A Montreal l’hockey acquisì molte delle proprie caratteristiche definitive, tuttavia ci sono parecchi detrattori che rilevano giustamente che la famosa partita del 3 marzo 1875 fu organizzata da Creighton e giocata rispettando le Halifax Rules: ciò sarebbe una dimostrazione evidente che la città del Quebec subì l’influsso della Nova Scotia, in particolare di Halifax; infine, ci sarebbe anche Kingston, che può offrire le proprie valide ragioni.

Per chiudere questa prima parte dell’articolo, è molto interessante citare una provocazione presentata qualche anno fa da alcuni membri della McGill University: se la paternità dell’hockey su ghiaccio non fosse assegnata a Montreal, allora questa disciplina non potrebbe dichiararsi canadese, bensì europea, visto che i giochi praticati all’inizio del XIX secolo in Nova Scotia, da cui emerse l’hockey moderno, erano di chiara origine britannica.

Teoricamente, questa provocazione (che va intesa come tale) ha un fondo di verità, ciononostante i giochi praticati nel Vecchio Continente erano ancora troppo differenti perché possano essere paragonati all’hockey moderno; per questo motivo, si può concludere che tutta la nazione Canadese è la patria dell’hockey, visto che ogni sua provincia ha dato il proprio contributo alla diffusione e allo sviluppo dello spettacolare gioco sul ghiaccio.

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Dal primo torneo del 1883 alla fondazione della NHL

normalIl 1883 è un anno fondamentale ai fini della nostra ricerca, poiché, in occasione del Winter Carnival di Montreal, fu organizzato il primo torneo ufficiale di hockey: sul St. Lawrence River, l’Università di McGill prevalse sui Montreal Victorias ed una compagine di Quebec City, aggiudicandosi la Birks Cup. Quella manifestazione fu importante anche per un altro aspetto, che sicuramente influenzò lo sviluppo dell’hockey: poiché la formazione di Quebec City non aveva a disposizione sufficienti atleti, gli organizzatori del torneo decisero di ridurre a sette il numero di giocatori per squadra.

La tradizione del Winter Carnival si prolungò anche negli anni successivi, fino a quando l’8 dicembre 1886 fu fondata la Amateur Hockey Association of Canada; in verità la AHAC non fu la prima lega presente sul territorio canadese, infatti, tra il 1885 e il 1886, il Kingston Hockey Club, i Kingston Athletics, la Queen’s University e il Royal Military College si erano accordati per disputare un campionato comune, vinto dalla Queen’s University. Tuttavia questa lega di Kingston mancava di uno statuto, di un’organizzazione stabile, presente invece nella AHAC, cui si iscrissero i Montreal Victorias, la McGill University, la Montreal Amateur Athletic Association, i Montreal Crystals e una squadra di Ottawa e, a partire dal 1887, una formazione di Quebec City.

La prima partita fu disputata il 7 gennaio 1887 e presentò la sfida tra i Crystals e McGill, con i primi vincenti per 3-1; il titolo fu assegnato tramite un Challenge System, in cui la vincente continuava a giocare e aspettava una nuova sfidante: al termine di sette incontri, i Crystals si laurearono campioni, dopo aver battuto in trasferta i Victorias per 3-2.

Il 1888 è un anno molto importante nella storia dell’hockey, infatti, quell’anno Sir Frederick Arthur, Lord Stanley of Preston, dopo aver ricevuto la nomina a Governatore del Canada per conto del Regno Unito, lasciò l’Europa per trasferirsi in Nord America: tutta la famiglia di Lord Stanley era appassionata di sport, in particolare i suoi figli, abilissimi pattinatori, che, poco dopo l’arrivo in Canada, fondarono gli Ottawa Rideau Rebels; in questa nuova formazione era presente anche James Creighton, che da qualche anno si era trasferito nella capitale canadese.

Nel 1890, gli Ottawa Rideau Rebels si recarono a Toronto per disputare alcune partite contro il Granite Club e il Victoria’s Club, due importanti circoli della città dell’Ontario; quegli incontri furono caratterizzati da un’estrema violenza, tanto che da più parti si levarono critiche verso l’hockey, che avrebbe potuto rischiare l’abolizione.

Tuttavia, queste proteste spinsero i dirigenti delle principali squadre dell’Ontario a creare una forte lega che avrebbe dovuto controllare l’hockey nella Provincia: il 27 novembre 1890, durante una riunione al Queen’s Hotel di Toronto, fu fondata la Ontario Hockey Association (OHA), che sarebbe stata controllata dalla famiglia di Lord Stanley e a cui s’iscrissero 13 formazioni.

Con la nascita della OHA, il numero di giocatori per formazione fu stabilmente fissato a sette: un portiere, due difensori, tre attaccanti ed un rover, che non aveva una precisa posizione sul campo e spesso fungeva da punto intermedio tra difesa e attacco; inoltre, il rover era il giocatore maggiormente dotato dal punto di vista tecnico e spesso era il miglior marcatore della squadra.

Nei primissimi anni ’90, l’hockey si era espanso in quasi tutto il Dominion, diventando il gioco invernale nazionale; analizzando la situazione, nel 1892 Lord Stanley decise di preparare un trofeo con cui premiare la migliore squadra del Canada: durante una cena alla Ottawa Amateur Athletic Association, Lord Kilcoursie pronunciò il seguente discorso per conto del Governatore:

“I have for some time been thinking that it would be a good thing if there were a challenge cup which should be held from year to year by the champion hockey team in the Dominion (of Canada). There does not appear to be any such outward sign of a championship at present, and considering the general interest which matches now elicit, and the importance of having the game played fairly and under rules generally recognized, I am willing to give a cup which shall be held from year to year by the winning team.”

400px-First_Stanley_CupInizialmente, il trofeo era chiamato “The Dominion Challenge Cup”, tuttavia ben presto s’identificò con il nome del suo ideatore, diventando la Lord Stanley Hockey Cup o più semplicemente Stanley Cup; nel 1893 la Montreal Amateur Athletic Association, dopo aver conquistato il titolo della AHAC, battendo 1-0 Ottawa, ricevette in premio il trofeo del Governatore, senza dover giocare altri spareggi o partite: la leggenda della Stanley Cup era iniziata.

In realtà la Coppa era una semplice scodella, ma la tradizione di incidere i nomi dei giocatori vincenti provocò diverse modifiche al trofeo originale: la Stanley Cup prese la forma attuale (pezzo unico con sedici lamine d’argento e la scodella in alto) nel 1958; quando lo spazio per scrivere i nomi si esaurisce, una lamina viene tolta (e portata nella Hall of Fame) e sostituita da una nuova. Nel 1969 la scodella originale, estremamente fragile, fu tolta (e spedita alla Hall of Fame) e sostituita da una copia perfetta.

Poco dopo l’assegnazione del prestigioso trofeo alla Montreal AAA, Lord Stanley lasciò definitivamente il Canada, rientrando in Europa: purtroppo non poté mai assistere ad un incontro valevole per il proprio trofeo, poiché soltanto dal 1894 la Stanley Cup sarebbe stata assegnata tramite una sfida tra due squadre. Prima della propria partenza, Lord Stanley conferì a Philip Dansken Ross e John Sweetland la carica di “trustees” della Stanley Cup, il cui compito era quello di organizzare e controllare gli incontri per la Coppa.

La Stanley Cup, tuttavia, non era riservata solamente alle squadre della AHAC, ma ad ogni formazione canadese: chiunque avesse vinto il titolo di una lega presente sul territorio del Dominion avrebbe potuto richiedere la possibilità di sfidare i detentori del trofeo ai trustees, che in seguito avrebbero valutato le varie candidature e scelto le contendenti.

Esistevano, dunque, due sistemi per potersi assicurare la Stanley Cup:

1. Vincere il titolo della lega di cui faceva parte la squadra detentrice della Stanley Cup.

2. Sfidare la detentrice della Stanley Cup in una serie al di fuori della lega.

A cavallo tra il XIX e il XX secolo, l’hockey aveva ormai conquistato popolarità non solo in Canada, ma anche negli Stati Uniti, dove rispettivamente nel 1901 e nel 1904 furono fondate la Western Pennsylvania Hockey League e l’International (Pro) Hockey League, le prime leghe interamente professionistiche; queste organizzazioni attirarono diversi giocatori canadesi, che lasciarono il loro paese per gli USA, dove avrebbero potuto ottenere contratti più vantaggiosi.

In Canada, invece, il dilettantismo rimase una prerogativa indiscutibile per più tempo, infatti, le prime organizzazioni professionistiche, tra cui la Eastern Canada Hockey Association (ECHA), la Ontario Professional Hockey League e la New Ontario Hockey League, comparvero qualche anno dopo.

Analizzando la situazione, i trustees decisero, nel 1907, di aprire le sfide per la Stanley Cup anche alle formazioni professionistiche: Lord Stanley, infatti, aveva preparato quel trofeo per premiare la migliore squadra della nazione, senza distinzioni tra professionisti e dilettanti! Le compagini amatoriali si dovettero, quindi, accontentare della Allan Cup, premio donato da Sir Hugh Montagu Allan nel 1908.

Negli anni successivi alla sua istituzione, gli incontri valevoli per la Stanley Cup erano molto frequenti: gli Ottawa Senators (che non vanno confusi con gli attuali nati nel 1992) vinsero il trofeo nel 1903 contro i Montreal Victorias, per poi difenderlo otto volte consecutive fino al 1906, meritandosi l’appellativo di The Silver Seven. Anche i formati delle serie cambiavano spesso, sebbene quello più utilizzato fosse una doppia sfida in cui erano sommati i gol realizzati nelle due partite.

Sul finire della prima decade del XX secolo, una squadra proveniente da Renfrew (Ontario) conquistò le luci della ribalta: dopo alcune vittorie nella Ottawa Valley Hockey League, i dirigenti di questa formazione, Michael John O’Brien e il figlio Ambrose, ritenevano di meritare la sfida per la Stanley Cup, ma purtroppo le loro richieste furono ignorate dai trustees.

Dopo alcuni rifiuti, Ambrose O’Brien cercò di iscrivere la squadra di Renfrew alla ECHA, sperando nell’ammissione in quella che era una delle leghe più importanti del Dominion; in verità, il 25 novembre 1909 la ECHA fu sciolta, ma dalle sue ceneri fu creata la Canadian Hockey Association (CHA), che comprendeva i Montreal Shamrocks, i Montreal Nationals (squadra francofona), gli Ottawa Senators, i Quebec Bulldogs e un’altra compagine di Montreal: nonostante le richieste e proposte di O’Brien, Renfrew fu esclusa.

Delusi dagli eventi, O’Brien e Jimmy Gardner, dirigente dei Montreal Wanderers (anch’essi lasciati fuori dalla CHA), decisero di fondare una nuova lega, così il 2 dicembre 1909, i Wanderers Renfrew, Cobalt (Ontario) e Haileybury (Ontario) crearono la National Hockey Association (NHA); qualche giorno più tardi, a queste quattro formazioni se ne aggiunse un’altra, rappresentante la comunità francese di Montreal: quelli furono i primi passi de le Canadiens, la più celebre squadra di hockey di tutti i tempi.

Lo scontro tra le due leghe per assicurarsi i migliori giocatori fu molto aspro, ma quando il 28 dicembre 1909 Renfrew ingaggiò il fuoriclasse Cyclone Taylor, la NHA prese il sopravvento: il 19 gennaio 1910, durante un meeting tra i dirigenti delle due organizzazioni, fu stabilito che la NHA avrebbe accolto gli Ottawa Senators e i Montreal Shamrocks, diventando una lega a sette squadre e provocando lo scioglimento della CHA; poiché la formazione della capitale era la detentrice della Stanley Cup, chi avesse conquistato il titolo della NHA, si sarebbe automaticamente aggiudicato il prestigioso trofeo. Il successo finale arrise ai Montreal Wanderers, che al termine di un’eccellente stagione da 11 vittorie ed appena 1 sconfitta, si laurearono campioni della NHA, ricevendo la Stanley Cup.

La NHA era diventata la principale lega della Nazione, ma tuttavia i costi e le perdite finanziarie si rivelarono fatali per alcune formazioni, quali Cobalt, Haileybury, i Montreal Shamrocks, ma anche Renfrew, i cui diritti furono acquisiti dalla città di Toronto. Con la fondazione della NHA, furono effettuate alcune importanti modifiche al regolamento, come ad esempio l’abbandono dei due tempi da 30 minuti in favore di tre periodi da 20 e l’eliminazione del rover, che ridusse il numero di giocatori presenti sul ghiaccio da sette a sei.

Se la NHA era la principale organizzazione ad Est, l’altra parte del Dominion era controllata dalla Pacific Coast Hockey Association (PCHA), lega fondata nel 1911 da Joseph Patrick assieme ai figli Frank e Lester; i dirigenti della PHCA istituirono molte regole interessanti, tra cui possiamo ricordare:

– I portieri potevano tuffarsi per compiere le parate
– La creazione di due linee blu per dividere il campo in tre parti
– La legalizzazione del passaggio in avanti nella zona neutrale
– L’istituzione del tiro di rigore (anche se battuto in maniera diversa da come lo conosciamo noi)
– L’usanza di accreditare un assist a chi eseguiva un passaggio vincente.

La PCHA, tuttavia, continuò sempre ad utilizzare la regola dei sette uomini sul ghiaccio.

Dal momento che la NHA e la PCHA erano con certezza le migliori leghe del Nord America, nel 1914 i trustees stabilirono che la Stanley Cup sarebbe stata assegnata in una sfida tra i campioni di quelle due organizzazioni; per ovviare al problema del diverso numero di giocatori in campo, fu deciso che:

– Nelle partite giocate in casa dalla NHA, ogni squadra avrebbe potuto utilizzare solamente sei giocatori.
– Nelle partite giocate in casa dalla PCHA, ogni squadra avrebbe potuto utilizzare sette giocatori, quindi anche il rover.

Nel 1915, Eddie Livingstone, proprietario dei Toronto Shamrocks, acquistò anche i Toronto Blueshirts, assumendo il controllo di due squadre, evento che non fu apprezzato dagli altri proprietari e dirigenti: intimato a cedere almeno una formazione, Livingstone fece fallire gli Shamrocks.

Il 10 febbraio 1917, i dirigenti della NHA estromisero i Blueshirts dal campionato, distribuendo i giocatori tra le altre quattro squadre; finita la stagione, la NHA chiuse la propria esistenza, ma i vari proprietari e dirigenti crearono la National Hockey League (NHL). Livingstone cercò di far valere le proprie ragioni, ma alla fine dovette rassegnarsi, tanto che la squadra di Toronto che avrebbe giocato nella NHL fu assegnata alla Mutual Street Arena.

Oltre alle diatribe e gli scontri tra i proprietari, nel 1916 e nel 1917 avvennero due eventi importanti: nel 1916, infatti, i Montreal Canadiens vinsero la loro prima Stanley Cup della storia, mentre dodici mesi dopo i Seattle Metropolitans della PCHA diventarono la prima squadra a portare il prestigioso trofeo al di fuori dei confini canadesi.

Sebbene la NHL fosse appena nata, i trustees non esitarono ad invitarla alle sfide contro la PCHA per la Stanley Cup; tuttavia, la prima serie tra NHL e PCHA, disputata tra Canadiens e Metropolitans nel 1919, fu interrotta dopo cinque partite (due vittorie a testa e un pareggio) a causa di un’epidemia influenzale, che colpì diversi giocatori di Montreal: la sfida non poté essere ripresa e per la prima e ultima volta dal 1893 la Stanley Cup non fu assegnata.

Nel 1921 fu fondata la Western Canada Hockey League, organizzazione che cercava di contendere alla PCHA il controllo dell’hockey sulla costa occidentale, partecipando alle sfide per la Stanley Cup: tre anni dopo la PCHA fu sciolta, ma due delle tre squadre provenienti da quella lega furono inserite nella WCHL, che si trasformò in Western Hockey League; la nuova WHL, purtroppo, chiuse la propria esistenza al termine della stagione 1925-26.

Essendo l’unica major league rimasta, la NHL poté premiare dal 1926-27 i suoi campioni con la Stanley Cup, senza successivi spareggi con formazioni provenienti da altre leghe: i Victoria Cougars rimarranno per sempre l’ultima squadra non appartenente alla NHL ad alzare il famoso trofeo (1924-1925) e a partecipare ad una sfida per aggiudicarselo (1925-26); inoltre con lo scioglimento della WHL, il numero di giocatori presenti in campo fu stabilmente fissato a sei.

Nel 1926-27 le squadre della NHL (alcune delle quali provenienti dalla WHL e trasferite in altre città) furono distribuite in Canadian Division e American Division; purtroppo negli anni ’30 molte franchigie si ritirarono, tanto che nel 1938 i due raggruppamenti furono cancellati. Tra le squadre estinte, una menzione è necessaria per gli Ottawa Senators (vincitori tra l’altro di quattro Stanley Cup negli anni ’20), che nel 1934 si trasferirono a St. Louis, dove diventarono gli Eagles; purtroppo una stagione più tardi, questa squadra si sciolse definitivamente.

Tuttavia, nel 1929 era stata presentata la regola che avrebbe cambiato completamente lo svolgimento delle partite: a causa dell’eccessivo aumento degli shut-out, i massimi dirigenti della NHL si resero conto che il gioco stava diventando sempre più noioso e decisero di agire, legalizzando completamente il forward pass; d’ora in poi, il passaggio in avanti sarebbe stato ammesso non solo nella zona neutrale (1918) e nel terzo difensivo (1927), ma anche nel terzo d’attacco. Qualche anno più tardi furono fissate alcune regole sul fuorigioco (per evitare che un giocatore si piazzasse davanti alla porta avversaria), sul tiro di rigore e sulla liberazione vietata (icing).

Intanto, anche in Europa l’hockey canadese stava raccogliendo sempre più successo: ritornato in Gran Bretagna nel 1893, Lord Stanley si impegnò a diffondere la disciplina nordamericana nel Vecchio Continente, che gradualmente abbandonò il bandy per dedicarsi all’hockey.

Nel 1908 alcuni delegati provenienti da Gran Bretagna, Francia, Belgio e Svizzera fondarono a Parigi la Ligue International de Hockey sur Glace, che qualche anno più tardi sarebbe diventata la International Ice Hockey Federation (IIHF). Nel 1910 fu organizzato il primo Campionato Europeo, ma la vera svolta avvenne nel 1920, quando l’hockey fu inserito (anche se come disciplina dimostrativa) all’interno dei Giochi Estivi di Anversa. Quattro anni più tardi, Chamonix ospitò i primi Giochi Invernali della storia, che nel proprio programma comprendevano anche l’hockey su ghiaccio; in verità, le medaglie di Anversa non sono considerate ufficiali, tuttavia la IIHF ha assegnato a quel torneo olimpico lo status di Campionato del Mondo, manifestazione che dal 1930 avrebbe preso la classica cadenza annuale.

La prima potenza europea fu sicuramente la Gran Bretagna, che tra l’altro vinse la medaglia d’oro ai Giochi di Garmisch Partenkirchen nel 1936, interrompendo i successi canadesi: tuttavia, negli anni ’20, comparvero le vere forze del Vecchio Continente, quali la Cecoslovacchia, la Svezia, la Finlandia, che imposero il loro marchio nelle competizioni internazionali, mentre i Britannici lasciarono gradualmente le posizioni di prestigio. Ad ogni modo, la vera dominatrice, l’unica compagine in grado di competere contro i maestri canadesi, l’Unione Sovietica, si sarebbe avvicinata all’hockey diversi anni più tardi, debuttando ai Campionati del Mondo soltanto nel 1954.

Per chiudere il discorso sui tornei internazionali, è necessario ricordare che ai giocatori NHL era vietata la partecipazione, in quanto professionisti: di conseguenza, i colori canadesi erano difesi dalla vincitrice della Allan Cup, il trofeo per le compagini dilettanti; tra queste formazioni, quelli che avrebbero raccolto più onori furono i Penticton Vees (British Columbia), che nel 1955 a Krefeld (Germania) si laurearono Campioni del Mondo, battendo 5-0 l’URSS, detentrice del titolo.

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